venerdì 12 settembre 2014
L'ultimo capolavoro del maestro Hayao Miyazaki "Si alza il vento" in uscita evento ad un anno dalla presentazione (in concorso) al Festival di Venezia
Presentato (in concorso) alla 70a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia arriva in sala un anno dopo, e solo per quattro giorni (dal 13 al 16 settembre), l'ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki. Una sorta di film testamento visto che è stato lo stesso maestro giapponese a dichiarare che con questo lavoro chiude la sua carriera cinematografica da regista - e proprio quest'anno riceverà l'Oscar onorario per la sua intera opera -, che non vuol dire che non continuerà a produrre, scrivere e quant'altro. Per iniziare, e in attesa del suo nuovo manga, Parigi gli dedicherà una mostra con tutti gli storyboard di film, serie e fumetti.
E se la gestazione di "Si alza il vento" è stata lunga (il primo quaderno di appunti è datato 2008), il lungometraggio d'animazione ripropone le costanti e le passioni dell'amato autore: dall'amore per gli aerei da combattimento (lui che odia la guerra) al volo, anzi la fluttuazione visto che in ogni suo film favolistico o meno è sempre presente (da "Porco rosso" a "Il castello nel cielo"); dalle grandi invenzioni e i sogni da realizzare al passaggio dall'adolescenza all'età adulta; fino ad una disarmante fiducia nell'umanità, nonostante tutto.
Il film s'ispira a due grandi dell'aeronautica mondiale e, per la prima volta, i protagonisti sono persone realmente esistite: l'italiano Gianni Caproni e il giapponese Jiro Horikoshi, ma anche lo scrittore Tatsuo Hori; mentre il titolo si riffà proprio ad un omonimo racconto del poeta nipponico tratto a sua volta da una poesia di Paul Valéry "Le vent se lève, il faut tenter de vivre" (Si alza il vento, dobbiamo provare a vivere).
Ecco la storia: Jiro sogna (letteralmente) di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni, che incontra proprio ogni notte. Miope fin da giovane, è però impossibilitato a fare il pilota e, nel 1927, entra in una delle principali società giapponesi del settore.
Sono anni importanti per il giovane Jiro perché ha modo di mostrare quel suo innato talento che lo farà diventare uno dei progettatori aeronautici più affermati del mondo, ma anche perché inizia a frequentare la bella e dolce Nahoko, l'amore della sua vita - conosciuta in treno durante il grande terremoto di Kanto -, oltre all'infinito, ovviamente.
"Gli anni in cui il nostro protagonista passa dall'infanzia alla giovinezza - afferma Miyazaki - sono contrassegnati da una sensazione di stasi: il terremoto di Kanto del 1923, la Grande depressione, la disoccupazione, povertà e turbercolosi, rivoluzione e fascismo, soppressione della libertà di parola, una guerra dopo l'altra. Intanto, nello stesso periodo, la cultura popolare fiorisce; si affermano modernismo e nichilismo, come pure l'edonismo. I poeti, lungo il loro cammino, restano vittime delle malattie e della morte".
"Questo film doveva essere una specie di biografia del protagonista - aggiunge il maestro -, dall'infanzia alla mezza età, ma la vita quotidiana di un progettista rischia di essere abbastanza monotona. Per cui si sono resi inevitabili tagli coraggiosi e salti temporali, cercando però di minimizzare al massimo il possibile disorientamento del pubblico. Il film è probabilmente il risultato dell'intreccio di tre tipi diversi di immagini".
"Le scene di vita quotidiana - prosegue - sono un insieme di sequenze semplici e tranquille. Le sequenze oniriche sono più libere e sensuali: oscillazioni temporali, terreno ondeggiante e oggetti volanti che fluttuano liberamente. I sogni servono a simboleggiare le idee che ossessionano Caproni e Jiro. Le spiegazioni e le riunioni tecniche sono rese in modo caricaturale".
Tutto questo contribuisce a farne uno spettacolo che è cibo per il cuore e per la mente, piacere per gli occhi e per l'udito (musiche del fedele Joe Hisaishi, anche collaboratore di Kitano, ed effetti sonori creati esclusivamente dalla voce umana), divertimento e riflessione. Due ore piene da gustare in (e con) tutti i sensi.
"Voglio creare qualcosa di realistico, fantastico, a tratti caricaturale, insomma un film meraviglioso" - conclude l'autore - e noi siamo convinti che ci sia riuscito in pieno... ancora una volta, dato che le scene di 'volo' sono veramente da antologia, non solo del cinema d'animazione.
José de Arcangelo
(5 stelle su 5)
Nelle sale italiane il 13, 14, 15 e 16 settembre (uscita evento) distribuito da Lucky Red
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