
solo che bisogna affrontarla con i mezzi e nei modi giusti. E così una storia drammaticissima come quella degli immigrati (ed esiliati) clandestini – e soprattutto delle vere vittime del caso - viene vista con gli occhi dei bambini e diventa quasi una favola contemporanea, sui toni della commedia surreale. Partendo quasi come un film di fantascienza, perché la piccola protagonista ci racconta la sua storia dal 2067, quando ormai è un’adulta e non ricorda quasipiù chi governasse allora – cioè ora - la Francia, la pellicola ci fa osservare la situazione col senno di poi.
Milana (Linda Doudaeva) è una ragazzina di origine cecena che vive a Parigi e frequenta la scuola elementare. La sua vivace comitiva di amici e compagni di scuola comprende ragazzi di ogni colore e provenienza, uniti però da grande amicizia, solidarietà e complicità.

Tant’è che quando uno di loro Youssef, viene rimpatriato perché i genitori non hanno il permesso di soggiorno (sans papier), lo stesso destino dovrebbe attendere anche a Milana. E i suoi amici decidono di mettere in atto un piano per salvarla… Un’avventurosa e pianificata fuga che metterà in allarme tutti, dai genitori agli insegnanti, dai vicini ai parenti, e tramite questi le istituzioni.
Quindi una parabola contemporanea, divertente e toccante al tempo stesso, che conquista grandi e piccoli, tra avventura e riflessione, impegno e poesia. Un’opera che ha emozionato il pubblico del Festival di Cannes 2010, anche grazie a un cast di giovanissimi, affiatati e credibili, guidati e difesi da una Valeria Bruni Tedeschi, intensa e partecipe come non mai, nel ruolo della madre di due dei ragazzini, Cendrine, una delle poche – se non l’unica – capace di comprendere gli stati d’animo, le paure e le vere intenzioni dei ragazzini.

“Un mio conoscente – afferma il regista – ha un figlio piccolo di origine vietnamita che un giorno gli ha chiesto quando anche lui avrebbe dovuto lasciare la Francia, poiché aveva visto scomparire parecchi dei suoi compagni. Il ragazzino aveva intuito di appartenere a una categoria stigmatizzata, minacciata… Era mia intenzione raccontare l’iniziativa dei bambini, al di fuori del controllo degli adulti e, in qualche misura, contro di essi. Il loro compagno, Youssef, è stato espulso. Ora è Milana a essere minacciata e tutto il loro gruppo è in pericolo. Quindi si organizzano a prescindere dai genitori, le cui dichiarazioni allarmistiche non fanno che convincerli del fatto di trovarsi in una situazione di massima emergenza e di non potersi fidare che di se stessi”.
Quindi la realtà irrompe sul grande schermo senza retorica, evitando il sentimentalismo e il falso moralismo, ma senza dimenticare sentimenti né quel senso di ‘umanità’ che ci dovrebbe salvare dall’indifferenza. Un po’ quello che faceva sessant’anni fa il nostro Vittorio De Sica, restando però nell’ambito del dramma neorealista.
Nel cast anche Jules Ritmanic (Blaise), Louna Klanit (Alice), Louka Masset (Ali), Jeremie Yousaf (Claudio), Dramane Sarambounou (Youssef), Malika Doudaeva (madre di Milana), Sissi Duparc (madre di Claudio), Hélène Babu (direttrice), Florence Muller (commissario), Hippolyte

Girardot (Rodolphe, fratello di Cendrine) e lo stesso autore, Roman Goupil (Luc).
Il film è stato presentato in anteprima a Roma nell’ambito della rassegna dedicata al cinema d’oltralpe “Rendez Vous” ed è distribuito dall’attenta e coraggiosa Teodora Film
José de Arcangelo
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