lunedì 3 maggio 2010

Da René Goscinny una favolistica commedia sull'infanzia: "Il piccolo Nicolas e i suoi genitori"


La commedia firmata Laurent Tirard - tratta dai racconti di René Goscinny (autore del celeberrimo “Asterix”), illustrati da Jean-Jacques Sempé -, è stata in Francia un vero e proprio fenomeno: ha superato la soglia dei 5 milioni e mezzo di spettatori.
Un film sull’infanzia ma non solo dedicato ai bambini, perché unisce riflessione e avventura, divertimento e poesia, nostalgia e soprattutto tanta sana ironia. Adattato per il grande schermo dallo stesso Tirard con Grégoire Vigneron e la consulenza diretta della figlia dell’autore Anne Goscinny, “Le petit Nicolas” (titolo originale) narra, attraverso gli occhi del piccolo protagonista, un bambino di otto anni, le disavventure di ‘un figlio unico’ felice e spensierato che ad un certo punto scopre che la madre aspetta un fratellino. Da questo fatto si scatena un’avventura ricca di equivoci e trovate tra favola e realtà.
“Un giorno ho sentito – ci confessa il piccolo – i miei genitori che parlavano e ho capito che la mamma aspetta un altro bambino. Ma questa è una vera catastrofe! Penseranno solo a lui e nessuno si occuperà più di me! Forse si vorranno persino sbarazzare di me…
Devo assolutamente correre ai ripari! Con la mia banda di amici riusciremo a fare un piano per evitare che tutto questo accada!”
Nella commedia, naturalmente, ci sono tutti gli amici e compagni di scuola di Nicolas (Maxime Godart), che vengono presentati all’inizio del film: Alceste (Vincent Claude) è molto grasso perché mangia sempre, Rufus (Germain Petit Damico) combina sempre guai, Clotaire (Victor Carles) è il somaro della classe e finisce sempre in punizione, Eudes (Benjamin Averty) è fortissimo e gli piace un sacco mollare pugni sul naso, Agnan (Damien Ferdel) è il primo della classe, il cocco della maestra e piange sempre; Geoffrey (Charles Vaillant) viene a scuola con l’autista perché il padre è molto ricco, Joachim (Virgile Tirard, figlio del regista) ha avuto un fratellino ed è quello che, involontariamente, fa scattare la ‘paura’ in Nicolas.
Nel cast della pellicola – presentata in anteprima nella sezione Alice nella Città al IV Festival Internazionale del Film di Roma - ci sono anche gli adulti, che diversamente dai ragazzi esordienti, sono tutti professionisti noti e non: Valerie Lemercier (la madre), Kad Merad (il padre), che già abbiamo apprezzato in “Giù al Nord”; Sandrine Kiberlain (la maestra), François-Xavier Damaison (Il Brodo), Michael Duchaussoy (il direttore), Daniel Prèvost (il signor Moucheboume), il veterano Michel Galabru (il Ministro), Anémone (la signorina Navarrin), François Damiens (Blédurt) e Louise Bourgoin (la fiorista).
Visto il successo del film non si può che pensare ad un sèguito, ma il regista invece non ci pensa perché per lui è stata un’esperienza magica e irrepetibile. Inoltre i piccoli personaggi, al contrario di Harry Potter, non crescono mai mentre i piccoli attori sì, anzi sono già cresciuti.
“La longevità del successo del personaggio di Goscinny e dell’illustratore Sempé – dichiara il regista – risiede nella loro capacità di coinvolgere nella loro opera i lettori di ogni generazione, come spero aver fatto io con il pubblico cinematografico. Una capacità per cui il lettore ragazzino riesce a immedesimarsi nei personaggi, e gli adulti a ‘recuperare’ la loro infanzia. Spesso gli adulti vedono i bambini con uno sguardo di superiorità, mentre qui questo non succede. Nicolas è un personaggio molto universale in cui ognuno di noi può riconoscersi, mi rimanda alla mia infanzia, anche se io appartengo a una generazione diversa (è stato scritto negli anni ’50 ndr.). Mi faceva ridere, ma con una certa nostalgia. Mi piaceva il doppio livello del racconto: un livello per i bambini e un livello per i grandi. C’è una certa dose di poesia, d’ironia e piccoli cattiverie, perché riesce a mettersi al livello dei bambini. Mi sono ritrovato nella scena in cui Nicolas decide di andarsene di casa di notte con il suo fagotto. Anch’io avevo progettato di farlo, avevo persino percorso qualche metro! In seguito quella scena è diventata un punto di riferimento per me e, ogni volta che mi arrabbiavo, minacciavo di partire con la mia valigia e riprendevo il discorso del ‘piccolo Nicolas: ‘Un giorno tornerò con un sacco di soldi e ve ne pentirete tutti!’. Era un modo per ridere di me stesso ricollegandomi a quel momento dell’infanzia”.
Anche il film è ambientato negli anni Cinquanta, ma è piuttosto un mondo fiabesco, quello che riporta ogni spettatore ai tempi della sua infanzia, un periodo senza tempo né storia che però segna tutta la nostra esistenza.
Comunque, Tirard sta lavorando alla sceneggiatura del nuovo film della serie di Asterix, dato che nel film c’è un piccola citazione-omaggio – la scena della pozione magica - e anche perché è stata la stessa figlia di Goscinny a proporglielo, perché era stata delusa dall’ultimo capitolo cinematografico.
José de Arcangelo
Nelle sale dal 2 aprile distribuito da Bim

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