giovedì 4 dicembre 2014
"Un amico molto speciale" di Alexandre Coffre ovvero un ladro travestito da Babbo Natale s'imbatte in un bambino ossessionato dal generoso e mitico personaggio
La tipica commedia natalizia ‘per famiglie’ arriva dalla Francia (ed esce da noi dieci giorni prima che in patria), divertente e ottimista come si addice alle feste, ma originale e - possiamo tranquillamente affermare - ‘politically scorrect’. Firmata da Alexandre Coffre, responsabile di “Tutta colpa del vulcano” col fenomeno Dany Boon, la nuova ‘pellicola’ offre una coppia cinematografica inedita e affiatata: l’adulto Tahar Rahim (da “Un profeta” di Jacques Audiard a “Il passato” di Asghar Farhadi) e il piccolo Victor Cabal.
“Un amico molto speciale” che sostituisce il titolo originale “Le Père Noel”, ovvero ‘Babbo Natale’, è originale soprattutto perché il Babbo Natale di turno è un improvvisato ladro d’appartamenti travestito dal mitico e insospettabile personaggio amatissimo dai bambini di (quasi) tutto il mondo, con alle calcagna i gorilla di un criminale (l’uomo nero), e perciò lontano da luoghi comuni e stereotipi del genere. Un adulto con l’anima di un bambino e un ragazzino che non vuole rinunciare al suo sogno di farsi un ‘giro’ col vecchio dalla barba bianca.
Parigi, vigilia di Natale: il piccolo Antoine (Cabal, una rivelazione) è ossessionato dall’idea di incontrare Babbo Natale e fare un volo in slitta con lui tra le nuvole e le stelle. E quando per caso (o per magia) gli cade sul balcone di casa non può essere altro che lui, anche se si tratta di un ladro (un inedito Rahim, alla sua prima commedia) nascosto sotto il classico, bianco-rosso, costume del bonario e ciccione amico dei bambini.
Nonostante gli innumerevoli tentativi dell’improvvisato Babbo Natale – è giovane e senza un chilo di più - per liberarsi dal determinato Antoine, pian piano tra i due si instaura una sorta d’inattesa amicizia e ‘complicità’ (negli spericolati furti), anzi nasce una scatenata coppia in giro per i tetti di Parigi, ognuno intento a realizzare il proprio sogno nella magica notte di Natale – ancora di più nella Ville Lumière dove tutto può accadere… E, alla fine, ne usciranno entrambi cambiati in meglio, soprattutto l’adulto anzi il ‘bambinone’ che troverà se stesso, il sentimento paterno e la maturità.
In realtà, come dice Coffre: “Sono due anime solitarie e ferite che non vogliono crescere, Antoine continua a credere a Babbo Natale perché vuole andare a incontrare suo padre sulla sua stella. Per andare avanti nella vita, dovrà accettare il suo dolore e rinunciare alle credenze dell’infanzia. ‘Babbo Natale’, dal canto suo, da quando è uscito dalla DASS (Direction Departementale de l’Action Sanitaire et Sociale) non è riuscito a costruire niente nella vita e fugge le responsabilità. Attraverso questa notte con Antoine, si ritroverà a fare il padre suo malgrado e finirà per ripartire nella direzione giusta. L’adulto quindi riparerà il suo passato e il bambino delineerà il suo avvenire. E alla fine questa improbabile alleanza avrà la meglio. E’ questa la magia del Natale”.
Un’ora e mezza scarsa di durata e un ritmo efficace fanno sì che tutto funzioni alla perfezione in questa commedia – sceneggiata dal regista con Rachel Palmieri, Fabrice Carazo e Laurent Zeitoun, tecnicamente ineccepibile. Infatti, non è un caso che sia nata dagli stessi produttori di “Quasi amici”, dato che mantiene alta l’attenzione dello spettatore, divertendolo e offrendogli un’esaltante visione della metropoli notturna e sopra i tetti (grazie alla fotografia di Pierre Cottereau), anche perché i ‘nostri amici’ sono quasi sempre in scena da soli, tranne nel prologo e nell’epilogo. Quindi, probabilmente, con un’altra coppia il gioco non sarebbe stato lo stesso né per loro né per il pubblico.
In sintesi, non un capolavoro ma un’opera che mantiene tutto quello che promette, un gradevole spettacolo per tutta la famiglia. Nei ruoli semi-cameo Annelise Hesme (la madre), Michael Abiteboul (l’uomo nero), Philippe Rebbot (Camille) e Amélie Glenn (Marie).
José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5)
Nelle sale dal 4 dicembre distribuito da M2 Pictures
HA DETTO IL PROTAGONISTA
“Da tempo avevo voglia di fare una commedia – ha dichiarato Tahar Rahim - ma ammetto che, in genere, non tutte quelle che vedo mi attirano! Poi ho ricevuto due proposte quasi nello stemmo momento: prima il film di Eric Todedano e Olivier Nakache (gli autori di ‘Quasi amici’ ndr.) e poi quello di Alexandre Coffre… Quello di fare i due progetti l’uno dopo l’altro non è stata una scelta strategica. In realtà avevo sentito parlare di ‘Un amico molto speciale’ da tempo e mi piaceva molto l’idea di partenza, soprattutto perché non è il tipo di storia che si riesce a vedere spesso in Francia. E’ un genere piuttosto anglosassone”.
“Mi piaceva il fatto che il mio personaggio fosse ancorato alla commedia e che fosse assolutamente reale: io gli credo! E’ un bambino non cresciuto, non è ancora maturato ed è costretto a diventare un ladro per pagare i debiti. E’ una cosa buffa ma credibile. Nel suo rapporto e nei dialoghi col bambino è un adulto che conserva il suo spirito infantile, è una persona che dice le cose senza filtro. Man mano che la storia va avanti, poi, inizia a crescere e si realizza come uomo fino a incarnare una sorta di figura paterna. Mi toccava molto questa evoluzione del personaggio e ci vedevo una sfida personale: essere credibile, far commuovere e divertire al tempo stesso”
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