
Ma si sa, il cinema hollywoodiano (anche se stavolta è per metà australiano) trasforma anche le storie vere e verosimili in qualcos’altro, passandole attraverso il filtro del sogno (americano) e della passione estrema, e anche di una mentalità che mette in risalto la determinazione dei propri eroi siano essi scienziati o sportivi, esploratori o archeologi. Quindi non mancano stereotipi e luoghi comuni, dal miliardario mecenate, che si rivelerà vile ed egoista, al duro e razionale capo spedizione che ben nasconde il (solito) grande cuore; dal conflittuale rapporto padre-figlio, che si risolverà in extremis, alle donne determinate che si dimostreranno ancora una volta le più deboli.
Però il coinvolgente e trascinante, strabiliante e mozzafiato spettacolo non manca, soprattutto in questa sorta di discesa in paradiso che si trasforma in brevissimo tempo claustrofobico inferno senza via d’uscita. Si sa anche che la natura è spesso matrigna, tanto che il fantastico viaggio nelle

zone inesplorate, nel profondo ventre del Pianeta, non sarà certo una passeggiata.
Diretto con buon mestiere da Alister Grierson, il film narra la vicenda di una squadra di speleologi che esplorano - nella Nuova Guinea - caverne sottomarine situate nel sistema di grotte più insidioso, inesplorato e meno accessibile al mondo. Ma un’improvvisa tempesta tropicale, diventata ben presto ciclone, li obbliga a cercare rifugio all’interno della grotta stessa, molto in profondità, che però in questo caso è il letto di un fiume sotterraneo. Infatti, il gruppo è costretto a combattere contro acque vorticose, in una situazione claustrofobica e di panico, mentre cerca una via di fuga che li possa condurre verso l’oceano e alla luce del sole.
Questo il prologo: il diver master Frank McGuire (l’attore australiano Richard Roxburgh di “Moulin Rouge”) ha esplorato le grotte di Esa-ala nell’Oceano Pacifico per mesi. Ma durante una rischiosa esplorazione la via d’uscita della profondissima grotta viene bloccata dall’inattesa alluvione. La squadra di Frank - inclusi il figlio diciasettenne Josh (Rhys Wakefield, anche lui australiano, visto in “Broken Hill”) e il finanziere Carl Hurley (Ion Gruffudd, l’elastico dottor Reed Richards dei “Fantastici 4”) - è costretta a cambiare i piani, anche perché l’acqua avanza pericolosamente. E del gruppo di malcapitati fanno parte anche

l’inesperta ragazza di Carl, Victoria (Alice Parkinson di “X-Men le origini: Wolverine”) e ‘Crazy’ George (Dan Wyllie, “Le nozze di Muriel”). I nostri però dovranno superare un allucinante labirinto sottomarino per potercela fare. Chi ce la farà? Anche perché il finale del film non è lo stesso che la realtà ha riservato alla squadra vera, anzi.
La pellicola - presentata per l'Anteprima - Serata 3D del Future Film Festival di Bologna - è stata girata presso la Gold Coast del Queensland, in suggestive grotte situate nel sud dell’Australia, e al Village Roadshow Studios. Le tecniche 3D, sviluppate da Cameron per “Avatar” e progettate per operare in ambienti estremi - il Cameron/Pace Fusion 3D Camera System -, ci conduce, infatti, in un viaggio che toglie il fiato attraverso abissi e voragini fra le più inesplorate ed oscure del mondo sottomarino. E questo è il pregio maggiore del film. La fotografia, nelle buie caverne e le riprese subacquee, sono firmate da Jules O’Loughlin, le ridotte scenografie (non naturali) da Nicholas McCallum, il montaggio da Mark Warner (“The Water Horse”) e le musiche da David Hirschfelder (“Australia”). Oltre Cameron, sono produttori esecutivi Ben Browning, Michael Maher, Peter Rawlinson e Ryan Kavanaugh.
José de Arcangelo
La storia vera e la nascita del film. Nel 1988, Wight, è stato a capo di una spedizione nell’inesplorato fondo marino di un nascosto sistema di grotte sotto il Nullarbor Plain, in Australia. Durante il viaggio, una tempesta anomala ha causato il collasso dell’ingresso di una grotta,

intrappolando quindici persone sotto terra ad una profondità abissale. Organizzata immediatamente una squadra di soccorso, incredibile ma vero, sono tutti sopravvissuti all’impossibile impresa. Questa esperienza ha lasciato un segno indelebile nella mente di Wight, e gli ha dato l’idea per sviluppare, insieme al suo collega di sempre James Cameron, un film ispirato alle grandi sfide di questo episodio. Insieme allo sceneggiatore John Garvin, Wight ha creato una storia basata su una storia vera, sottolineando il legame affettivo fra padre e figlio dove quest’ultimo è in conflitto con il genitore, ma il sopravvivere a questa terribile avventura li porta alla fine a ritrovarsi. Ambientato nel mondo degli abissi, bello ma terrificante, la loro sceneggiatura ha studiato il potere e la fragilità dei legami che nascono quando ci si trova davanti ad una calamità naturale e alla quasi certezza di morte.
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