giovedì 30 gennaio 2014

I segreti di Osage County" con due attrici da Oscar, Meryl Streep e Julia Roberts

Tipico melodramma familiare hollywoodano di origine teatrale, sorta di melodramma a tinte forti sulla famiglia nido di vipere - come i nostri 'Parenti serpenti' -, fra verità e menzogna, amori e rancori, ideale banco di prova per un nutrito, ottimo, gruppo di attori, in questo caso anche di star del grande schermo. Tratto dal testo, già ampiamente portato sui palcoscenici statunitensi con grande successo, "August: Osage County" di Tracy Letts (Premo Pulitzer), il film diretto con sicuro mestiere da John Wells e interpretato da un cast a prova di Oscar (infatti sono candidate l'ormai solita Meryl Streep e Julia Roberts, rispettivamente protagonista e non protagonista), è diventato da noi "I segreti di Osage County" perché, partendo da una scomparsa, riunisce l'intera famiglia intorno alla matriarca e le sue figlie.
Ma, in pericoloso bilico tra mélo e grottesco, il dramma non riesce a trovare un vero equilibrio, tranne che nelle interpretazioni di almeno tre generazioni di attori cinematografici. La storia delle caparbie donne della famiglia Weston, anche quando ognuna ha preso una strada diversa nella vita, viene allo scoperto dopo una crisi familiare (il marito/padre sparisce, apparentemente senza lasciare tracce) che le riporta ancora una volta nella casa in cui sono vissute nel Midwest, dove ritrovano la donna che le ha cresciute: riaffiorano antichi rancori, verità non dette e orribili segreti.
A tratti esilarante, a tratti tragico, il dramma va avanti in un crescendo di rivelazioni e scoperte che anziché unire i componenti del numeroso gruppo finirà per disgregarlo definitivamente. Riferimenti, consci o inconsci, sono ora Tennessee Williams ora Sam Shepard (l'attore e drammaturgo è nel ruolo del capofamiglia, Beverly Weston) ora Eugene O'Neill, senza l'intensità e la coerenza degli illustri predecessori.
Sceneggiatore e produttore, pluripremiato tra piccolo e grande schermo, Wells alla sua seconda regia (dopo "The Company Men") si rivela ottimo direttore di attori, un po' meno nella narrazione cinematografica, forse perché non si tratta di una sua sceneggiatura, ma molto probabilmente perché una cosa è scrivere una bella storia, un'altra è trasporla in immagini mantenendo una coerenza narrativa e visiva dall'inizio alla fine. Infatti, alcune sequenze prese fuori dal contesto generale sono più efficace di altre. E la buona resa visiva e un ritmo adatto alle situzioni non bastano a dare l'equilibrio sperato al tutto.
E Letts, che ha adattato il suo testo per il cinema, è stato aiutato enormemente dal fatto di essere anche lui attore per il disegno dei personaggi, mentre - secondo noi - ha portato alcune situazioni ai limiti estremi, tanto che nemmeno l'autore di una telenovela osa immaginare. Certo, si tratta sempre di una pellicola al di sopra della media - non solo americana -, che poggia soprattutto sul grande cast: Meryl Streep (Violet Weston, la madre), Julia Roberts (la figlia Barbara), Ewan McGregor (il genero Bill Fordham), Chris Cooper (il cognato Charles Aiken), Abigail Breslin (la nipole Jean Fordham), Benedict Cumberbatch (Charlie Aiken Jr.), la rediviva Juliette Lewis (la figlia Karen), Margo Martindale (la sorella Mattie Fae Aiken), Dermot Mulroney (Steve, compagno di Karen), Julianne Nicholson (la figlia Ivy) e Misty Upham (la domestica Johnna). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dal 30 gennaio distribuito da Bim

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