giovedì 19 dicembre 2013

"Philomena" di Stephen Frears, un'intensa e commovente storia d'amore, intolleranza e perdono con una sempre grande Judi Dench

Una pellicola intensa e commovente, in raro equilibrio tra dramma e commedia, un mix dolce-amaro - fra gioie e dolori - che rispecchia l'esistenza umana e perciò diventa universale, questo è il nuovo film di Stephen Frears (da "My Beautiful Laundrette" a "The Queen"), un regista che ogni volta che ritorna in patria - dalle pur buone incursioni nel cinema hollywoodiano - sfiora il capolavoro. "Philomena", presentato nella sezione ufficiale (in concorso) alla 70° Festival di Venezia si è dovuto 'accontentare' del Premio per la Miglior Sceneggiatura per Steve Coogan (anche produttore e protagonista) e Jeff Pope, nonostante i meriti collettivi, e soprattutto di una sempre perfetta e inimitabile Judi Dench, si tratti del ruolo di regina oppure di semplice e umile infermiera in pensione, come in questo caso.
Ispirato alla storia vera di Philomena Lee e tratto dal libro di Martin Sixsmith "Philomena" (Edizioni Piemme, dall'originale "The Lost Child of Philomena Lee"), racconta una sorprendente storia di amore e perdono, ingiustizia e intolleranza. Martin Sixmith (lo stesso Coogan, popolarissimo comico britannico), un disincantato giornalista, rimasto scottato in campo - faceva il cronista politico - accetta di ascoltare malvolentiere la storia dell'anziana Philomena, vittima di un'imperdonabile ingiustizia compiuta proprio dalle suore cattoliche dell'istituto in cui era stata accolta.
Nell'Irlanda del 1952, l'ancora adolescente Philomena, resta incinta. Cacciata di casa e mandata nel convento di Roscrea, la giovane, per ripagare le religiose delle cure che le prestano prima e durante il parto, lavora nella lavanderia del convento e può vedere il figlioletto Anthony solo un'ora al giorno. Ma a tre anni l'adorato Anthony le viene strappato e dato in adozione (in cambio di una bella 'donazione') ad una coppia di ricchi americani. Per anni e anni Philomena cercherà di ritrovarlo, nonostante la reticenza e l'ostilità delle suore, di ieri e di oggi. Però la donna non si è mai rassegnata né arresa, sebbene si sia sposata e abbia avuto un'altra figlia, la quale - scoprendo proprio dalla madre la terribile storia - decide di chiedere aiuto al noto giornalista. Commosso e colpito dalla dolorosa tragedia vissuta dalla donna, Martin decide di seguire le poche tracce avute partendo per l'America e convince Philomena a seguirlo negli Stati Uniti alla ricerca di Anthony...
Il risultato delle 'indagini' sarà ancora più sconvolgente, perché avvolto da segreti e bugie, da una severità e da un rancore in netto contrasto con la 'vocazione' religiosa delle suore. Infatti, sarà la dolce e perspicace Philomena a 'perdonare' i suoi carnefici, persino contro la volontà del giornalista, rimasto scioccato da tanta inspiegabile malvagità compiuta in nome di Gesù. E lasciamo allo spettatore scoprire le scottanti verità nascoste in convento. Il riferimento dichiara di Frears è Billy Wilder, maestro della 'commedia della vita' che riusciva a fondere tragedia e umorismo, e 'l'allievo' è riuscito a costruire una 'dramedy' degna di tale nome e del celebre regista. "Sono molti gli elementi di questa storia - ha dichiarato il regista - che mi hanno incuriosito. Ho apprezzato in particolare il fatto che si trattasse di una storia drammatica frammista ad una specie di commedia romantica. E' piena di tristezza e di gioia allo stesso tempo, in un miscuglio particolarmente interessante".
E Coogan, che è stato colpito per primo dalla storia e ha opzionato i diritti sull'adattamento cinematografico del libro, confessa: "Jeff (Pope) ed io abbiamo creato una storia che in un certo senso si è trasformata in un road-movie con due personaggi che hanno una visione opposta del mondo ma che finiscono con l'accettare l'idea di punti di vista diversi, e così facendo guardano in modo nuovo anche alla propria esistenza. E' una storia sulla tolleranza e sulla comprensione". Vero, perché il rapporto tra Philomena e Martin è uno dei punti di forza del film e mette in risalto questo incontro/scontro che finirà per aiutare entrambi e li spingerà ad estimarsi a vicenda, quasi come madre e figlio, l'uno cercherà di proteggere e difendere l'altra e viceversa. Il tutto facendo appello anche all'autoironia e all'autocritica, nonostante siano diversi: lui è sofisticato, intelligente e colto; lei ha origini umili, è colpita dall'opulenza in cui lui vive e che dia tutto per scontato.
Coogan poi aggiunge: "Volevamo che emergesse il contrasto tra intuito e intelletto. Abbiamo incontrato diverse volte Philomena e Martin, e abbiamo discusso con loro perché ci aiutassero nella stesura della sceneggiatura. D'altra parte alcune delle loro conversazioni sono ispirate a quelle avute durante quegli incontri...". Nel cast anche Sophie Kennedy Clark (Philomena giovane), Anna Maxwell Martin (Jane), Peter Hermann (Pete Olsson), Michelle Fairley (Sally Mitchell), Barbara Jefford (sorella Hildegarde), Ruth McCabe (Madre superiora Barbara) e Mare Winningham (Mary). José de Arcangelo
(5 stelle su 5) Nelle sale dal 19 dicembre distribuito da Lucky Red

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