venerdì 19 novembre 2010

Una Thurman produttrice e protagonista per "Un marito di troppo"

Ancora una commedia sentimental-brillante di marchio hollywoodiano, ma la prima prodotta e voluta dalla protagonista Uma Thurman e diretta dall’attore-regista Griffin Dunne, lanciato 25 anni fa da Martin Scorsese in “Fuori orario”, affermatosi come regista con “Innamorat
i cronici” e “Amori & incantesimi” e rivisto recentemente in “Last Night”.
Scritta da Mimi Hare & Clare Naylor e Bonnie Sikowitz, “Un marito di troppo” parte da uno spunto originale, ma poi segue le regole della commedia degli equivoci convenzionale, aggiornata e corretta, rivelandosi alla fine solo un gradevole passatempo sulle imprevedibilità dell’amore e sull’ironia del destino o del caso, come dir si voglia. Peccato perché illustri precedenti/riferimenti sono le commedie anni Trenta con la coppia Katharine Hepburn-Cary Grant.
Certo non mancano un bel ritmo (la durata standard di 90’) e i dialoghi brillanti, ma le situazioni e le trovate sono un po’ trite e prevedibili, tanto che dopo un quarto d’ora, probabilmente, anche voi scoprirete come andrà a finire.
La star dell’etere Emma Lloyd (Uma Thurman) e il suo fidanzato ed editore Michael (Colin Firth) hanno sempre pensato che sposarsi a New York sarebbe stato più facile che prendere la patente. In fondo non c’è bisogno di fare esami, o analisi del sangue, oltretutto hanno entrambi la maggiore età e non sono consanguinei. Devono solo presentarsi insieme al Municipio, tirare fuori i quattrini, ed è fatta.
Ma Emma dispensa, senza troppe cerimonie, le sue famose (e drastiche) “ricette del cuore” attraverso le onde aeree della Grande Mela; e, quando un bel giorno, una sua fedele ascoltatrice, Sophia (Justina Machado), decide di seguire i suoi preziosi consigli, il fidanzato Patrick Sullivan (Jeffrey Dean Morgan, un bravo caratterista diventato ora protagonista), vigile del fuoco della metropoli, improvvisamente vede la sua vita sentimentale letteralmente andare in fumo.
A questo punto Patrick intende pareggiare i conti, e dopo aver letto sui giornali delle imminenti nozze della famosa dottoressa, mette a punto una vendetta tanto originale quanto imprevedibile: prendete una conduttrice di talk show radiofonico del genere ‘so tutto io’, un pompiere che ha un diavolo per capello, un hacker in grado di penetrare nei file più segreti del municipio ed … ecco fatto! Emma non potrà più sposarsi perché risulta già sposata, e suo marito è… Patrick!
Ma come è possibile dimenticare di avere un marito? E poi proprio la famigerata "The Love Doctor", una donna praticamente perfetta sotto ogni punto di vista, il guru delle relazioni sentimentali di New York, autrice di un sensazionale nuovo manuale d’amore, ‘R.E.A.L Love’, non ancora uscito e già best seller.
Emma parte alla ricerca del presunto coniuge e, nel caso, divorziare però finisce travolta in una lunga catena di equivoci e menzogne, finzioni ed inganni, grandi bevute e feste (indiane), passioni e sentimenti che la porteranno a scoprire che la teoria in amore non conta.
Ma come dichiara lo stesso Dunne: “La commedia è senza dubbio un genere molto difficile, sia per il regista che per l’attore. Bisogna lavorare molto per renderla all’apparenza leggera e priva di forzature, ma in questo film ho avuto la fortuna di lavorare con un cast straordinario, che ha reso il mio lavoro non solo più facile ma anche molto divertente”.
Infatti, è il cast a salvare la pellicola, anche perché vanta grossi nomi come il non dimenticato Keir Dullea, uno dei protagonisti di “2001: odissea nello spazio”, nel ruolo di Mr. Bollenbecker; Isabella Rossellini in quello della moglie Mrs. Bollenbecker; la rediviva Brooke Adams (da “I giorni del cielo” e “Terrore dallo spazio profondo” a “Cuba”) nel ruolo di Carolyn; e l’attore, regista e drammaturgo Sam Shepard nella parte di Wilder, padre della Thurman nel film (e di Angelina Jolie in “Salt”).
José de Arcangelo

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