martedì 8 novembre 2011

Conflitti famigliari e arti marziali nel dramma d'azione "Warrior" di Gavin O'Connor

Sulla scia di “The Fighter” e su misura per la star in ascesa Tom Hardy (da “Inception” a “Il cavaliere oscuro: il
ritorno”), già definito il nuovo Brando (soprattutto fisicamente, perché un po’ assomiglia al giovane Marlon), e per il più maturo collega Joel Edgerton (da “Animal Kingdom a “Star Wars: Episodio III”). Infatti, anche qui si tratta di due fratelli che scelgono il ring come riscatto e sul quale finiranno per confrontarsi, al contrario dei fratelli dell’altro film, candidato all’Oscar. Quindi, un discreto dramma familiare prima che sportivo fra riconciliazione e redenzione, sulla forza dell’animo umano e sul potere dei sentimenti, con una buona dose d’azione e un sempre immenso (in ogni senso) Nick Nolte nel ruolo del padre. Peccato perché nella prima parte, dove regnano la descrizione e il ritratto psicologico dei personaggi, il dramma (lungo oltre due ore) faceva ben sperare. Invece nel finale i conflitti famigliari restano inesplosi, nel dubbio tra sacrificio e riscatto.
Il marine Tommy Conlon (Hardy), tormentato dal tragico passato, torna a casa dopo quattordici anni per chiedere al padre (Nolte) di aiutarlo ad allenarsi per partecipare a “Sparta”, la più grande competizione di arti marziali miste della storia. Da ex prodigio del Wrestling, Tommy si qualifica brillantemente, mentre il fratello Brendan (Edgerton), ex lottatore diventato insegnante di liceo (ancora un prof! Nel cinema americano), è costretto
a tornare sul ring nel disperato tentativo di salvare la sua famiglia dalla rovina. Ma quando lo favoritissimo Brendan dove confrontarsi proprio con l’inarrestabile Tommy, la sfida si fa sempre più dura e cruda…
Scritto dallo stesso regista e produttore Gavin O’Connor – già autore del più riuscito “Pride and Glory - Il prezzo dell’onore”, anche lì c’era una famiglia però di poliziotti - con Anthony Tambakis e Cliff Dorman (anche co-soggettista), uno spettacolo prima coinvolgente che, senza pretese, riflette ancora una volta sui legami di sangue e sui rapporti d’amore/odio che, non tanto raramente, si creano fra padri e figli, incrinando anche quelli tra fratelli. Il tutto inserito nella società contemporanea e riflesso sul percorso di una famiglia, dal tracollo finanziario a quello spirituale, dai rancori ai sentimenti che dividono due fratelli forti e coraggiosi – uno che lotta per il suo paese (e per se stesso) e l’altro per la sua famiglia (moglie e figlio).
Nel cast anche Jennifer Morrison (Tess Conlon), nota come la dottoressa Allison Cameron del “Dr. House” televisivo; Frank Grillo (Frank Campana), da "Minority Report" al televisivo "The Gates"; Denzel Whitaker (Stephon), visto recentemente in “Abduction”; Bryan Callen (nel ruolo di se stesso), Kevin Dunn (preside Zito), Maximiliano Hernandez (Colt Boyd), Sam Sheridan (se stesso), Fernando Funan Chien (Fenroy), Kurt Angle (Koba) e Jake McLaughlin (Mark Bradford). L’ambientazione a Pittsburg è
esaltata dalla fotografia firmata Masanobu Takayanagi. Il montaggio è invece a 6 mani: John Gilroy, Sean Albertson e Matt Chessé. Distribuisce la giovane e coraggiosa M2 Pictures.

José de Arcangelo

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