venerdì 3 ottobre 2014
Ad oltre un anno dalla presentazione in anteprima a Venezia arriva nei cinema "Una promessa" del francese Patrice Leconte con Rebecca Hall, dal romanzo di Stefan Zweig
Arriva nei cinema con oltre un anno di ritardo, il film di Patrice Leconte "Una promessa", tratto dal romanzo "Il viaggio nel passato" di Stefan Zweig con un bel terzetto di attori britannici: Rebecca Hall (lanciata da Woody Allen in "Vicky Cristina Barcelona", l'ormai illustre Alan Rickman (tutta la saga di Harry Potter, per ricordare solo il lavoro più popolare) e Richard Madden ("Cinderella").
Germania 1912: un giovane di umili origini viene assunto dal proprietario di un'acciaieria che, colpito dalla sua efficienza, lo promuove subito a segretario personale. Ma, a causa dell'età avanzata e della precaria salute, il padrone è costretto a lavorare da casa, dove ospita anche il giovane.
L'impiegato ben presto s'innamora della giovane moglie del datore di lavoro, ma non osa rivelare i suoi sentimenti e, quando capisce di essere ricambiato, sarà costretto a trasferirsi in Messico per lavoro e ne resterà bloccato fino alla fine della Grande guerra.
Presentato, fuori concorso, alla 70a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, è un sobrio mélo apparentemente freddo - se vogliamo vecchio stile -, tecnicamente ineccepibile (splendida fotografia di Eduardo Serra), formalmente accuratissimo che probabilmente non coinvolgerà le giovanissime platee contemporanee che pretendono azione, pochi sentimenti e niente riflessioni. Inoltre, Leconte si trova a dover raccontare una storia d'amore platonica, un amore impossibile, e a riflettere sulla resistenza, nel tempo, del desiderio, appunto.
"Intenso, perché il romanzo di Stefan Zweig - afferma Leconte nelle note di regia - è un capolavoro di concisione, come se l'autore fosse determinato a spogliarlo di qualsiasi cosa che non nutrisse direttamente la storia e il sentimento che esprime. L'adattamento di Jérome Tonnerre rispecchia, rispecchia il desiderio di attenersi all'essenziale, in modo che ogni scena risuoni di una vibrazione segreta, sottaciuta ma allo stesso tempo affascinante".
Infatti, il suo film parla di passione e sensuali desideri senza mai 'gridarli', e lo fa attraverso sguardi, piccoli gesti, azioni inattese, brevi contatti.
"Sensuale, perché il film parla di questo - prosegue l'autore -, del desiderio di chi ama. Amare senza sapere se si sarà ricambiati. Sognare senza poter esprimere il proprio sogno. Tenere un segreto ma vivere di sguardi, di tocchi impercettibili, dello sfiorarsi furtivo della pelle. Filmare il desiderio di accarezzare... Il romanzo di Zweig, infatti, pone una grande domanda: il desiderio può sopravvivere al passare del tempo?"
La stupenda cornice è firmata Ivan Maussione e i costumi da Pascaline Chavanne, mentre le musiche originali sono di Gabriel Yared e riecheggiano ora Chopin ora Schubert.
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 2 ottobre distribuito da Officine Ubu - Mountfluor
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