mercoledì 1 settembre 2010

La "Giustizia privata" nel terzo milennio del cittadino Gerard Butler

Sulla scia del “Giustiziere della notte” anni Settanta (e Ottanta) che consacrò definitivamente Charles Bronson divo del film d’azione, un thriller ambizioso e spettacolare diretto da F. Gary Gray per l’eroe di “300” Gerard Butler a confronto con Jamie Foxx, già premio Oscar per il biopic “Ray” (Charles) di Taylor Hackford e nomination per “Collateral” di Michael Mann. Quindi una storia che prende spunto dal capostipite della vecchia serie, dato che anche al protagonista contemporaneo hanno brutalmente assassinato moglie
e figlia nel corso di una rapina in casa. Ma Clyde Shelton (Butler che poi si consegnerà alla polizia e ai fan senza veli) si trovava sul luogo dell’orribile delitto, soloche gli assassini credono di aver fatto fuori anche lui. Quando gli assassini vengono catturati, il caso viene assegnato a Nick Rice (Foxx), un ambizioso procuratore afroamericano di Philadelphia. E Nick offre ad uno dei sospettati la possibilità di ottenere una sentenza lieve a patto che testimone contro il suo complice, senza sapere che il vero mostro è lui.
Dieci anni dopo, l’omicida - salvatosi grazie alle falle della giustizia - è di nuovo in libertà, mentre il ‘collega’ attende l’iniezione letale in prigione. Però poco dopo viene trovato morto, anzi fatto a pezzi (una citazione del televisivo “Dexter”?), e Clyde ammette con gelido distacco di averlo assassinato e avverte Nick: dovrà trovare il modo di riparare il difettoso sistema giudiziario che ha offeso la memoria della sua famiglia, altrimenti tutte le figure chiave del processo moriranno una dopo l’altro…
Ma è a questo punto che lo sceneggiatore Kurt Wimmer (“La notte non aspetta”) sembra andare fuori di testa come il suo personaggio e il film diventa un’inverosimile catena di morti ammazzati, fra torture, colpi di scena ed esplosioni varie, e la riflessione sulla giustizia (se era nelle intenzioni degli autori) resta tutta alla spettatore, anche perché la vicenda è ambientata nella città americana, culla della costituzione e, dunque, anche della giustizia. Gli altri si possono accontentare di un solido thriller d’azione dove il fine non giustifica i mezzi.
Una vicenda dove trionfa il primordiale “occhio per occhio, dente per dente”, visto che la giustizia fa cilecca, purtroppo non solo in America.
“L’idea di base era quella di un uomo che viene tradito dal sistema – dice il produttore Lucas Foster – e che perciò decide di dare una lezione al sistema stesso. Il tutto dalla sua cella in prigione. Vogliamo credere che quando qualcuno viene arrestato, qualsiasi sia l’esito del processo, sia che venga riconosciuto colpevole che innocente, sia la fine di tutto. Nel nostro film, invece, è solo l’inizio”.
“La storia mi ha colpito come non mi succede mai con la maggior parte dei thriller – ribatte Butler, anche tra i produttori -. Per molti versi si tratta di una trama che è completamente inaspettata. Sin dall’inizio sai che si sono verificati degli eventi terribili e fai il tifo per una sola persona. E’ una storia molto intensa e agghiacciante, eppure alla fine si provano empatia e commozione nei confronti di entrambi i personaggi”.
Da parte sua Foxx dichiara: “La dedizione di Rice nei confronti del sistema legale qualche volta ostacola la sua dedizione nei confronti della giustizia. Qualche volta il modo stesso in cui il sistema funziona non gli permette di essere coinvolto quanto vorrebbe. Nick è una brava persona. E’ il tipo che fa tutto secondo la legge, ma non è sempre questo il modo giusto di fare le cose. Il sistema non sarà mai perfetto, perciò lui tenta sempre di destreggiarsi in un mondo imperfetto”.
Oltre ai due protagonisti, la pellicola vanta un efficace cast capeggiato da Colm Meaney (detective Dunnigan), Leslie Bibb (Sarah Lowell), Bruce McGill (Jonas Cantrell), Viola Davis (sindaco April Henry), Michael Irby (detective Sean Garza), Regina Hall (Kelly Rice) e Gregory Itzin (Warden Iger). La fotografia invernale è firmata da Jonathan Sela, mentre le cupe scenografie da Alex Ajdu e i sobri costumi da Jeffrey Kurland.
José de Arcangelo

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