martedì 12 aprile 2011

Tre giorni per fuggire di prigione nel thriller d'amore di Paul Haggis: "The Next Three Days"

Già inimitabile sceneggiatore per Clint Eastwood (da “Million Dollar Baby” a “Lettere da Iwo Jima”) e regista premio Oscar per “Crash - Contatto fisico” ma anche di “Nella valle di Elah”, Paul Haggis stavolta si ispira a un film francese inedito in Italia -“Pour Elle” di Fred Cavayé -, per offrire al grande pubblico un thriller mozzafiato, fra sentimenti, azione e tensione, che però è anche una riflessione sulla forza dell’amore.

La perfetta esistenza di John Brennan (un sempre efficace Russell Crowe) viene sconvolta quando la moglie Lara (Elizabeth Banks) viene arrestata e condannata per un omicidio che sostiene di non aver commesso. A tre anni dalla sentenza, John continua a battersi per tenere unita la famiglia, a crescere il figlioletto Luke (Ty Simpkins) e a fare il professore di letteratura in un liceo pubblico, tentando di dimostrare l’innocenza dell’adorata moglie con ogni mezzo ‘legale’. Ma quando la Corte Suprema respinge il loro ultimo appello, Lara tenta il suicidio e John decide che l’unica via d’uscita è l’evasione dalla prigione. In completo segreto escogita un elaborato piano di fuga e si immerge in un mondo tanto pericoloso quanto sconosciuto, mettendo in gioco tutto – anche la propria vita - per la donna che ama e sulla cui innocenza non ha dubbi.
Haggis – che crede nel cinema come intrattenimento e al tempo stesso occasione per riflettere – riesce a fondere dramma e thriller in modo magistrale facendo partecipare il pubblico anche nella ricerca della verità sul caso. Lei è veramente innocente? A noi il compito di capirlo, tanto che l’autore apre e chiude la pellicola con un flash della sera del delitto mostrandocelo da due punti di vista diversi, per cui lo spettatore deve ‘interpretare’ e/o decidere la soluzione dell’enigma. Non ha dubbi, invece, il protagonista che ama e crede ciecamente nella sua donna. Ma si sa la verità non è mai una soltanto.

“In realtà l’originale mi è piaciuto moltissimo – dichiara il regista -, un thriller forte e potente che si poneva delle questioni, ma alcuni argomenti non erano stati affrontati o approfonditi a dovere perché il film era troppo breve. Io non ho la puzza sotto il naso, se il rifacimento va bene per Martin Scorsese va bene anche per me. Credere in qualcosa, in qualcuno è nella natura dell’amore, un tema che ha affascinato e affascina chiunque. Sotto forma di thriller, commedia o dramma non ha importanza. Non è che amare oggi sia difficile, il fatto è che spesso vogliamo più di quello che diamo. Quanto siamo disposti a dare? Anche in questo film un prezzo si paga, perché bisogna dare di più di quanto si riceve. E questo non vale solo per l’amore, ma anche negli affari, nel lavoro, persino in politica. L’argomento è l’amore, quello che un uomo è disposto a fare per sua moglie. Lui crede nell’amore, nella donna per cui ha sacrificato tutto. Mette alla prova tutto quello in cui crede per una donna che, forse, dopo non l’amerà più”.
E se qualche scena sembra una chiara concezione all’action movie puro e spettacolare (vedi la sequenza della macchina in corsa con lo sportello aperto, lei che si sporge e un tir in arrivo), nel complesso la pellicola regge bene i 122 minuti di durata, senza tempi morti né allungamenti inutili. Quindi un solido thriller sull’amore incondizionato, senza limiti.
Nel cast anche il veterano Brian Dennehy (George Brennan, il padre), Lennie James (tenente Nabulsi), Helen Carey (Grace Brennan, la madre), Olivia Wilde (Nicole), Daniel Stern (Meyer Fisk), Kevin Corrigan (Alex), Jason Beghe (detective Quinn), Aisha Hinds (detective Collero),
Tyrone Giordano (Mike), Jonathan Tucker (David), Allan Steele (sergente Harris), Rza (Mouss), Moran Atias (Erit, la cognata), Michael Buie (Mick Brennan, il fratello) e Liam Neeson nel ruolo-cameo di Damon Pennington.
3 stelle (su 5) - José de Arcangelo
Nelle sale dall’8 aprile distribuito da Medusa in 450 copie

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