lunedì 1 giugno 2009

Dalla Corea agli States, due sorelle con orrore






Discreto rifacimento americano del thriller-horror coreano di ultima generazione “Janghwa, Hongryeon” di Ji-woon Kim - uscito in Italia col titolo “Two Sisters” -, ma ispirato alla tradizione, ecco “The Uninvited” firmato dai fratelli inglesi Tom e Charlie Guard e sceneggiato da Craig Rosenberg e Doug Miro & Carlo Bernard. Quindi un horror che ha dei riferimenti illustri come Alfred Hitchcock (da “L’ombra del dubbio” a “Psyco”) oppure lo M. Night Shyamalan de “Il sesto senso”.
Comunque il macabro ‘gioco’ funziona perché stavolta la storia è stata ben adattata – aggiornata e corretta - alla realtà e alla cultura americane, dove è stata ambientato ora il film. Inoltre ha un bello e affiatato cast: dalle giovani in ascesa Emily Browning, già bambina (australiana) prodigio in “Lemony Snicket”, e Arielle Kebbel (“The Grudge 2”) all’affermata Elizabeth Banks (vista recentemente in “Role Models”), lanciata da Spielberg in “Prova a prendermi”; per non parlare del grande caratterista David Strathairn, vincitore della Coppa Volpi a Venezia per “Good Night, and Good Luck” di George Clooney.
Uno spettacolo orrorifico per gli amanti del genere, più vicino ai classici che a quelli contemporanei, cioè che non risparmia suspense, misteri e ambiguità, ma senza cadere in eccessi splatter per intenderci. I morti non mancano però i particolari ci vengono spesso risparmiati.
Prodotta dalla DreamWorks Pictures, in collaborazione con Cold Spring Pictures, Parkes/MacDonald Production (“The Ring 1 e 2”) e Montecito Picture Company/Vertigo Entertainment Production, la pellicola vanta fra i tanti produttori esecutivi anche Ivan Reitman, non dimenticato regista di “Ghostbusters”, non solo.
Dimessa dall’istituto psichiatrico in cui è stata ricoverata, la tormentata Anna (Emily Browning) inizia a indagare sulle equivoche circostanze che avvolgono la morte della madre malata in un misterioso incendio. Mentre l’adolescente si riprende dal tragico lutto che l’ha colpita, scopre che suo padre, Steven (David Strathairn), ha una relazione con l’ex infermiera della moglie, Rachel (Elizabeth Banks) e che è disposto addirittura a sposarla. Lo stupore di Anna si trasforma presto in terrore, quando le appare il fantasma della madre (Maya Massar) che punta il dito su Rachel, invocando vendetta. Steven si rifiuta di dare ascolto agli avvertimenti di Anna e della sorella Alex (Arielle Kebbel) che, deluse dal suo comportamento, iniziano ad indagare sull’ambiguo passato della donna. E l’unico testimone attendibile è, forse, il fattorino Matt (Jesse Moss), un coetaneo che corteggia Anna ma…
A questo punto, allo spettatore resta quasi tutto da scoprire, anche perché il film poggia sulla suspense, sulle apparenze e sui colpi di scena, soprattutto nel finale a sorpresa. E chi non ha avuto occasione di vedere l’originale, meglio non ne sappia niente. O il meno possibile, e ricordi che tutto non è come sembra.
Note
I fratelli Guard, in precedenza, erano stati premiati per una serie di corti che raccontavano la storia di una ragazza, Lena Headley, travolta da una sequela di incontri casuali nella città di Londra. Il cortometraggio “Inside Out” – vincitore del premio Miglior corto al Short Film Festival della BBC – narra invece le vicende di un ricercatore di mercato che si innamora di una vetrinista. L’ultimo della serie “Round About Five”, è uno studio sulle specificità dell’attrazione umana, che la Kodak ha presentato al Festival di Cannes. Inoltre i due fratelli si sono confrontati spesso con la pubblicità e attraverso questa sono stati scoperti dai produttori Parkes e MacDonald.
“Tom e Charlie – dichiara Parkes – avevano realizzato uno spot di 60 secondi per una società francese produttrice di birra nel quale avevano raccontato una storia fatta di un inizio, una fase intermedia e un finale, mostrando di avere la percezione precisa dei luoghi raffigurati e del senso della perdita subita. Ero davvero rimasto colpito dal loro lavoro”.
Lo sceneggiatore Craig Rosenberg nasce in Australia e si dedica alla sceneggiatura e alla regia di alcune pellicole prodotte dalle maggiori case di produzione del mondo, da registi del calibro di Spielberg e Wes Crven, e da alcuni premiati produttori come Art Linson e Neal Moritz. Fa parte del team del fenomeno televisivo “Lost”.
Il duo di sceneggiatori Doug Miro & Carlo Bernard sono cresciuti insieme in un quartiere periferico alle porte di Detroit dove si sono conosciuti all’età di otto anni. Hanno collaborato alla stesura di “Un pugno di eroi” della Miramax (2005) e, recentemente, hanno lavorato a “Prince of Persia”, prodotto da Jerry Bruckheimer e dalla Disney.
José de Arcangelo

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