venerdì 13 giugno 2014
"Gabrielle - Un amore fuori dal coro" della canadese Louise Archambault, un dramma sentimental-musicale tra docu e finzione
Una docu-fiction che coinvolge e commuove, perché sebbene solo la protagonista femminile (e i suoi compagni del centro ricreativo e coro) sia una non professionista, veramente affetta dalla sindrome di Williams, racconta la gioia di vivere di una giovane che più della malattia sono gli 'altri', i cosiddetti normali, a negargli un'esistenza vera e piena.
Dotata di una spiccata propensione per la musica, Gabrielle (Marion-Rivard) s'innamora pian piano di Martin (Alexandre Landry), ragazzo conosciuto nel centro ricreativo dove è membro di un coro. E, proprio da quel momento, diventano inseparabili, ma le loro famiglie, vista la loro disabilità non approvano ("E' stata sterilizzata?" chiede la madre di lui, prima di negare loro addirittura di rivedersi) e impediscono in ogni modo di vivere il proprio amore come vorrebbero, magari andando a vivere da soli.
Mentre il coro si prepara a partecipare al più importante festival internazionale del settore, Gabrielle fa di tutto per dimostrare la propria autonomia (vive con la sorella, mentre la madre se ne è in un certo modo 'liberata' andando a vivere col nuovo compagno) e indipendenza. E, con grande determinazione e caparbietà, la giovane dovrà affrontare pregiudizi e propri limiti per vivere, oltre che sognare, con Martin una storia d'amore davvero 'fuori dal coro'.
In bilico tra documentario e finzione, l'opera della canadese Louise Archambault (l'opera prima "Familia", tra corti e documentari) può convincere o meno, visto che la 'ricostruzione' rischia spesso la retorica o l'effetto 'spettacolare' che può essere scambiato con 'furbizia' (commerciale), però evita la trappola più pericolosa, cioè quella del facile 'sentimentalismo', grazie alla delicatezza del tocco, senza eccessi né voyeurismi.
"Tutto è partito - afferma l'autrice - dal desiderio di parlare della felicità delle persone considerate ai margini della società, degli 'invisibili', per così dire, e della forza che l'arte e la musica, in particolare il canto corale, possono infondere a queste persone, Inoltre, desideravamo rappresentare una storia d'amore tra due giovani affetti da ritardo mentale, il modo in cui vivono l'amore e la sessualità, e come questo risveglio amoroso susciti in loro un bisogno d'indipendenza e un desiderio di autonomia".
E sulla scelta del protagonista maschile aggiunge: "Per questo ruolo, ho fatto diverse audizioni ad attori disabili. Erano adatti alla parte ma l'alchimia amorosa non c'era. Era difficile rendere quindi anche i sentimenti veritieri, oltre all'handicap. Grazie alla scelta di un attore professionista, Gabrielle ha trovato un complice, qualcuno a cui appoggiarsi. Alexandre ha dimostrato una generosità immensa. Ancora prima di ottenere il ruolo, ha visitato la scuola Les Muses e si è subito integrato con il gruppo".
Quindi, un dramma dolce-amaro ma per niente pietistico né triste, nonostante la grande drammaticità delle situazioni, il quale - volente o nolente - diventa una sorta di denuncia contro l'ipocrisia e il pregiudizio che dominano ancora la società contemporanea.
"Volevo parlare del bisogno di libertà ed autonomia delle persone affette da ritardo mentale - conclude la regista -, la cui vita quotidiana è gestita in gran parte dalla loro famiglia e dagli operatori dei centri specializzati che frequentano. Volevo immergere lo spettatore nel loro quotidiano per sottolineare la loro forza d'animo e, soprattutto, per mostrare che hanno gli stessi desideri e provano le stesse emozioni dei normodotati".
Nel cast, tra professionisti e non, Mélissa Désormeaux-Poulin (Sophie), Vincent-Guillaume Otis (Rémi), Benoit Gouin (Laurent), Sébastien Ricard (Raphael), Isabelle Vincent (madre di Gabrielle), Marie Gignac (madre di Martin), Véronique Beaudet (inserviente centro), e con la partecipazione del vero e famoso cantante del Québec, Robert Charlebois; Grégory Charles, la Gang à Rambrou e gli studenti della scuola Les Muses.
José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5)
Nelle sale italiane dal 12 giugno distribuito da Officine Ubu
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