
incassi della passata stagione nell’Europa dell’est, cioè nei paesi dell’ex Urss. Una celebrazione – romanzata e favolistica – dell’avventura spaziale (vera) delle due cagnoline Belka, i primi astronauti a rientrare sani e salvi in patria, dopo la tragica sorte toccata alla più celebre Laika, spedita nello spazio il 3 novembre 1957. La capsula non aveva possibilità di rientrare sulla Terra mantenendo l’astronauta in vita a causa dell’assenza di una protezione termica valida.
“Space Dogs 3D”, ovvero “Eroi a quattro zampe alla conquista dello spazio”, narra di Belka (Scoiattolo) e Strelka (Freccia), le due cagnette che il 19 agosto 1960, a bordo dello Sputnik 5, hanno trascorso un giorno intero nello spazio, prima di rientrare sulla Terra. Ma la loro storia ci viene raccontata a Washington dalla cagnolina bianca Pushinka, figlia di Strelka, mandata in

dono da Krusciov alla figlia del Presidente americano JF Kennedy.
Mosca, fine degli anni Cinquanta: per le strade della città si aggira un misterioso furgone nero al cui passaggio scompaiono tutti i cani randagi e nessuno sa che fine facciano, perché nessuno è mai riuscito a scappare. Però solo una è riuscito a sfuggire alla cattura, è la cagna Strelka che, in combutta col vivace topolino, cinico e truffatore, Venya, è maestra nella lotta per la sopravvivenza. Belka invece è un’attrazione del circo di Mosca. Una vera star, amatissima dal pubblico, che un giorno viene letteralmente lanciata in piena città, anzi proprio su Strelka e il suo pranzo.
E, per sfuggire a un gruppo di pericolosi randagi, il trio Venya, Belka e Strelka finisce nella rete del misterioso accalappiacani e portato alla stazione. Un treno speciale li conduce a centinaia di chilometri dalla loro città natale, in una stazione spaziale, dove verranno addestrati dal cane Kazbeck per diventare dei formidabili astronauti. Il resto è storia... della conquista dello spazio.
Peccato che i registi, e gli sceneggiatori John Chua e Aleksandr Talal, anziché ispirarsi alla grande vecchia tradizione dell’animazione sovietica, abbiano tentato di imitare i colossi dell’animazione americana, perdendo punti (e colpi) in partenza. Anche perché il loro 3D è ancora in fase di decollo

e si fa sentire, soprattutto perché manca di una vera e propria prospettiva visiva e narrativa, tanto che l’effetto tridimensionale viene sfruttato minimo e il film si può gustare comunque in 2D. In compenso i personaggi sono carini e simpatici quanto basta, soprattutto la solita ‘spalla comica’ che in questo caso è sostituita dal topolino dalla battuta facile.
Però anche il film d’animazione hollywoodiano realizzato per celebrare l’avventura spaziale delle loro scimmiette – lanciate poco prima senza riuscire ad inserirle in orbita - “Space Chimps - Missione spaziale” di Kirk Demicco (2009) non era eccezionale, anzi era più o meno allo stesso livello di questo discreto prodotto per bambini.
La pellicola è stata sovvenzionata dal Centro di Studio Nazionale del Cinema Russo, ed è distribuita in Italia da One Movie Entertainment anche in 2D.
José de Arcangelo
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