giovedì 19 dicembre 2013

"Spaghetti Story" di Ciro De Caro, una realistica commedia dolce-amara che diventa ritratto generazionale italiano contemporaneo

Dopo aver fatto il solito giro dei festival nazionali e internazionali e insignito di un premio al recente Festival di San Marino (Titano d'Argento Amarcord per la Miglior Regia), è arrivato nelle sale l'opera prima "Spaghetti Story", una commedia realistica - ovvero un dramedy, secondo gli americani -, che è una vera rivelazione - e italiana al cento per cento - firmata dall'esordiente nel lungometraggio Ciro De Caro. E, come la maggior parte del (miglior) giovane cinema italiano, non aveva finora trovato una distribuzione. Un esordio che - nella genesi produttiva e nella realizzazione - ricorda quello, quasi quarant'anni fa, di Nanni Moretti "Io sono un autarchico", che infatti vide la luce in festival italiani e uscì a Roma nello storico Filmstudio, facendo successivamente il tour dei cineclub e circoli del cinema di tutta la Penisola, come accade oggi al film di De Caro, grazie a Distribuzione Indipendente, e ha però anche un'alternativa nel web.
Un ritratto generazionale realistico - nello stile e nella forma - perché l'autore, come si faceva allora, ha fatto di necessità virtù, cioè si è accontentato dei pochissimi mezzi a disposizione, sostituendo la mancanza con talento e creatività, anche di tutti i collaboratori, dal cast alla ridotta troupe. Valerio (Valerio Di Benedetto) è un bravo attore, ma si arrangia con impieghi part-time nell'attesa di potere (soprav) vivere del proprio mestiere. L'amico 'Scheggia' (Cristian Di Sante) vive ancora in casa della nonna, ma sa già crearsi 'una posizione'. Serena (Sara Tosti) è una studentessa che vorrebbe costruire una famiglia con Valerio. Giovanna (Rossella D'Andrea), sorella di Valerio, lavora come massoterapista, ma sogna di diventare chef di cucina cinese. Quattro giovani adulti dei nostri giorni, che sembrano avere le idee chiare su chi sono e cosa vogliono dalla vita, ma di fatto restano ingabbiati nei propri schemi mentali. Ognuno giudica l'altro, ed è cieco di fronte alle proprie esigenze e potenzialità. Ma la giovane prostituta cinese Mei Mei (Tsang Wei Min) entra nella loro rassegnata esistenza, e sconvolgendo improvvisamente il loro mondo...
Un film no budget anziché low budget, quindi, che si avvale di una sceneggiatura, quasi senza sbavature, scritta dal regista (autore del soggetto) e Rossella D'Andrea, attrice e compagna di vita. Tutti, comunque, hanno evitato anche di vincolarsi troppo con le riprese e la luce perché il tutto risultasse più spontaneo, infatti il film è stato girato solo in 11 giorni con una Cannon 5 D, un 50 mm e due lampade. In questa maniera tutto è più naturale e credibile, verosimile e coinvolgente, tra lacrime e sorrisi, amicizia e solidarietà. Infatti, proprio grazie a quest'ultima i quattro giovani dall'incerto futuro ritroveranno la speranza e soprattutto loro stessi. Una commedia italiana dolce-amara di ultima generazione che è riuscita a mettere in pratica il detto 'volere è potere' offrendo allo spettatore un riuscito quadro generazionale, non avaro di autocritica e autoironia, che diventa disarmante specchio della realtà di oggi, tra crisi (generale), insoddisfazione e disagio (inclusa una certa disperazione).
E non si tratta soltanto della nostra opinione, visto che la critica straniera ha scritto: "L'autore fa propria la miglior tradizione della commedia all'italiana" (Valery Kichin - Live Journal); "Un amore per i personaggi così sincero da destare ammirazione..." (Jean Roy - L'Humanité); "Spaghetti Story è una boccata d'aria fresca" (Olga Kuznetsova - Izvestia). Il titolo, secondo il regista, "rappresenta un modo italiano di fare le cose italiane" (e questo fatto non può che ricordare lo 'spaghetti western' e 'la commedia all'italiana' che hanno rappresentato a lungo il nostro cinema ndr.). Ho raccontato le cose che mi stavano a cuore e che volevo dire". Le azzeccate musiche del film sono del fratello dell'attrice e sceneggiatrice, Francesco D'Andrea, e le ha proposto lui stesso perché il regista lo voleva senza. José de Arcangelo
(3 1/2 stelle su 5) Nelle sale dal 19 dicembre presentato da Distribuzione Indipendente A Roma al Nuovo Cinema Aquila e Tiziano (l'elenco completo di tutt'Italia sul sito) www.distribuzioneindipendente.it

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