
a fil di spada e gli inseguimenti soprattutto sui tetti, e persino 'in cielo'.
Anche perché il celeberrimo 'Gatto' immortalato da Perrault - ma di antichissime origini e tramandato di secolo in secolo - è diventato un cavaliere spagnolo in tutto e per tutto, fra coraggio e debolezze, dure battaglie e teneri incontri. Un simpaticissimo felino in bilico fra Don Chisciotte e Robin Hood. E ovviamente ci troviamo nella sua terra, nella assolata Spagna dove il nostro eroe diventa più irresistibile e romantico che mai. E, come ha ricordato lo stesso Banderas di passaggio a Roma, è diventato un personaggio ispanico positivo - come lo sono stati prima "Zorro" e "Desperado" - cancellando il classico cliché del cinema americano, dove di solito sono negativi ("Brutti sporchi e cattivi" per dirla col titolo del famoso film italiano), criminali, trafficanti, spacciatori. In questo modo il personaggio ha conquistato una grossa fetta di pubblico anche negli States,

dove la popolazione di origini latine non è poca, anzi.
In un malfamato bar Gatto apprende che la coppia di banditi Jack & Jill si è impossessata dei fagioli magici che, una volta seminati e germogliati, permettono di arrampicarsi fino in cielo, dove si trova un castello sospeso tra le nuvole che nasconde la mitica anatra dalle uova d'oro. Gatto parte allora alla ricerca dei magici fagioli, ma sulla sua strada s'imbatte nella spericolata gattina Kitty 'Zampe di velluto' (una via di mezzo fra Catwoman e il 'Gatto' di "Caccia al ladro"), e in una sua vecchia conoscenza, l'uovo Humpty Dumpty (voce italiana di Alessandro Quarta), con i quali condividerà la sua sorprendente avventura, piena zeppa di pericoli e inganni, colpi di scena e numeri di flamenco.
Il riferimento, non solo visivo, stavolta è lo spaghetti western con in testa i maestri Sergio Leone ed Ennio Morricone, un genere di cui aveva già fatto tesoro "Rango". Ma il lungometraggio d'animazione si rifà anche alle vecchie care avventure di cappa e spada, e naturalmente

le favole, di cui è debitore il personaggio.
Le altri voci italiane: Rodolfo Bianchi (Jack), Laura Boccanera (Jill), Valentina Martino Ghiglia (Imelda, la ‘mamma’ dell’orfanotrofio) ed Eugenio Marinelli (comandante). La pellicola è prodotta da Joe Aguilar e Latifa Ouaou, mentre i produttori esecutivi sono Andrew Adamson e il regista Guillermo Del Toro. Le musiche spagnoleggianti sono di Henry Jackman e le coreografie di Laura Gorenstein Miller.
José de Arcangelo
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