lunedì 27 aprile 2009

Focaccia Blues: la vera storia della focaccia che 'mangiò' l'hamburger










“Focaccia Blues” di Nico Cirasola racconta ‘la vera storia della focaccia che mangiò l’hamburger’, ovvero del fornaio pugliese che sconfisse McDonald’s. Un film indipendente, una docu-fiction originale e divertente, glocal e ‘gustosa’ come la focaccia doc. Ricostruisce la vicenda accaduta realmente qualche anno fa ad Altamura, un comune della Puglia dove venne inaugurato, tra la curiosità degli abitanti, un enorme McDonald’s di 550 metri quadri. Dopo qualche mese, Luca Di Gesù proprietario di uno storico forno, avendo un locale proprio accanto al ‘gigante’ americano decise di aprire una piccola panetteria, una succursale, in cui produceva la sua piccola specialità: la focaccia.
Lentamente, da quel momento, giorno dopo giorno, la concorrenza “leale” del panettiere altamurano mise sempre più in crisi il grande fast food, che da lì a pochi mesi fu costretto a chiudere i battenti. La notizia balzò subito agli onori della cronaca nazionale e internazionale.
“Lo spunto me l’ha dato Onofrio Pepe (operatore culturale e giornalista ndr.) che mi ha fatto conoscere la storia – esordisce il giovane produttore Alessandro Contessa -. Ma se non ci fosse stato Luca Di Gesù che ha dato fastidio al colosso americano non ci sarebbe stato il film”.
La storia viene raccontata direttamente attraverso l’esperienza dei simpatici abitanti del paese, cioè i veri protagonisti, da un giornalista francese (Eric Jozsef) e tramite l’avventura di Onofrio Pepe, giunto negli Stati Uniti armato di decine di focacce con lo scopo ben preciso di far conoscere agli americani la bontà della focaccia pugliese, per approdare infine al cuore della McDonald’s, la casa madre (università inclusa) di Chicago.
Alla vicenda vera si incrocia la finta favola d’amore tra Dante (Dante Marmone), un fruttivendolo ‘bio’ amante della qualità, e Rosa (Tiziana Schiavarelli), sua cliente abituale, affascinata dall’arrivo in città di un misterioso e strano personaggio, Manuel (Luca Cirasola), un antieroe western moderno, deciso a colonizzare tutto ciò che gli passa davanti. Ma ci sono le continue incursioni di due personaggi televisivi (Lino Banfi e Renzo Arbore) protagonisti di uno sketch di ‘telecucina’, in cui esasperano il concetto di identità litigando allegramente per i più disparati e futili motivi (“è più buono il fungo Cardoncello o il Lampascione?”); e, nel prologo, di un nostalgico protezionista cinematografico (Michele Placido), e poi di un combattivo esercente di una piccola sala d’essai (Nichi Vendola).
“Sono grato ad Onofrio ed Alessandro che, mentre erano a Torino a parlare del fungo cardoncello, abbiano pensato a me. Sono abituato a fare film ogni tanto, ogni cinque anni più o meno – afferma ridendo e scherzando Cirasola -, tanto che la telefonata mi ha svegliato mentre stavo a far niente, ad oziare. Non pensavo al suicidio, tutt’altro, sono nato nell’ozio e ci sto bene, anche se per il film ho affrontato una fatica lunga due anni. Infatti, bisogna avere tempo per gustarsi la focaccia, altrimenti ti potrebbe far male. C’è questa filosofia di vita dietro il film. Non possiamo cambiare il mondo, non possiamo impedire le guerre né i terremoti ma non tutto è così scontato come sembra”.
Quindi, una pellicola pugliese doc come la stessa focaccia, tanto da risvegliare l’appetito nello spettatore. Tanto che spesso vengono organizzate feste a base di focaccia (biglietto film + talloncino), anche perché il film fa venire l’irrefrenabile voglia di mangiarla!.
“Volevamo un film che possa essere compreso da tutti – prosegue il regista – non solo dagli italiani, però avere sul set più pugliesi possibili. Anche perché abbiamo già tutto per vivere meglio, basta sceglierlo. Insomma, un film corale che con l’ironia invita a riflettere sulla difesa delle identità, del buon gusto e della qualità della vita, soprattutto oggi che siamo continuamente bombardati dalla globalizzazione e dalla lobotomizzazione delle culture. Abbiamo cercato di valorizzare il concetto di glocale in ogni suo aspetto, tutte le musiche difatti nascono da musicisti di origini pugliesi: da Sandro Corsi e Pino Genco (autori della colonna sonora, anche in cd ndr.) a Pat G (cantante pugliese-americano), fino a Nino Lepore che ha eseguito le musiche del grande compositore Saverio Mercadante, anche lui pugliese nato proprio ad Altamura nel 1795”.
“Sono un pusher dei cibi pugliesi – confessa da parte sua Arbore -, anche Lino parla con gli amici, dalla mattina alla sera, del fungo Carboncello; mentre io con quelli della ‘Feder Lamp’, amici del lampascione, un cipollotto amaro che cresce sotto terra. Gli altri ci chiedono ‘ma cosa mangiate?!’, però noi non possiamo vivere senza, e ha degli effetti secondari di cui non parlo. Tanto che si dice: ‘dopo la bomba atomica, c’è il lampascione’, però ha anche effetti salutari straordinari”.
“Questa è la seconda opera di Nico a cui partecipo – aggiunge -, la prima era ‘Odore di pioggia’ che è stata presentata a Pechino e a Berlino, ma non l’hanno capita. Mi diverto a fare il pugliese. L’ho fatto con Elio e le storie tese, nella fiction televisiva. E poi con Lino ci divertiamo un mondo, è come fare i napoletani (leggi Totò e Peppino ndr.), ma al tempo stesso diverso. Partire da un grande problema, tipo come faremo a risolvere il problema dell’energia, per poi finire parlando di cibo. I pugliesi parlano di cibo anche quando mangiano, sempre e comunque. Inoltre ci sono queste simpatiche e gustose rivalità fra paesi”.
José de Arcangelo

Nelle sale da venerdì 17 aprile in 10 copie distribuito da Bunker Lab/Pablo.
A Roma al Nuovo Cinema Aquila e, dal 24 aprile, al Farnese. Dal 24 anche a Milano, Torino, Bologna e Firenze.

La ricetta della focaccia
Ingredienti: 1kg di semola di grano duro; sale qb; un cucchiaio di olio extra vergine di oliva; una decina di olive nere; una decina di pomodorini; uno spicchio di aglio; cipolle; origano.
Preparazione: lavorare la pasta di pane, un genere una teglia da forno con olio, sistemarvi l’impasto e fare riposare per circa mezz’ora. Condire la superficie con i pomodorini, le olive, lo spicchio d’aglio, la cipolla spezzettata, un pizzico di sale e il restante olio. Infornare a 250 gradi per mezz’ora.
Per chi la vuole fare in casa è possibile usare la farina 00 unita a tre o quattro patate. Setacciare questa farina e, disposta a fontana, incorporarvi le patate lessate e passate metà dell’olio, del sale e un po’ di lievito. Aggiungere acqua tiepida, impastare bene il tutto fino ad ottenere un impasto morbido. Nei forni a legna pugliesi si cuoce anche la focaccia sulla pietra senza la teglia. Questo tipo di focaccia è la più originale.

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