mercoledì 27 agosto 2014
"Il fuoco della vendetta - Out of the Furnace", un thriller contemporaneo rivolto al passato cinematografico
Presentato in anteprima e inconcorso all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma - si tratta di un dramma contemporaneo sulla scia del gangster-movie - e soprattutto del thriller della 'Nuova Hollywood' anni Settanta, firmato da Scott Cooper, reduce del successo di "Crazy Heart", vincitore di due premi Oscar (il primo della storia per Jeff Bridges).
Il regista, sceneggiatore, produttore e attore statunitense è tornato dietro la macchina da presa per realizzare la sua opera seconda, "Out of the Furnace" (titolo originale) con un cast stellare: Christian Bale (Oscar per il miglior attore non protagonista in "The Fighter"), Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker (Oscar per il miglior attore protagonista ne "L'ultimo re di Scozia"), Willem Dafoe, Zoë Saldana, Tom Bower e il drammaturgo, attore e regista Sam Shepard.
Russell Baze (Bale) è sulle tracce del fratello Rodney (Affleck), reduce della guerra in Iraq, scomparso misteriosamente dopo essere stato coinvolto nel giro di un’organizzazione criminale che realizza incontri clandestini di boxe e gestisce un traffico di stupefacenti, ovverossia una banda di 'montanari' guidata da un rozzo e feroce boss, De Groat (Harrelson).
Un cupo, angoscioso, solido dramma - scritto dal regista con Brad Ingelsby - su tematiche diventate ormai classiche del cinema hollywoodiano di ieri e di sempre, quali ingiustizia, vendetta - non è un caso che il titolo italiano reciti "Il fuoco della vendetta" -, crisi globale e provincia profonda, sacrificio e, forse, redenzione. Quindi, non mancano sentimenti ed emozioni forti, vera natura dello spettacolo cinematografico.
Un'opera diretta con mano sicura - ma senza un tocco veramente personale - che poggia non solo sul cast ma anche sull'ambientazione, originale ed efficace, grazie anche alla fotografia - di Masanobu Takayanagi - anch'essa cupa quanto la storia raccontata. Una delle tante facce dell'America, quella dei perdenti ma dai profondi legami familiari, anche quando all'orizzonte non c'è più un futuro. Infatti, la realtà ripiomba nel finale, quando l'acciaieria dove lavora il protagonista chiude i battenti perché ormai l'acciaio costa meno farlo in Cina (come quasi tutto).
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 27 agosto distribuito da Indie Pictures
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