
demenziale né un pulp thriller dozzinale, anzi, è un omaggio – come l’originale – al mondo dei supereroi dei fumetti pieno di ironia, di riferimenti e di citazioni all’insegna della passione e dell’eccesso. Non a caso si è ‘aggiudicato’ il divieto ai minori di 14 anni (13 in America) e perciò non era arrivato prima in Italia dato che tutti temevano di rimetterci (i soldi dell’acquisto), vedendo tagliata fuori una grossa fetta di pubblico adolescenziale. Del resto negli Usa non è andato benissimo in sala, ma è subito dopo diventato un cult di successo in dvd.
Quindi non si tratta del solito supereroe né tantomeno della consueta trasposizione tutta effetti speciali digitali e non. Non manca però l’azione, tantomeno inseguimenti, esplosioni e morti ammazzati. E una ragazzina vendicativa superarmata – il fatto che pesa di più sul divieto – e insuperabile.
“Come mai nessuno ha mai provato ad essere un supereroe davvero?” si chiede Dave Lizewski (Aaron Johnson, il John Lennon di “Nowhere Boy”), adolescente newyorkese normale e anonimo come tanti altri. Spinto da questo quesito indossa una tuta subacquea verde e gialla comprata su internet e diventa Kick-Ass. Ma non ci metterà molto a trovare la risposta: perché (si) fa male. Però non tutto male vien per nuocere: picchiato e pugnalato da malviventi e investito da una macchina in corsa finisce in ospedale, dove gli impianteranno delle placche metalliche nella schiena. Inoltre, avendo perso sensibilità in corrispondenza delle terminazioni nervose, riuscirà a superare ogni avversità e a diventare un vero fenomeno mediatico (grazie a You-tube), in grado di conquistare l’opinione pubblica.
Ma non è l’unico supereroe in circolazione: l’impavido duo padre/figlia composto da Big Daddy (Nicolas Cage) e Hit Girl (Chloe Moretz, che rivedremo nel remake americano di “Lasciami entrare”), porta avanti la sua lotta contro il crimine – anche per vendicare la moglie/madre -, e ha lentamente ma inesorabilmente minato l’impero del mafioso Frank D’Amico (Mark Strong) che però ritiene responsabile Kick-Ass. A questo punto anche il figlio di Frank, Chris (Christopher Mintz Plasse), diventa il supereroe Red Mist per avvicinare il suo coetaneo e conquistare la fiducia del potente genitore ma…

Vaughn e Goldman ci tenevano che il loro film non fosse una copia carbone della graphic novel. Fortunamente, quando hanno iniziato a scrivere la sceneggiatura, Millar era arrivato a definire la trama solo fino al numero 3 del fumetto, e ciò ha dato agli sceneggiatori la possibilità di far prendere al loro Kick-Ass una direzione diversa. Perciò la storia di Big Daddy è marcatamente diversa dal fumetto, e il climax del film è molto più esplosivo. E non ci hanno messo molto a scrivere il film: Vaughn si è occupato di creare una prima bozza con una struttura e una storia; poi Goldman ha aggiunto i dialoghi e le caratterizzazioni.
Una volta completata la sceneggiatura, c’era un solo problema da risolvere: nessuno voleva cimentarsi in questo progetto. Come “Wanted” anche “Kick-Ass” era un film indipendente, e in pratica dava a Millar carta bianca per fare qualsiasi cosa volesse; e Vaughn era determinato a fare altrettanto con la versione cinematografica, anche se ciò significava includere scene in cui un’undicenne spara una raffica di pallottole falciando dozzine di uomini armati fino ai denti. I maggiori studios di Hollywood, invece, vedevano la cosa in modo molto differente.
“Dicevano tutti di no – ricorda il regista, che aveva debuttato con “The Pusher” -. La maggior parte diceva di apprezzare il concetto, ma solo se fosse stato privo di scene inadatte ad un pubblico giovane… Non volevano Hit Girl”. E, allora, Vaughn decise di finanziarlo a livello indipendente. Il denaro arrivò velocemente, e così le riprese iniziarono a settembre 2008, presso gli Elstree Studios di Londra, e in varie location di Toronto. “Ma c’è stato un momento in cui ho temuto di non riuscire a trovare una distribuzione”, ammette.

Infatti, una volta completato, il regista ha iniziato a girare per gli studios e solo, alla fine, Lionsgate negli Usa e Universal nel Regno Unito hanno accettato di distribuire il film.
Ma se il film fa centro, coinvolgendoci in una sorta di commedia surreale d’azione e proprio grazie a questa ‘libertà’ di scrittura e di narrazione cinematografica, senza autocensura né compromessi di sorta.
“Secondo me, è Superbad incontra Kill Bill”, afferma l’attore protagonista, mentre Cage ribatte: “Big Daddy è il mio omaggio ad Adam West che per me rimane il solo e unico Batman (quello televisivo del ’66 ndr.)”.
“E’ una lettera d’amore nei confronti dei fumetti – aggiunge il regista, riecheggiando una frase di Goldman e Millar -; è un film tratto da un fumetto post-moderno. Credo che questo genere di film sia ormai diventato noioso. Per questo era importante che il tono fosse sfacciato ma riverente, e che le sovversioni delle convenzioni del genere dei supereroi fossero divertenti. C’è senza dubbio un elemento di parodia, ma deriva da un grande affetto. E’ un omaggio a qualcosa che amo, non c’è alcuna intenzione di ridicolizzare il genere”.

“Volevo entrare nel mondo dei fumetti – conclude Vaughn -. Volevo destrutturare tutto ciò che amo. Non distruggerlo. Non c’è un solo aspetto negativo in questi personaggi, a parte Frank (il boss mafioso ndr.). E’ l’unico che ha dei problemi coi supereroi. Tutti gli altri pensano che siano fichissimi”. E ha ragione da vendere!, stando alle reazioni degli appassionati di fumetti.
Nel cast anche Clark Duke (Marty), Lyndsy Fonseca (Katie), Evan Peters (Todd).
José de Arcangelo
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