giovedì 13 novembre 2014

"Sarà un Paese", una docu-fiction on the road sull'Italia contemporanea e sul futuro (e i diritti) dei bambini firmata da Nicola Campiotti

Raccontare il nostro Paese oggi non è mica facile: colpito dalla crisi, non solo economica, segnato da un futuro incerto, come quello di milioni di giovani, dove i bambini sono al centro di famiglie che diventano giorno per giorno più povere, dove la solidarietà sembra scomparsa e la cosiddetta ‘guerra fra poveri’ ormai si sta facendo breccia in gran parte della popolazione. Il giovane regista Nicola Campiotti ci ha (felicemente) provato con un film in bilico tra documentario e fiction, con personaggi e situazioni fotografate dal vero e una storia inventata ma ‘reale’, in “Sarà un Paese”.
“Tra i venticinque e i trent’anni – dichiara Campiotti -, due circostanze hanno modificato il mio sguardo sul nostro Paese: la nascita di tre fratellini mulatti che ridisegnavano rumorosamente e con allegria la mia vita da figlio unico, e le partenze, sempre più frequenti, dei miei amici più cari verso i paesi del nord Europa, dove avrebbero proseguito le loro carriere universitarie e le loro vite. Da un parte tre bambini che si affacciavano per la prima volta sull’Italia, cercando di imparare l’alfabeto e la geografia, dall’altra un gruppo di ragazzi delusi e amareggiati dalle prospettive di studio e di lavoro che si trasferivano, forse per sempre, altrove. Al centro, c’ero io: appassionato del mezzo cinematografico, curioso della realtà, incerto sul da farsi e disponibile a lunghi babysitter aggi pomeridiani e serali, spesso teatro di racconti, storie inventate e miti antichi”. Infatti, il film parte sulle tracce dell’eroe fenicio Cadmo, cui il mito attribuisce l’introduzione in Grecia dell’alfabeto, Nicola (lo stesso autore), trentenne incerto sul futuro, e il fratellino Elia (Elia Saman), dieci anni, intraprendono un viaggio in Italia alla ricerca di un nuovo linguaggio, per ridare alle cose il loro giusto nome e restituire un senso alle parole.
In questo peregrinare, fatto di volti e luoghi, realtà dolorose e memorie storiche, la strada diventa percorso di formazione e insieme di esplorazione immaginaria. E, in questo confine tra documentario e finzione, racconta le speranze del Paese che sarà. “Molte cose ho dovuto toglierle perché il discorso sembrava lungo – prosegue il regista sulle parti documentarie - e ‘la strada si fa andando’, anche se può sembrare una frase fatta. Io ho mandato prima e-mail e lettere alle persone che dovevo incontrare, e di solito la prima volta vado senza telecamera. Sono stato ospite da loro per mangiare e chiacchierare, così è nata una fiducia da film on the road. Alla fine aveva 42 ore di girato che poi ho condensato in un’ora abbondante di film”. Un film dedicato ai giovani, giovanissimi, e anche agli adulti invitandoli all’esplorazione e alla riflessione attraverso un viaggio reale – protagonisti e troupe si sono veramente mossi lungo la Penisola – nell’Italia d’oggi, affrontando tanti temi: dall’inquinamento all’incontro tra culture e tradizioni religiose diverse (chi meglio dei bambini per scoprirle); dalla lotta al pizzo e alla cultura dell’illegalità ai beni comuni; dalla tutela e rispetto del paesaggio alla Visione Cosmoteandrica e l’Europa.
“Un viaggio libero e spontaneo – dice l’autore nelle note di regia – da fare con un bambino, per iniziare ad affrontare e raccogliere una manciata di temi che fossero una sorta di breviario, un compendio delle cose a mio avviso imprescindibili per divenire un Paese civile: il diritto al lavoro (possibilmente non precario e non rischioso per la propria vita), l’amore per la terra, il paesaggio e l’ambiente che ci ospita, il senso del limite, il valore del coraggio e il rispetto delle regole, l’apertura alla conoscenza e l’incontro di culture e credenze diverse, la Costituzione della Repubblica, gli esempi di Buon Governo…” E se, apparentemente, gli argomenti trattati possono sembrare troppi e per forza di cose non approfonditi abbastanza, Campiotti conferma: “Ci sono moltissimi documentari monografici molto utili per approfondire le singole tematiche che qui accarezziamo soltanto. Il mio intento era proprio questo: fare un volo d’uccello sull’Italia d’oggi, un’esplorazione perlustrativa, una proposta parziale, imperfetta, che sia abbrivio per i bambini e i ragazzi per un cammino da proseguire oltre il film, ciascuno con la sua anima e le proprie gambe”.
Infatti, è una sorta di radiografia del Paese che offre allo spettatore la possibilità di vedere realtà, condizioni e problemi attraverso lo sguardo curioso e ancora puro di un bambino. Non a caso l’Unicef Italia l’ha scelto per celebrare la Giornata dedicata al 25° Anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. E per la prima romana del film è prevista una serata evento in collaborazione proprio con l’Unicef al Cinema Barberini. Saranno presenti in sala il regista Nicola Campiotti, il cast tecnico e artistico del film, il Presidente e il Comitato italiano dell’Unicef Italia, assieme a numerosi professionisti dello spettacolo ed esponenti delle istituzioni italiane, come Lino Banfi, Ornella Muti, Andrea Locicero, Walter Veltroni, Maria Rosaria Omaggio, Raffaella Azim. “Non potevamo fare altrimenti – dichiara la vicepresidente di Unicef Italia, Silvana Calaprice – per il 25° anniversario della convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza che affidarci al linguaggio cinematografico che illustra più che con le parole quelli che sono nella realtà i problemi che riguardano il bambino e il suo futuro. Di solito gli adulti non capiscono quali sono i veri problemi, non sentono, non hanno la capacità d’ascolto, mentre il film ci fa vedere quello che pensano, grazie alla sensibilità e alla cultura dell’autore”.
E il regista conclude: “Sono ottimista riguardo il mio paese, finché ci saranno persone che fanno bene il loro lavoro c’è speranza. Quello che sono lo devo alla scuola pubblica, un maestro che lotta e concede curiosità ai bambini o un contadino che coltiva il ‘grano antico’ resto ottimista. Qualcuno ha detto che il mio film è buonista, ma non è vero, altrimenti anche la Costituzione italiana lo è”. Inoltre, il film è stato riconosciuto di Interesse Culturale Nazionale dal MiBAC - Direzione Generale per il Cinema ed è stato inserito da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nel concorso ‘Regoliamoci!’, giunto alla nona edizione e realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e nel percorso ‘Radici del Futuro’, ideato per gli studenti dagli 8 ai 13 anni. Infine, “Sarà un Paese” è nelle proposte di AgiScuola per l’anno 2014-2015 e presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2014. José de Arcangelo (3 stelle su 5)
Nelle sale dal 20 novembre presentato da Distribuzione Indipendente Quella del 20 novembre al Cinema Barberini è la prima tappa di un tour ragionato, che porterà “Sarà un Paese” nei migliori cinema e nel circuito off di Distribuzione Indipendente. Tra le prossime tappe: il Nuovo Cinema Aquila a Roma (il 21 novembre Nicola Campiotti sarà presente in sala per salutare il pubblico); il Cinema Beltrade a Milano (il regista sarà presente in sala il 27 novembre), il Cinema dei Fabbri a Trieste.
Vedi le sale del circuito classico e circuito off su http://saraunpaese.tumblr.com/ www.distribuzioneindipendente.it

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