venerdì 21 ottobre 2011

Quando un uomo comune diventa "Super" per amore... ma non solo

La vicenda può ricordare il recente "Kick-Ass" ma comunque è stata pensata prima ed è affrontata da un altro punto di vista, con uno stile e una contaminazione di generi diversi. Quindi siamo di fronte alla storia di un anonimo uomo comune che ad un certo punto decide di diventare 'supereroe', ma spinto da motivi, in partenza, del tutto personali: un affascinante trafficante di droga gli ha scippato la bella mogliettina.

Infatti, il regista James Gunn afferma che già, nel 2003, prima ancora di "Slither" (2006), "avevo voglia di dimostrare di saper fare un film e pensavo che un corto fosse la strada migliore per provarci. Allora ho cominciato a girare 'Super', che doveva essere appunto un corto, ma pian piano il film ha preso vita propria. Non è che ci fosse una grande idea iniziale, una grande scintilla, però man mano che scrivevo i personaggi cominciavano a conquistarmi, così il corto è diventato un lungo". Forse troppo, aggiungiamo noi, per un mix demenziale di ultima generazione (commedia e horror, comico e splatter), sorta di evoluzione dei celebri prodotti della Troma, dove Gunn aveva debuttato scrivendo proprio il celebre "Tromeo & Juliet" per 150 dollari.
Anche perché la pellicola funziona fino ad un certo punto, fin quando tutto sembra sul filo dell'ironia e della satira di un'America sempre alla ricerca del Bene ma ormai sprofondata nel Male, fra vendette, fanatismo religioso, pregiudizi e falso moralismo, buone intenzioni e regole imposte o contestate con la violenza delle armi. Cioè né rispettate né trasgredite mai fino in fondo, come del resto il film che tutto ad un tratto sembra virare sul serio/realistico smorzando la carica 'distruttrice' della prima parte, proveniente dai fumetti e/o dal cinema d'animazione per adulti, per sposare una certa ambiguità.

Quando la moglie Sarah (la rediviva Liv Tyler) lo lascia per lo spacciatore di droga seduttore e psicopatico Jacques (Kevin Bacon), Frank (Rainn Wilson, dalla versione americana della serie "The Office", premiata con un Emmy, a "Transformers: la vendetta del caduto"), autoconvintosi che l’altro l’abbia rapita, diventa Saetta Purpurea, un supereroe dalla tuta rossa (cucita a mano in casa), armato da una chiave inglese e trova una scatenata assistente un po' folle, Saettina/Libbi (la Ellen Page di "Juno").
Lo scalcinato Saetta Purpurea si fa strada tra le vie infernali del crimine nella speranza di salvare l’amata. E le regole sono state scritte tanto tempo fa: non si molestano né aggrediscono bambini, donne e anziani; non si spaccia né si sniffa, non si ruba e, persino, non si graffiano le automobili senza ragione... Se lo fate preparatevi ad affrontare la furia di Saetta Purpurea, supereroe per caso coadiuvato da un Robin in gonnella tanto dolce quanto imprevedibile.
"Quando la sceneggiatura non è andata in porto - aggiunge l’autore -, ho cercato di dimenticare il progetto e l'ho messo da parte. Poi però non ce l'ho fatta. Mi sentivo in debito con questa storia, se ha senso dirlo. Era una storia che, non so perché, sentivo di dover assolutamente raccontare (la spinta finale gliela ha data l'ex moglie ndr.). Tra le altre fonti d'ispirazione, senz'altro i fumetti di Alan Moore, insieme ai film di Scorsese, Tarantino e Lukas Moodysson (l’autore svedese di “Togheter” e “Fucking Amal” ndr.), nonché gli intermezzi comici e i cambi di tono di tanto cinema asiatico e, in misura minore, i film della pop art anni '60 come 'Non mandarmi fiori' (di Norman Jewison con Doris Day ndr.). Un'altra influenza è stato il libro di William James del 1902 'La varietà dell'esperienza religiosa". Si potrebbe addirittura dire che 'Super' è un adattamento del libro di James nell
a forma di una fiction comica su un tizio che decide di mettersi la tuta da supereroe".
Nel bel cast anche l’icona di tanti thriller/horror, il duro Michael Rooker (Abe), Andre Royo (Hamilton), Sean Gunn (Toby), Stephen Blackehart (Quill), Linda Cardellini (commessa negozio animali), e Nathan Fillion (The Holy Avenger), protagonista (senza maschera) della serie tivù "Castle" e l'ormai veterano William Katt (sergente Fizgibbon), che aveva debuttato giovanissimo in "Un mercoledì da leoni".
José de Arcangelo

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