lunedì 6 settembre 2010

I vecchi "Mercenari" di Stallone divertono e non deludono il loro pubblico

Finalmente sugli schermi ‘l’americanata’ firmata Sylvester Stallone. Un solido film d’azione fatto su misura per i ‘vecchietti’ sfatti, ex divi del genere, accanto ad altri più giovani e in piena forma, in irresistibile ascesa e non. E se Sly ha rinunciato alla satira per costruirne un fumettone tutto azione e buoni sentimenti, ennesimo scontro tra buoni meno buoni e cattivi più cattivi, ha fatto comunque un film divertente, qualche volta (involontariamente) autoironico e dal ritmo azzeccato. I suoi fan non resteranno delusi perché sanno quello che li aspetta. Inoltre, è difficile resistere alla ‘scenetta’ con Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger – in partecipazioni amichevoli e quindi non accreditati - che si prendono in giro a vicenda.
Certo si può rimpiangere la mancanza di Jean-Claude Van Damme che ha rifiutato l’offerta e dell’altro divo (inespressivo) del genere come Steven Seagal, ma ci sono sempre Dolph ‘ti spiezzo in due’ Lundgren che torna insieme all’ex Rocky-Rambo in un ruolo per lui inedito (ma non troppo), l’ex “Wrestler” e amico Mickey Rourke, il cinese Jet Li, il nuovo eroe Jason Statham, lanciato da “Lock & Stock” e affermatosi con la trilogia “The Transporter”; il campione di arti marziali miste Randy Couture (già in “Red Belt” di David Mamet e “Il re scorpione 2”); l’ex poliziotto e poi attore teatrale David Zayas, tra gli interpreti del fenomeno televisivo “Dexter”; Terry Crews, ex giocatore di football americano; un cattivo di lu
sso come Eric Roberts (il fratello meno fortunato di Julia) e una bellissima attrice brasiliana come Giselle Itié (Sandra), che ha studiato boxe e jiu jitsu ma non aveva mai recitato in un film d’azione.
La storia è la solita, o quasi: Barney Ross (Stallone) è un uomo che non ha niente da perdere. E’ coraggioso ma privo di emozioni ed è lui il capo, il saggio stratega della banda di mercenari che vive ai margini della società, una banda di uomini uniti da un forte legame.
Le uniche cose cui è legato sono un camioncino, un idrovolante e la sua squadra di moderni mercenari composta da Lee Christmas (Statham), ex SAS (Special Air Service britannica) ed esperto di qualsiasi arma dotata di una lama; Yin Yang (Li), maestro di Closer Quarter Combat (combattimento in cui piccole unità lottano contro il nemico con armi personali e da una distanza molto ravvicinata); Hale Caesar (Crews), specialista di armi a canna lunga; Toll Road (Couture), grande esperto di demolizioni considerato l’intellettuale del gruppo; e Gunnar (Lundgren), veterano del combattimento e inimitabile cecchino, in lotta con i suoi demoni personali.
Ma il misterioso Church (Willis) offre a Barney un lavoro che nessun altro accetterebbe: deporre il generale Garza (Zayas), dittatore dell’isola latinoamericana di Vilena, e porre così fine agli anni di morte e distruzione inflitti sul suo popolo. Però non tutto è come sembra né funziona come dovrebbe, tanto che il ‘nostro’ avrà occasione una seconda chance per redimersi.
“Volevo scrivere una storia di uomini non in sincronia col mondo – dichiara Stallone -, che vivessero la loro vita secondo un codice ben preciso. Non hanno una famiglia, le loro vite personali sono un disastro totale, l’unica cosa che hanno è la loro amicizia. Volevo offrire agli spettatori la possibilità di vedere nei cuori di questi uomini”.
Come accennavamo, il film scritto (‘a mano’, niente macchina da scrivere o computer) da Sly con David Callaham (autore del soggetto), non annoia né disturba chi non pretende più di quello che l’attore-regista ha promesso lungo la sua carriera. E, se Rocky e Rambo sono andati in pensione, Barney ‘Schizo’ Ross ha appena cominciato il suo lavoro (sul grande schermo). Visto il successo della pellicola, c’è (poco) da scommettere su un sequel, magari con altri ‘vecchi’ amici ancora.
José de Arcangelo

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