martedì 17 giugno 2014
Nei cinema "La pioggia che non cade", un 'musicarello' di ultima generazione che anziché sfruttare un successo promuove una band pop folk romana ancora sconosciuta ai più
Un ‘musicarello’ di ultima generazione, anzi del nuovo millennio che, al contrario di quelli degli anni Sessanta anziché prendere spunto da un successo o da un cantante popolare, propone un complesso pop folk, noto nei locali romani, ma non ancora a livello nazionale. “La pioggia che non cade”, diretto da Marco Calvise, infatti, è incentrato sugli Inverso, capitanati dal cantante, chitarrista e pianista Carlo Picone, che interpretano una vicenda tra realtà e finzione, nata da un’idea di Tonino Abballe (Comunication) che li ha scoperto, e prodotto il film che dal 19 giugno lo distribuisce anche su tutto il territorio nazionale.
“Ho lavorato sulla storia – esordisce il regista alla presentazione -, ho cercato di collegare ogni brano ai diversi momenti. I ‘cattivi’ sfruttano la voglia di quelli che cercano di emergere raggirandoli. Attraverso le emozioni abbiamo fatto una specie di excursus, tramite il quale vediamo cosa sono gli 'Inverso'. Confesso che non mi piace il musical, però alcuni film musicali sì, quando sono collegati a qualcosa strano. I vecchi musicarelli prendevano spunto da un tema famoso e lo trasformavano in una storia, oppure avevano un cantante famoso come protagonista. Noi abbiamo fatto lo stesso tipo lavoro ma proprio all’Inverso, per dare vita ad un album intero, ma la struttura è la stessa. E la musica non doveva essere minimamente invadente, anche quando è in primo piano, un po’ come nel film di Michael Jackson. La nostra scelta era far vedere come nasce anche una canzone, da quale situazione, quale emozione”.
“L’idea è nata durante un viaggio in treno – ribatte Tonino Abballe, anche sceneggiatore (con Paola Savinelli)-, giorni prima ero stato ad ascoltare gli Inverso in un pub, e leggendo Woodstock, dove si diceva che non ci sono più storie. Ho chiamato Carlo per dirgli che mi era venuta l’idea di fare un film. Il giorno dopo eravamo amici, e per correttezza ho chiamato Mauro Fiore (batterista e polemico del gruppo ndr.) che, come nel film, ha cominciato a fare 2.500 domande. Alla fine l’ho convinto, dicendogli: accetta o prendo un altro, allora state zitto e andiamo avanti - scherza. Ci siamo incontrati tantissime volte a casa mia, abbiamo scritto insieme, e nel momento clou, abbiamo chiamato un’altra sceneggiatrice che l’ha perfezionata soprattutto nei dialoghi, con alcune scene”.
“E’ stata molto peggio di così – afferma Fiore -, la penna di Tonino ha preso il mio vero ruolo, anzi ha colto l'anima di tutti noi”
“Ha colto nel segno – aggiunge Picone -, è riuscito a trasferire lo spirito che c'è tra di noi. Unica cosa che ci dicono spesso e non sopporto è la parola giovani. Nessuno di noi è giovane, io ho 35 anni, chi come Mauro ne ha quasi 50, non si ha mai un limite di età per seguire un sogno, per questo ci siamo subito trovati, se non ci fosse questo coraggio, questa incoscienza non saremo andati avanti. Tra di noi ci sono anche diverse provenienze geografiche oltre che di età, e la capacità di perdere qualcosa della propria esperienza per dare la possibilità agli altri”.
“Con Carlo nella realtà non ci ho mai provato e nemmeno – dichiara Anna Russo, unica componente femminile della band, al violoncello -, mentre leggevo il copione mi domandavo: è Tonino a scrivere? E’ vero nella realtà sono così, osservo le cose, dico quello che penso, tranne provarci con Carlo. E’ stato capace di captare subito quello che eravamo. E’ stata bella la fusione tra noi anche sul set, siamo degli artisti un po' pazzoidi”.
“Ha avuto il coraggio d’investire su un’idea originale – dice Vincenzo Citriniti, al basso -, ha saputo cogliere la nostra essenza, ha raccolto e preso nel film gli ‘Inverso’, per inventare qualcosa di nuovo, guardandolo da un punto di vista diverso”.
“Quando Tonino mi ha ingaggiato – afferma Viviana Colais che è Sara – ho scritto a Carlo dicendogli ‘sono tua moglie ma tu non lo sai’. Credevo opportuno, necessario, instaurare subito un rapporto tra loro musicisti e noi attori. Poi ci siamo visti prima per le prove e ci siamo trovati benissimo perché loro sono una famiglia, carinissimi tutti, tant’è che li ho seguiti nel processo successivo”.
“Mi associo all'esperienza giocherellona – ribatte Francesca Nunzi -, una volta sul set me ne frega poco la parte tecnica, non del lavoro, l’importante è credere nel progetto e, quindi, potersi divertire. E’ la prima volta che faccio un film musicale, è stata un’esperienza carina, empatica, nuova. Con Tonino ci eravamo conosciuti in un’altra occasione, ma mi sono trovata benissimo con tutti. E con Viviana ci siamo conosciute sul set e non ci siamo mai lasciate, siamo diventate amiche”.
“Un’esperienza bellissima – afferma Elisabetta Ventura, nel film l’agente ‘buona’ -, è insolita la voglia di Tonino di dare opportunità a chi non è molto conosciuto e di crederci. Abbiamo fatto il film in tre settimane, un’esperienza ciclonica. Ho un ruolo marginale, con Philippe Guastella che fa mio padre”.
Ho cercato di fondere a volte il commento musicale in diretta o come in un videoclip – aggiunge il regista -, su due piani di narrazione. La scena della corsa all’interno della Siae, dietro le quinte abbiamo avuto una serie di problemi. Ho dovuto correre dietro di loro con la telecamera, ma quella funzionava di per sé. Lo stile da videoclip mi è rimasto impreso da quando ho visto ‘Moonwalker’, ma ho visto un po’ tutti per cercare proprio qualcosa di assolutamente nuovo, ma questo era un progetto alla mia portata, ma al contrario del musicarello e del musical, qui in un certo senso la musica è arrivata dopo, dovevo capire dove mettere i brani, anche dove apparentemente non aveva senso, appiccicarle sulla storia e poi creare le immagini sopra. E Carlo, in post produzione, ci ha lavorato sull’audio, e addirittura dopo il montaggio ha ripreso i brani e ci ha ricucito sopra la musica”.
“E' un musical del nostro repertorio – conclude Picone -, abbiamo due produttori uno cattivo (nel film) e uno buono (Tonino). Una volta che ci abbiamo dato l’ok sulla sceneggiatura, ora scegli i brani da mettere, ma lui ci ha delegato perché si fida, non abbiamo scritto niente apposta per il film, e dove il testo non funzionava abbiamo usato solo la musica, alla fine ci mancava un pezzo, e mi ha detto chiama i compagni”.
Ora insieme al film esce anche il cd omonimo, ovvero l’album con le loro canzoni, e in giro, in tour, per l’Italia presenteranno il film suonando e cantando ‘dal vivo’.
Assenti giustificati all'anteprima stampa gli altri due componenti del gruppo Simone alla fisarmonica ed Enzo De Michele al sax.
José de Arcangelo
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