venerdì 27 giugno 2014

Incontro con Jason Blum, produttore indipendente di horror - non solo - da cinque milioni di dollari, in attesa dell'uscita di "Anarchia - La notte del giudizio" di DeMonaco

In attesa dell'uscita del suo ultimo thriller 'contemporaneo' "Anarchia - La notte del giudizio" di James DeMonaco - ovvero il secondo capitolo -, il quarantacinquenne (ma sembra ancora un brillante ragazzino) produttore indipendente americano Jason Blum è arrivato a Roma per la promozione del film - in uscita in America il 18 luglio e in Italia il 23, distribuito da Universal International Pictures - ma anche per parlare della nuova tendenza dell'horror low cost negli ultimi decenni, che era ormai finito direttamente sul mercato dell'home video.
Infatti, con la sua Blumhouse Productions - poco meno di dieci anni fa -, il simpatico, appassionato e disponibilissimo Blum ha puntato tutto sul basso costo e sull'alta qualità, rovesciando le 'regole del mercato' e riportando il genere in primo piano, sulla scia del cinema di trent'anni fa, che vide la nascita dei classici di Walter Hill ("I guerrieri della notte"), ma soprattutto di John Carpenter ("1997: Fuga da New York"), dopo che Stanley Kubrick aveva portato il genere in serie A con "Shining". Da Blum sono stati prodotti, tra gli altri, "Parnormal Activity", "Dark Skies - Oscure presenze", da "Insidious" e "Sinister". "Anarchia" è ambientato in un futuro troppo vicino a noi, quando ricchi e potenti (I nuovi padri fondatori'), una volta all'anno 'concedono' per una notte lo 'sfogo' in cui ognuno è libero di sfogare, appunto, la propria sete di vendetta e usare l'ultraviolenza commettendo ogni tipo di crimine, incluso l'omicidio e il sacrificio, in una sorta di 'spurgo' di cui le vittime sono, ovviamente, i meno abbienti e i più indifesi.
"I nostri film costano al massimo cinque milioni di dollari - esordisce Blum alla Casa del Cinema della capitale - anche se stavolta abbiamo sfiorato i 9 milioni, e il riferimento era sicuramente 'I guerrieri della notte'. Michael Bay (anche lui coproduttore del film ndr.) ha sempre girato film da venti milionii di dollari, circa, ma la nostra società conta solo su 5. 'Anarchia' è il nostro Transformers!". "Bay non era molto preoccupato, ma nemmeno lui credeva in un budget così basso, dato che tutti a Hollywood equivalente di bassa qualità, però sono riusciuto a convincere Bay e gli altri. Mi capita spesso con moltissime persone, non riesco a convincerle a produrre un film low budget, perchénon sono disposti ad accettare che il mondo del cinema è meno ricco del passato, e non si vogliono adeguare". "Sia per un regista come per uno scrittore - prosegue -, l'importante è iniziare, perché non lo sai se sei bravo o no, e se non cominci non lo saprai mai. La tecnologia aiuta, ma tutto dipende dall'argomento trattato, la cosa fondamentale è la creatività ma non ci sono barriere di ingresso, bisogna andare avanti, essere propositivi, è inutile aspettare che qualcuno ti venga a cercare".
"La linea di confine tra cinema e televisione si sta eliminando - afferma -, un passaggio ci sarà presto, e questa differenza sarà sempre più sfumata, la tivù influenzerà anche il nostro modo di fare film, ma non so ancora in quale modo. In questo momento ci siamo fermati sulle produzioni da 5 milioni, ma quelli di Charles Band (altro produttore-regista del genere che produce, invece, direttamente per l'home video ndr.) sono film limitati, girati intorno al mercato del dvd, se avessero la possibilità di passare dallo schermo di casa al cinema, arriverebbero anche loro a budget da otto milioni e più". "Quello dell'Asylum (società che con un quarto produce facendo un bussines incredibile, imitando film che faranno i maggiori incassi ndr.) è un modello diverso di successo - afferma -, possono fare film di 20/30 milioni di dollari, che talvolta funzionano, altre no. In effetti, loro analizzano quello che sarà un blockbuster e ne fanno una cosa simili, forse sono più bravi in questo".
"Quello che sta succedendo è dovuto al fatto che il lavoro in tivù è migliorato molto, gli studios devono riuscire a capire se quello che è stato realizzato funziona al cinema per poi serializzarlo in televisione. La maggioranza dei film anni Novanta funzionano ancora, perciò sono diventani serial televisivi, ma bisognerebbe portarli direttamente in tivù. Noi stiamo realizzando tre serie televisive come alternativa al cinema, ma in maniera creativa, ed è molto divertente, perché sai che al cinema hai a disposizione al massimo 90 minuti, quindi, sul piccolo schermo hai più libertà e puoi sviluppare - senza 'tagliare' - la storia all'infinito, e questo è divertente. I nostri film hanno un budget addirittura più basso dei serial televisivi, ma i telefilm sono abbastanza simili a quello che facciamo per il cinema". "Le cose che mi spaventano di più sono realistiche - dichiara su tono e contenuti -, ma non devi affidarti solo agli effetti speciali, e devi offrire molte informazioni dallo schermo, perché è un po' come nella vita reale. Puoi comunque beneficiare di effetti speciali buoni, perché ci sono incendi, incidenti stradali, azione, e questi particolari fanno che un film sia un film, perché ci consente di dare e ottenere delle informazioni".
"L'idea (originale di 'La notte del giudizio' ndr.) è di James DeMonaco - afferma -, autore anche del precedente film, è newyorkese, una persona un po' deviata, nervosa, ma estremamente brillante. Il soggetto è nato da un aneddotto: un giorno disse alla moglie, 'quello lì voglio farlo fuori', e lei 'perché non ne fai un film'. Ora sono pronto al terzo episodio, e sono contento che la nuova storia riguardi i rivoluzionari, i 'buoni' del film; ma vorrei fare anche un prequel sul come è passata la legge sullo 'sfogo' e come in America è stato ammesso, però dipende dal successo di questo film". E poi conferma che l'ispiratore del capo dei rivoluzionari è proprio Malcolm X: "Si è un personaggio che si impegna e combatte per le cose giuste". Poi sul cast di attori noti e meno noti (tra cui Frank Grillo, da "Zero Dark Thirty" a "Kingdom" in tivù) però privo di star, come di consueto nei film di genere, dice: "Non c'è stata nessuna decisione né imposizione. Abbiamo detto a James ci sono queste persone però non c'è nessun obbligo, nelle nostre pellicole la star è l'idea, la capacità di conquistare il pubblico, non credo di aver cambiato idea". "Loro sono 500mila volte meglio di me - dice di sceneggiatori e registi -, il nostro film è frutto del lavoro di DeMonaco. Nel nostro ufficio di Los Angeles ci sono tutte le immagini dei nostri film e dei nostri registi. Faccio in modo che siano il volto del film. Nel caso di James ci siamo divisi il lavoro, e a me tocca sempre spingere, perché lui è molto più importante rispetto all'azienda e a me".
"Al contrario non credo sia un film diseducativo - dice sulla violenza presente nel film, più suggerita che mostrata -, anzi parla del rapporto dell'America con le armi, ogni volta che si verifica una nefandezza, un fatto di sangue, questo fa aumentare la vendita di armi; se si continua così si potrebbe cadere in un'idea del genere. Mostrare la violenza negativa ai ragazzi, forse lo è, perciò bisogna farlo in maniera responsabile, per far riflettere, discutere, non pensiamo di cambiare gli Usa, ma speriamo comunque in un cambiamento positivo. Quello che più mi spaventa e che la nostra società diventi proprio come quella del film". "Ne abbiamo parlato e discusso con DeMonaco, durante le riprese, perché era importante che il protagonista ('l'eroe' ndr.) non uccidesse nessuno, non facevamo pratica di redenzione, tant'è che qualcuno ha suggerto di uccidere 'una signora', anzi quasi tutti chiedevano di ucciderla. Ma con James abbiamo concordato che appena commettesse un crimine, lo stesso eroe cadrebbe nello standard della violenza gratuita".
"Noi di tanto in tanto pruduciamo un film non horror, ne abbiamo prodotto 'Wiplash', e poi 'The Normal Heart" che parla di Aids, se c'è qualcosa di buono, anche se non è horror ci piace sostenerlo. E non ne abbiamo altri perché non li cerchiamo. Dopo aver fatto un film con l'Hasbro ("Ouija" di prossima uscita ndr.) - di cui sono rimasti soddisfatti -, loro stavano progettando 'Jem e le Hologram', che doveva costare intorno ai 30/40 milioni, e ci hanno chiesto se non potevamo farlo noi con 5milioni. Questa serie è conosciuta qui, ma non in Germania e in Francia, però ho conosciuto il regista Jon M. Chow che è ossessionato e appassionato della serie. E' stato lui che mi ha detto di farlo, anche se non aveva acquistato nemmeno i diritti. Forse non è il caso, pensai, ma poi siamo andati insieme e li abbiamo convinti. Ha scritto lui tutta la sceneggiatura, l'ha finito un mese fa e ha speso pochissimo: 5milioni anziché 10. Ma ancora non l'ho visto". "Non produrremmo un 'Transformers 5' - ride -, anche se si può fare moltissimo in low budget, volendo persino i film della Pixar, ma non potrei mai realizzare un blockbuster, mai per me. John Carpenter lo amo assolutamente, mi piace la sua produzione, anche Roger Corman se penso alla sua carriera, alla sua casa di produzione, a quello che ha fatto. A Carpenter ci ho pensato perché moltisisimi suoi film hanno uno sfondo sociale, e credo che la tendenza a riportare messaggi continui come fa il nostro film in America, e questa nozione politica è davvero interessante". "Un
o dei miei obiettivi sul marketing di 'Anarchia' era quello di cercare di ridurre i costi di quasi l'80%, modi diversi per abbassarli, non sono fissato con i soldi, l'importante è riuscire a fare cose redditizie, se volessi soldi non farei produzioni da 5milioni, credo che il grosso budget sia un modo per corrodere la creatività, tutti si lamentano dei problemi legati alle spese, mentre io cerco come fare le cose al meglio, a questo punto il discorso diventa politico". "Ci sono forse tre persone al mondo che possono fare film ad alto budget con grande controllo Michael Bay, James Cameron e Steven Spielberg ('la persona più testarda che ho incontrato'), io non ne sarei capace; nel caso dell'horror low budget più sono credibili e realistici, maggior paura fanno alla gente. Non sono uno scrittore, sarei uno sceneggiatore terribile, noi la sceneggiatura la leggiamo e se è molto lunga tagliamo con il consenso dell'autore, e diamo totale libertà alla creatività, dicendogli che il tetto è di 4milioni di dollari, se riesce a mantenere il budget andiamo avanti. Se lui dice no, non lo facciamo".
"Quando ero giovane non ero come Tarantino che amava l'horror sopra ogni cosa - dice della sua passione per il cinema -, amavo il Cinema, ed ero innamorato di Hitchcock (infatti il suo horror è più suggerito e reale, anzi thriller ndr.). Ho cominciato facendo film d'arte indipendenti (suo padre noto mercante d'arte, la madre profesoressa di storia dell'arte ndr.), amavo i film ma non ero molto contento del mio mestiere, fin quando non ho cominciato a lavorare in questo modo, sette anni fa e me ne sono innamorato". "A vent'anni, finito il college - ricorda -, ho detto che volevo fare cinema a mio padre, che era un gallerista e anche lui interessato al settore. Steve Martin era suo amico, ma io non l'avevo mai incontrato, e mio padre gli ha fatto leggere la mia sceneggiatura. Dopo sei mesi Steve l'aveva letto e mio padre mi ha detto di chiamarlo. Mi tremavano le mani, lui mi disse che gli piaceva molto e si era offerto di investire nella produzione. Io gli ho chiesto se potevo mostrare la sua lettera all'agente e lui acconsentì. L'ho ringraziato, ho fatto una fotocopia e l'ho incollata sulla copertina della sceneggiatura. Non abbiamo preso i suoi soldi, il film non ha avuto successo di pubblico, ma di critica". "Non credo che i film siano una questione di diritti - conclude -, 'Anarchia' è quello che volevamo realizzare, può darsi che mi sbagli. Ma con dieci première in Italia sono ormai diventato più famoso di Hanecke".
Ora - tra una ventina di film completati, in post produzione, in lavorazione e da iniziare -, sono anche in programma per il prossimo anno lo spaghetti western "In a Valley of Violence" di Ti West, con John Travolta, Karen Gillan, Taissa Farmiga ed Ethan Hawke (protagonista del primo "La notte del giudizio"), "The Boy Next Door" di Rob Cohen, un thriller con Jennifer Lopez e Ryan Guzman; e un nuovo "Amityville" che però non sarà un remake ma una rivisitazione. Ma si sa Blum non offre gadget miliardari, però una percentuale sugli incassi mondiali. José de Arcangelo

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