mercoledì 28 dicembre 2011

Non solo gli ex lavoratori dell'Alitalia, ma nell'intero Paese siamo "Tutti giù per aria"

Un documentario sul ‘caso’ Alitalia per sapere tutto quello che avreste voluto leggere o sentire e che (quasi) nessuno vi ha raccontato. Questo ed altro è “Tutti giù per aria”, nato da un’idea di Alessandro Tartaglia Polcini (cassaintegrato Alitalia) e Matteo Messina (giornalista freelance) che racconta la vertenza
Alitalia snodatasi dal settembre 2008 all’aprile 2009. Quindi il punto di vista del narratore è quello dei lavoratori (anche loro definiti allora ‘privilegiati’ da funzionari e politici), quello per lo più sottovalutato, se non ignorato, dai media e dalla pubblica opinione.
Al regista Francesco Cordio (“Inti-Illimani, dove cantano le nuvole”) il compito di intrecciare il materiale girato – circa 80 ore - durante le manifestazioni e le interviste, con un’efficace parte di ‘fiction’ – da lui stesso inventata - in cui un assistente di volo cassaintegrato, interpretato dall’attore Fernando Cormick, ci accompagna in una sua giornata tipo attraverso quei mesi indimenticabili (e interminabili), densi di trattative e di ‘balletti’. E’ lui con il suo sguardo ad aprirci gli occhi su quello che molti hanno voluto nasconderci.
Ad aprire e chiudere il documentario è Ascanio Celestini che interviene con un racconto inedito, ironico e corrosivo, dal titolo “L’aereo di carta”. Ma nel film c’è anche la partecipazione straordinaria del Premio Nobel Dario Fo.
Un illuminante precedente di quello che “oggi abbiamo sotto i nostri occhi”, una crisi annunciata, anzi guidata, programmata e nascosta ai più, che i licenziati e i cassaintegrati della compagnia aerea nazionale, ma anche il giornalista Guido Gazzoli (sceneggiatore con Francesco Staccioli), avevano previsto.
“Sono stato assistente di volo per quindici anni – dichiara Tartaglia Polcini – e visto quello che stava accadendo, ho deciso di riprendere tutto e dappertutto. Poi ho chiamato altri amici cari, alcuni professionisti, l’attore, il regista, i montatori, e Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 ore e autore del libro sul caso “Capitani coraggiosi”, uscito proprio ora. Anche perché i Tg generalisti non sono riusciti ad entrare nel merito, a raccontare quello che stava veramente succedendo”.
“Una situazione ancora viva – aggiunge -, calda, presente; una realtà drammatica perché ho visto famiglie di cassaintegrati e licenziati (3.000 precari ndr.)
sull’orlo del baratro, che non riescono a trovare una soluzione, un futuro”.
“Il mio contributo al film è stato modesto – ribatte Dragoni –, ma sono felice perché il documentario ha anticipato una storia che molti vogliono venga dimenticata, ha letto in anticipo il futuro, i tentativi di abbattere il diritto al lavoro. Questa è la maggiore amarezza, perché il mio libro – concepito nel 2009 – racconta la cosiddetta ‘operazione patriottica’ che io invece definirei ‘stangata patriottica’ che ha visto protagonista, in qualità di adviser, l’attuale ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, allora maggior rappresentante di Intesa San Paolo. Non credo possa essere promotore dello sviluppo, visto che la CAI è una società in continua perdita, che ha riassunto lavoratori ottenendo delle agevolazioni. Più che una compagnia di bandiera è una compagnia di ‘bandierina’ che non investe”.
“Ero capo cabina degli Stewart – afferma Gazzoli – ma la mia sopportazione raggiunse il limite nel 2002 quando scoprii che sul volo Boston-Malpensa le bottiglie di Coca Cola ce l’eravamo portate dall’Italia. Ma non erano state imbarcate nel nostro paese, bensì ci erano state inviate via nave al costo di 6 euro l’una. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e allora ho deciso di occuparmi di questo. Già dall’88 sapevamo come sarebbe andata a finire, perché nonostante dal punto di vista del personale fosse una compagnia a basso costo, dall’altra le spese di gestione erano sempre state nel segno dello spreco. Inoltre su questo fronte e sull’intera vicenda c’è stata un’assoluta mancanza di comunicazione e di informazione, una sorta di silenzio dei media. Noi non siamo mai stati presi in considerazione dalla stampa, tranne che da quella non allineata, anche perché certe cose non si potevano dire, ma quasi nessuno sa che l’operazione salvataggio dell’Alitalia è stata condannata dalla Comunità Europea. Nemmeno che i lavoratori cassaintegrati che avevano raggiunto i requisiti pensionistici hanno visto sfumare il prepensionamento, mentre quelli che avrebbero dovuto raggiungerli sono stati poi licenziati. In pratica che ci hanno rovinato la vita”.
Anche perché loro, come tutti quelli
che sono rimasti senza un lavoro e raggiunto o superato i quarant’anni, il posto non lo trovano più, anzi non ci viene più nemmeno offerto. E poi c’è anche il lavoro delle donne, ancora una volta penalizzate. Infatti, quelle che dovevano essere riassunte erano (e sono) costrette a rinunciare, per contratto, alla normativa che prevede che le madri di minori di tre anni o di bambini disabili sono esonerate dai voli notturni e dai viaggi che prevedono una lontananza da più di due giorni. Un ricatto illegale in tutto e per tutto di cui nessuno parla (più?) e un atteggiamento che pian piano cancella una ad una le conquiste ottenute dai lavoratori negli ultimi cinquant’anni. Non è un caso se il documentario è stato rifiutato anche dalla televisione.
“Racconto solo un aneddoto – aggiunge Tartaglia Polcini -, tempo fa Giovanni Minoli ha voluto vedere il film. Ci ha detto che avevamo del materiale video che la Rai se lo sogna, ma ha poi aggiunto che non avrebbe potuto trasmetterlo perché il film non ha il contradditorio. Allora gli ho fatto notare che era quello il contradditorio, perché c’è la voce di chi non ha avuto mai spazio”.
E i nostri ‘capitani coraggiosi’ non si arrendono, anzi è previsto una sorta di sequel che sarà un vero e proprio bilancio dell’intera vicenda. Il film viene presentato ancora una volta dalla coraggiosa Distribuzione Indipendente nei circuito nazionale di cineclub e circoli del cinema dal 6 gennaio, e per l’occasione, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Estrogeni (www.estrogeni.net), le opere verranno distribuite
anche on demand su piattaforma Own Air, in contemporanea con le uscite in sala. Own Air è l’innovativa star up italiana che permette un’offerta di download film sia in ambito current che library (www.ownair.it).
José de Arcangelo

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