
e credibile, dall’inizio alla fine, e sostenuta da una sceneggiatura di ferro.
Infatti il film coinvolge nella prima mezz’ora quando lo spettatore non conosce ancora i personaggi, né i retroscena dei diversi fatti/episodi accaduti in ogni città e non scopre, guidato da chi indaga nella pellicola, da dove è sbucato e/o partito il misterioso virus.
Lo spunto viene dai diversi allarmi sanitari degli ultimi anni sulle presunte pandemie originate (sars, aviaria e simili) in Asia e approdate in Europa e America tramite i sempre più numerosi e frenetici spostamenti aerei di turisti, uomini d’affari e sportivi.
E quello che in partenza sembra un thriller, solido e inquietante, su un argomento serio velato da sottile ironia su fatti e personaggi contemporanei (involontaria?), sfuma pian piano cedendo il posto alla convenzione e alla banalità, tratteggiando i personaggi solo in modo superficiale e prevedibile, fra stereotipi e luoghi comuni.
“Contagion” segue il rapido sviluppo di un virus letale trasportato dall’aria che uccide nel giro di pochi giorni colpendo quasi contemporaneamente Hong Kong, Londra e Chicago. Col rapido diffondersi dell’epidemia, la comunità medica mondiale si affretta a trovare una cura e controllare il panico che si diffonde più velocemente del virus stesso. Nel frattempo, la gente comune si sforza di

sopravvivere in una società ormai allo sbando.
Se le cronache veneziane ci avevano fatto sperare in un teso mix di spettacolo – sulla scia del miglior catastrofico anni Settanta – e riflessione sulle ansie e le paure della società contemporanea, dove si acutizza sempre più una sorta di lotta per la sopravvivenza di vecchia memoria, era solo un’intuizione, purtroppo, sbagliata.
Anche perché Steven Soderbergh aveva citato persino Joseph Losey per evitare di parlarne. Certo non è necessario spiegare nulla sul film, casomai dovrebbe essere il film a comunicare allo spettatore qualcosa in più e di meglio delle buone intenzioni. Anche perché la pellicola, sceneggiata da Scott Z. Burns, è un dramma thriller dall’approccio realistico, non tanto verosimile né avvincente da provocare panico, diffidenza e paura – come qualcuno aveva anticipato -, nonostante gli accenni a continui passaggi di mano in mano di oggetti tecnologici, dai telefonini alle carte di credito; o il contatto con altri oggetti e persone in luoghi pubblici (bar, stazioni e aeroporti). Oppure come ricorda la dottoressa interpretata da Kate Winslet, ogni persona si tocca il viso migliaia di volte al giorno. “Un solo contatto. Un solo istante. Ed il virus letale viene trasmesso” è lo slogan,
Quindi resta il fascino del supercast, anche se alcuni degli attori hanno un ruolo appena un po’ più consistente di un cameo. Quando Beth Emhoff (Gwyneth Paltrow) torna a Minneapolis dopo un viaggio di

affari a Hong Kong, quello che pensava solo un banalissimo jet lag si rivela – troppo tardi – il contagio di un virus letale. Dopo due giorni, la donna muore nel pronto soccorso e i medici dicono al marito scioccato e afflitto (Matt Damon) che non hanno idea di cosa sia successo. Ma, per prevenzione, finirà anche lui in quarantena.
In breve tempo altre persone mostrano gli stessi sintomi: tosse secca e febbre, seguiti da attacchi ischemici, emorragia cerebrale e… infine la morte. A Minneapolis, Chicago, Londra, Parigi, Tokyo e Hong Kong, i numeri si moltiplicano in breve tempo. Esplode una pandemia globale e al Centro Usa per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, i ricercatori si mobilitano per cercare di interrompere la catena dell’agente patogeno che continua a mutare. Il vice direttore Ellis Cheever (Laurence Fishburne) cerca di placare il panico crescente ed incarica una giovane e coraggiosa dottoressa (Winslet) di valutare ogni rischio.
Nel bel mezzo di una crescente ondata di sospetti intorno a un potenziale vaccino – e chi dovrebbe ottenerlo per primo – in Svizzera, la dottoressa Leonora Orantes (Marion Cotillard) dell’OMS lavora duramente cercando di sfruttare la sua rete di conoscenze per arrivare alla

soluzione, ma –andata in Cina per continuare le ricerche - viene rapita. Dall’altra parte, il blogger attivista Alan Krumwiede (Jude Law) sostiene che il pubblico non stia ricevendo correttamente le dovute informazioni del caso ma nemmeno lui sembra essere quello che dice di essere…
Nel cast anche Bryan Cranston (Lyle Haggerty), Jennifer Ehle (Dr. Ally Hextall), Sanaa Lathan (Aubrey Cheever), John Hawkes (Roger), Stef Tovar (Dr. Arrington), Ching Han (Sun Feng) e il veterano Elliott Gould (Dr. Ian Sussman).
José de Arcangelo
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