martedì 30 settembre 2014
"Fratelli unici" ma diversi per la coppia Argentero-Bova diretta da Alessio Maria Federici sulla scia delle telenovelas brillanti
Una commedia romantica che parte dallo stesso spunto del vecchio "A proposito di Henry" - di Mike Nichols con Harrison Ford -, però incentrata sull'amore e i 'pesci rossi' con la coppia Raoul Bova e Luca Argentero, diretti da Alessio Maria Federici, in uscita dal 2 ottobre in oltre 400 copie (diventate 420 nel corso della conferenza stampa) distribuito da O1.
"Il film ha avuto una genesi, diciamo, travagliata - esordisce Argentero - perché siamo arrivati un po' in corsa, nessuno dei due era particolarmente in forma, per delle letture, ovvero eravamo nella peggior versione dei due, ma abbiamo cominciato a raccontarci delle cose nostre, che riguardavano anche il privato. E Federico ci ascoltava mentre noi continuavamo a parlare parlare, di tutto tranne riguardo il film. Se devi fare meccanico vai in officina e capisce come devi fare, ma se devi fare due fratelli ha fatto bene a lasciarci parlare. Peggio sentimento mai amato, tanto che alla fine non si considerano più fratelli, ma l'educazione sentimentale passa attraverso il loro rapporto. Il personaggio di Raoul ritorna ad una specie di purezza. Le parole di un bambino sono di grande verità, riesce a far riflettere noi adulti, a considerare importante, amarsi, prendersi cura qualcun altro, sono sentimenti dimenticati. Forse si riscoprono attraverso un adolescente".
"Alla fine mi ha guardato e abbracciato - ribatte Raoul Bova sul loro primo incontro -, e ha detto 'mi hai risollevato, ho scoperto c'è qualcuno che sta peggio di me', e non abbiamo fatto la lettura, e Federico ha detto 'va benissimo, e così io l'ho usato contro di voi'. Mi piace il suo personaggio perché vive nella disillusione generale dalla vita ma in fondo il suo cuore continua a battere, è l'elemento che trasforma Francesco. L'incidente dà l'idea della favola, dell'amore romantico, che sognava da bambino; attraverso il mio personaggio il fratello riesce a capire che dentro di lui certe cose non sono state perdute. Il loro rapporto offre una seconda opportunità di amare e/o ritrovarsi, perché la vita ti costringe ad assumere delle maschere particolari, mentre il nostro cuore è molto vicino alla persona che amiamo".
"Non lo può giudicare - ribatte Carolina Crescentini, che è l'ex moglie -, ha perso il marito con cui aveva fatto la figlia, ed io potrei ammazzare l'uomo che va con mia sorella, perciò si è messa con un uomo che non ama ma che le dà serenità, e si accontenta. La cosa splendida è che questo incidente crea una magia, e gli ridà uomo che ha amato, dimenticando il passato la risceglie".
"E' complicata - afferma Miriam Leone che è Sofia, la vicina di casa di Argentero -, una single di oggi che si mantiene col suo lavoro, e ha un vicino di casa odioso, ma nel momento incontra Pietro (Bova) ritrova la purezza di chi deve ricominciare e si inserisce in questo rapporto col fratello alle prese con la rieducazione, e con punti di vista diversi sull'amore. Una donna in conflitto che, alle fine, si ritrova un sentimento che inizia".
"E' molto difficile destreggiarsi tra loro - afferma Federici - perché tra questi cinque, sono unico che non ha almeno un paio di stalker. Ho lavorato con loro approcciando le cose, quello che succede nella vita quotidiana, Luca è uno che pensa che gli errori non sono tali finché non li ha fatti; ma lavorare con loro è stato facile e divertente".
"Il punto riferimento è la serialità perché la sceneggiatrice (col regista) Elena Buccaccio, ha lavorato finora soprattutto per il piccolo schermo e dice. "Il mio era 'Candy Candy, come dicevo tempo fa in un'intervista, la mia generazione ha imparato le regole del meccanismo (quello delle telenovelas per intenderci, la favola inerita nella realtà ndr.) ed riuscita a mettere in mezzo un po' di cuore, qualcosa di codificato sviluppato con delle scelte personali e di gusto. Scrivere un film è come fare una serie perché mi ha coinvolto molto, fino all'ultimo minuto. Il bello è che avevo tanti personaggi con tanti punti di vista, perché non parla di un percorso ma di tantissmi. Pietro è un po' Mary Poppins, un angelo che rimette a posto la vita delle persone, che lui faccia del bene insegna a vedere la realtà a tante persone".
"Anch'io e Matilde - confessa Luca Bernabei, produttore con la sorella - siamo fratelli unici, è mi è sempre piaciuto perché gratta gratta nel film si parla di perdono, che spesso non lo diamo a noi stessi, alla nostra compagna, a fratelli e sorelle; io con lei ce la siamo data; bisogna darsi una seconda opportunità, e come Renzi bisogna imparare a perdornarsi".
"Siamo tutti figli unici - ribatte Matilde -, nella vita troviamo persone diverse, il trovarsi e perdersi è continuo, è così ma anch'io l'ho ritrovato, e col cinema (loro producono soprattutto fiction ndr.) abbiamo l'opportunità di fare altro, e questo film è uno stimolo per chi lo vede".
"Loro non sono primedonne - dice la Crescentini sui colleghi maschi -, lavorandoci ho scoperto che sono due brave persone, mentre in giro c'è troppo ego; loro sono bravissimi ed è un piacere lavorarci, avete sbagliato film se pensate ci sia stata competizione. Il cinema è un gioco squadra, la primadonna rallenta tutti".
"Di solito quando arrivo la mattina non c'è nessun altro ad aspettarmi - ribatte Leone -, invece con loro è stato come trovarsi tra compagni di classe".
"In un film sia sul set che fuori ad un certo momento si deve fare squadra - aggiunge Federici -, noi siamo dei grandissimi privilegiati, possiamo raccontare i nostri sogni e quelli degli altri e siamo pagati per farlo; se qualcuno fa la primadonna, è perché c'è chi glielo permette".
"Io sono una sorta d'insider - dichiara Argentero della sua veste di produttore -, in tre anni ho frequentato tutti i possibili scenari, dal documentario alle webserie, per il lavoro fatto sembriamo Paramount, difficile fare il 'player tra i grandi player', vorrei far esordire i giovani, perciò sto pensando di affidarla a Megatube che raccoglie tantissime produzioni dal basso, declinate al web. La nostra casa di produzione non ha finalità commerciali, non mi piacciono le macchine, questa è una passione, uno sfizio che mi concedo".
Mentre Bova afferma: "Il mio lavoro riguarda in parte la beneficenza, Mistica sta andando avanti con dei progetti, il prossimo è recuperare un teatro, trovare i soldi per ristrutturarlo, perché è ancora un po' fattiscente. Per la produzione ho bisogno di avere la voglia e sentimento, prima ho portato avanti progetti che sentivo e non avevano la possibilità di andare avanti con produttore tradizionale, ma non me la sento di assumermi l'etichetta, mi sento più attore che produttore, anche se ho prodotto documentari, corti e lungometraggi. E' un anno che mi sono più occupato di progetti degli altri, e non ho avuto tempo da dedicare alla produzione, va avanti con i progetti nati dal cuore e mi dò un po' di tempo".
"La Lux fa una selezione dei progetti - dice Paolo Del Brocco di Rai Cinema -, e devo complimentarmi con Luca e Matilde, perché è il loro primo progetto cinematografico italiano, e hanno mantenuto l'idea dei film popolari con un senso, che riescono a far riflettere su un tema. Io, invece, vorrei fare 'Don Matteo' il film".
"Da ragazzo pensavo solo al tennis, andavo in giro coi baffetti - dichiara Argentero -, ma ero scarsissimo. Una differenza con Raoul l'ho colta, mi aspettavo un ottimo professionista, ma non mi aspettavo una profonda sensibilità anche come essere umano; io mi lascio scivolare le cose addosso; nel film lui soffre, mentre io è come se avessi sviluppato uno scudo. Raoul è molto aperto sia dal punto di vista professionale che umano, uno che deve subire le ingerenze della vita".
"Incontrare Luca è staro un momento bello nella mia vita- afferma Bova - e un piacere lavorare con lui. Io accuso molto le situazioni della vita, lui mi ha dato un po' l'occasione di risollevarmi perché mi ha fatto ridere e sorridere, e questo ci ha permesso anche di lavorare insieme. Dietro l'apparenza da cialtrone nasconde sani principi e valori, gioca a fare seduttore ma è una bella persona, anche nel ruolo. Crede molto nei valori della vita, su questo siamo simili, ma diverse nell'affrontare i problemi della vita".
"Orgogliosamente sono fratello maggiore di una sorella minore - chiosa Argentero -, sono iperprotettivo amoroso affezionato, lei mi vede veramente come un fratello maggiore, e io adoro esserlo".
"Io ho due sorelle maggiori - ribatte Bova -, non ho avuto il confronto con un fratello, ma il nostro è un rapporto di grande affetto, credo molto nel rapporto tra fratelli, ci sono anche tanti fratelli che si possono incontrare nella vita".
"Io sono una sorella minore - confessa Crescentini -, mia sorella mi ha aperto la strada, a 16 anni era una dark con la cresta, e mi portava sempre dietro, anche nelle sale prove, persino a bere la birra a 9 anni. Il nostro è un rapporto meraviglioso".
"Ho un fratello minore che è pianista e suona musica classica - chiude Leone -, sono cresciuta con la musica dentro casa, ma ci siamo 'scelti' successivamente, e il nostro rapporto ce lo porteremo per la vita, lo adoro".
José de Arcangelo
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