giovedì 30 ottobre 2014
"La danza della realtà" di Alejandro Jodorowsky, un viaggio nel passato mirando al futuro in una sorta di 'psicomagia' che diventa poetica terapia
Un’opera fra autobiografia e fiction, realtà e sogno, arte e poesia, questo e molto di più è l’ultima creazione cinematografica dell’ormai ottantacinquenne (ma non li dimostra) Alejandro Jodorowsky, “La danza della realtà”, dopo 22 anni – anzi 25 dall’uscita italiana di “Santa sangre” - di assenza dal grande schermo, ma costretto perché il film d’arte come lo definisce lui stesso, non interessa più né ai produttori né all’industria cinematografica, se non ci sono al centro almeno un paio di star.
Dopo la deludente (soprattutto per lui) esperienza a Hollywood (“Il ladro dell’arcobaleno” con Peter O’Toole e Omar Sharif, 1990), Jodorowsky ha investito i suoi risparmi per poter realizzare questo nuovo, visionario, film – che unisce due capitoli dei suoi libri autobiografici “La danza della realtà”, appunto, e “Il tesoro dell’ombra” -, con l’aiuto del produttore francese Michel Seydoux e di Moises Cosio.
Una miriade di immagini e situazioni reali – come quelle che costellano la nostra e soprattutto la sua infanzia – filtrate attraverso l’inusuale e distorta lente d’ingrandimento dell’autore de “Il paese incantato”, “La montagna sacra”, “El topo” fino a “Santa sangre”, appunto. Una visione ora poetica ora iperealistica ora suggestiva ma sempre graffiante e sconvolgente, che sorprende e conquista, trascina in un viaggio nel passato che mira al futuro, dove si confondono fatti storici e personali, pubblico e privato, passato e presente. Un ‘atto poetico’ e una sorta di ‘psicomagia’ che per il regista è stata una vera e propria terapia.
“Essendomi separato dal mio io illusorio – scrive l’autore nelle note di regia -, ho cercato disperatamente un sentiero e un senso per la vita”. E ora con la sua opera ci restituisce l’incredibile avventura di continua ricerca e sperimentazione, tal e quale è stata la sua vita. Nato nel 1929 in un paesino minerario del Cile, la cittadina di Tocopilla, il regista narra – inserendo in primo piano la figura del padre – la sua educazione molto severa e violenta, in seno a una famiglia sradicata (ebrei di origine russa), mettendo in risalto tutta la sua totale creatività (dai fumetti ai tarocchi, dal surrealismo all’avanguardia anni ’70), per riconciliarsi non solo col suo passato.
“Per me questo film è come una bomba atomica mentale – afferma -. Ho scritto libri e inventato una terapia che si chiama ‘psicomagia’, che consiste nel guarire con degli atti dei problemi psicologici dell’infanzia legati alla famiglia. ‘La danza della realtà’ non è solo un film, ma anche una forma di guarigione familiare, poiché tre dei miei figli vi recitano. Torno alla sorgente della mia infanzia, nel luogo stesso dove sono cresciuto, per reinventarmi”.
Non mancano riferimenti, rimandi e citazioni, in un film girato proprio nel paesino dove è nato per cui il regista ha ricostruito la casa-negozio dov’è cresciuto – era stata distrutta da un incendio nonostante fosse accanto alla caserma dei pompieri – e il cinema da lui frequentato da bambino, ormai demolito.
Quindi, un viaggio dall’infanzia fino all’adolescenza dell’autore che fa rivivere allo spettatore anche le proprie tramite situazioni e sentimenti universali, che una sottile patina di nostalgia, per niente edulcorata, ha portato alcuni a definirlo l’Amarcord di Jodorowsky.
Nel cast della pellicola il figlio Brontis Jodorowsky (Jaime, il padre), Pamela Flores (Sara, la madre), Jeremias Herskovits (Alejandro bambino), Bastian Bodenhoefer (Carlos Ibanes, il dittatore), Andrés Cox (don Aquiles), l’altro figlio Adan Jodorowsky (anarchico, anche autore della colonna sonora), il terzo figlio Cristobal Jodorowsky (Teosofo) e l’autore stesso nella parte di Alejandro adulto, ovviamente.
José de Arcangelo
(4 stelle su 5)
Nelle sale dal 30 ottobre (in alcune città dal 6 novembre) distribuito da Garabombo arte in movimento (Salvatore Pecoraro e Antonio Bertoli)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento