
Evento speciale al Festival Internazionale del Film di Roma 2009, è uscito ora al Nuovo Cinema Aquila di Roma, l’interessante documentario musicale “Sound of Morocco” firmato Giuliana Gamba, che - sulla scia di “Crossing the Bridge: Sound of Istambul” di Fatih Akin, oppure di quelli sulla musica cubana con in testa “Buena Vista Social Club” di Wim Wenders – ci propone un viaggio musicale attraverso le antiche musiche etniche del Nordafrica e le odierne contaminazioni o rielaborazioni, come per esempio il rap marocchino di giovani che l’hanno fatto loro e ne sono addirittura orgogliosi.
Così, guidati da Nour Edine, musicista marocchino che vive in Italia da vent’anni; da Sapho in Francia e da Salan Edin in Olanda, conosciamo poco a poco Abdellah Ed-Douch, giovane e poverissimo berbero che canta il sentimento struggente che lo lega alla sua terra; Omar Sayed, del gruppo rock anni Settanta “Nass El Ghiwane”, definiti da Martin Scorsese i “Rolling Stones dell’Africa”, il primo che ha cantato l’orgoglio musulmano e l’unicità dell’anima e della cultura dell’Islam; fino al grande festival di Essaouira.
Infatti l’ultima tappa del viaggio è il Festival di Essaouira: luogo da cui partivano i carichi di schiavi che come unico patrimonio portavano nelle Americhe il ritmo della musica Gnawa. "Ogni passaggio tra i vari mondi musicali non rappresenta una frattura tra passato e presente, o tra un modo di intendere la vita e un altro, ma mette in luce l’estrema coesione che esiste tra le diverse componenti musicali marocchine".
Chi ama la musica e la cultura di altri paesi a noi sconosciuti, anche se non troppo lontani, è questa un’occasione da non perdere. Per altri – inclusi gli antidocumentaristi -, ovviamente, da lasciar perdere.
José de Arcangelo
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