venerdì 7 ottobre 2011

Un normalissimo action thriller per l'esordio da protagonista di Taylor Lautner "Abduction"

Un (normalissimo) action thriller su misura per l'astro nascente del cinema hollywoodiano, Taylor Lautner (il bello e muscoloso licantropo Jacob Black della saga di "Twilight"), diretto da un illustre e già apprezzato regista come John Singleton (da "Boyz N the Hood - Strade violente" e "Poetic Justice" al remake "Shaft" e
"2 Fast 2 Furious") che mette al suo servizio (solo) il buon mestiere. Per il resto è la solita avventura d’azione, trita e ritrita, per il target di pubblico, adolescenziale e senza troppe pretese. E diventerà sicuramente blockbuster come quelli della saga vampiresca per giovanissime(i).
L'idea è venuta al produttore esecutivo del Gotham Group, Jeremy Bell, che ha proposto di scrivere la sceneggiatura al giovane in ascesa Shawn Christensen (è alla vigilia dell’esordio nella regia con "Sidney Hall", scritto da lui stesso con Jason Dolan, dopo aver venduto la sceneggiatura alla Scott Free Productions e un'altra alla Warner Bros.).

L'adolescente Nathan Harper (Lautner), da quando ha memoria sente stranamente di vivere l’esistenza di qualcun altro ed è tormentato da un incubo ricorrente, una donna aggredita e uccisa in camera da letto. Ma un giorno vede casualmente l'immagine di se stesso bambino su un sito web di ragazzini scomparsi e, da quel momento in poi, tutte le sue paure più recondite si materializzano e la sua vita diventa un incubo, in cui l'unica via d'uscita è la lotta per la sopravvivenza... Anche se non ormai non può più fidarsi di nessuno né della polizia né della Cia, e tantomeno dei fantomatici gestori del sito. Infatti, sarà costretto a fuggire insieme alla sua vicina di casa e compagna di classe Karen, testimone per caso, finita anche lei nel mirino di misteriosi killer professionisti.

Quindi un prodotto da vedere senza altra intenzione che passare il tempo in giro per l'America in mezzi di trasporti diversi, dalla macchina al treno e persino a piedi, tra azione e riciclaggio, inseguimenti e colpi di scena, stereotipi e luoghi comuni.
"Taylor probabilmente è l'unico attore della sua età che avrebbe potuto interpretare questo ruolo - dichiara la produttrice Ellen Goldsmith-Vein -, viste le sue abilità nelle arti marziali e le sue doti di atleta. E' anche incredibilmente intelligente e serio". In quanto a interpretazione, però, deve ancora fare tanto, perché come gli altri colleghi – diventati famosi da un giorno all’altro - della saga romantico-vampiresca non ha più di un'espressione. Però è fascinoso e prestante a sufficienza per far irretire le ragazzine, sue fan scatenate o meno.
Oltre Lautner e i suoi coetanei Lilly Collins (Karen), anche presentatrice televisiva e giornalista, da "The Blind Side" a "Priest"; e Denzel Whitaker (Gilly), i cui mentori - inutile dirlo - sono Denzel Washington e Forest Whitaker; c'è un cast di tutto rispetto capeggiato dal veterano Alfred Molina (l’ambiguo Burton); il Lucius Malfoy della saga di "Harry Potter" Jason Isaacs (Kevin); e Maria Bello (Mara), da "Thank You for Smoking" ad "A History of Violence" di David Cronenberg, i genitori del ragazzo; Michael Nyqvist (Kozlow), l'attore svedese protagonista della saga/trilogia "Millennium" ("Uomini che odiano
le donne", "La ragazza che giocava col fuoco" e "La regina dei castelli di carta"); e la sempre affascinante Sigourney Weaver (dottoressa Bennett), indimenticabile Ripley di un'altra saga cinematografica, "Alien", ma non solo.
José de Arcangelo

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