giovedì 12 giugno 2014

Un gradevole sequel oltre settant'anni dopo: "Il magico mondo di Oz", lungometraggio d'animazione di Will Finn e Dan St. Pierre

“Il magico mondo di Oz” ritorna sul grande schermo in un gradevole ‘sequel’ d’animazione tratto dai libri di Roger Staunton Baum, pronipote del celeberrimo scrittore L. Frank Baum, autore del romanzo originale, e, quindi, seguito dell’amatissima fiaba e dell’altrettanto famoso, ineguagliato, film di oltre settant’anni fa.
Adattata da Randi Barnes, sceneggiata da Adam Balsam e Barry Glasser, e diretta da Daniel St. Pierre e Will Finn, la nuova avventura riparte tempo dopo la prima, quando Dorothy si risveglia in un Kansas sconvolto dal tornado e viene ‘catapultata’ – con l’inseparabile cagnolino Toto -, attraverso l’arcobaleno, a Oz per salvare i suoi vecchi amici, lo Spaventapasseri, il Leone (fifone), l’Uomo di latta e la fata Glinda.
Infatti, il magico mondo stavolta è minacciato da un nuovo e perfido personaggio, il Giullare, fratello della strega cattiva trasformato proprio dalla sorella in un antipatico pagliaccio, che vuole vendicarsi impossessandosi di Oz e facendo prigionieri tutti i suoi simpatici abitanti. Ma in questa nuova sfida, Dorothy non sarà sola a combattere perché il gufo Socrate, il Maresciallo Mallow, la principessa di Porcellana e l’albero parlante Nat – per l’occasione trasformato in nave -, l’aiuteranno a raggiungere la Città di Smeraldo per riportare ordine e felicità, anzi la magia.
“Il nostro film non si è allontanato troppo da ‘Il meraviglioso mago di Oz’ – dice Daniel St. Pierre, uno dei registi – perché continua ad essere una storia sull’amicizia, la lealtà, la speranza, la tenacia, la determinazione e l’importanza di quello che per noi è ‘casa’. Inoltre parla di una comunità e del lavoro da fare insieme per il bene comune, soprattutto, di fronte alle avversità”. Infatti, i riferimenti contemporanei della pellicola sono diretta o indirettamente l’uragano Katrina, i terremoti, lo tsunami in Giappone, i cicloni catastrofici del Midwest degli Usa, e le guerre senza fine che colpiscono il mondo.
Quindi un’opera dedicata ai ragazzi che punta su valori universali, alcuni dei quali sono stati dimenticati o addirittura rischiano di scomparire dietro interessi, corruzione e lotte di potere. Per ‘aggiornare’ ambiente e personaggi senza intaccare il fascino e la magia della fiaba, sceneggiatori e registi hanno aggiunto nuove caratteristiche: lo Spaventapasseri è diventato una sorta di ‘cervellone’ che si esprime con un linguaggio ‘tecnico’; l’Uomo di latta ha scoperto le emozioni e attraversa l’intera gamma emotiva; il Leone non è poi così Codardo come sembra, anzi, ha persino imparato a gestire la rabbia.
E tra i nuovi personaggi spicca il gufo Socrate, saputello ma tanto grasso da non riuscire nemmeno a volare, intorno a lui l’altezzosa Principessa di Porcellana, a metà fra Marie-Antoinette e Catherine Deneuve; mentre il Maresciallo Mallow, capitano delle guardie della Contea Dolce, oltre che integerrimo non poteva che essere dolce e romantico. Come di consueto, non mancano musiche e canzoni, firmate dal cantante e compositore, candidato all’Oscar, Bryan Adams, nella versione italiana, cantate da Violetta (finalista nell’ultima edizione di ‘X-Factor’.
Le voci: Dorothy (Lea Michele / Lucrezia Marricchi); il Giullare (Martin Short / Marco Mete); il Leone (Jim Belushi / Massimo Lopez); lo Spaventapasseri (Dan Aykroyd / Franco Mannella); l’Uomo di Latta (Kelsey Grammer / Neri Marcorè); Principessa di Porcellana (Megan Hilty ( Tiziana Martello); Maresciallo Mallow (Hugh Dancy / Simone D’Andrea); Socrate (Oliver Platt / Roberto Stocchi); Nat (Patrick Stewart / Michele Kalamera); Glinda (Bernadette Peters / Roberta Gasparetti). José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale dal 12 giugno distribuito da M2 Pictures

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