giovedì 30 gennaio 2014
Ritorna sul grande schermo il supereroe mitologico "Hercules" ma in una versione fantasy e 'very digital'
Ritorna sul grande schermo uno dei più popolari supereroi della mitologia greca, beniamino dei ragazzi di ogni generazione, ma reinventato per il cinema proprio in Italia negli ormai lontani anni Sessanta, in due film prodotti da Dino De Laurentiis (che lo porto in America e nel mondo), diretto da Pietro Francisci e interpretato dal Mister Universo Steve Reeves - quindi bello e muscoloso 'naturale' - e che aprì un vero e proprio filone, il 'mitologico', appunto, della nostra cinematogria al quale poi si aggiunsero i diversi Maciste, Ursus, Sansone e C.
La trama. La regina Alcmena, nel disperato intento di liberare il suo popolo dalla tirannia del vendicativo marito, re Anfritrione, e portare la pace nel paese, prega gli dei di guidarla:. Zeus, dio della guerra, le concede un figlio, Hercules, che però viene chiamato Alcide e ripudiato da padre/patrigno.
Ormai ventenne il giovane s'innamora, ricambiato, della bellissima principessa Ebe, ma all'improvviso i due vengono separati dal proclama del padre che designa promessa sposa del figlio Ificle. E, visto che i due innamorati non si arrendono, Anfitrione manda Alcide/Hercules a morire in guerra ma... ovviamente il nostro semidio non può morire anche se ancora non conosce la sua forza.
Stavolta però si tratta di una rivisitazione in chiave fantasy e 'very very digital', visto che gli effetti speciali non sono più quelli artigianali, magari oggi considerati ridicoli e ovviamente superati, ma più efficaci a livello emotivo. "Hercules - La leggenda ha inizio" (già il titolo fa prevedere una vera e propria saga) è diretto e prodotto da Renny Harlin, un regista specializzato in film d'azione e thriller, da "L'esorcista - La genesi" (2004) a "12 Round" (2009).
E dato che il ama l'argomento, Harlin ha persino ricordato: "Quando ero bambino, mi piaceva molto la storia, soprattutto quella dell'antica Grecia. Mi ricordo che a scuola, durante le lezioni di storia, ero così interessato alla mitologica che disegnavo qualsiasi cosa, dalle armi che usavano ai dettagli architettonici. Mi piaceva fantasticare su quel mondo".
Quindi, questa è la 'sua' visione di storia e personaggio, oltre a quella degli sceneggiatori Sean Hood e Daniel Giat, che però hanno un po' preso da più parti argomenti e situazioni per realizzare una sorta di prologo della leggendaria vicenda, tanto che l'amato eroe solo nel finale userà i suoi 'poteri' cioè una forza enorme per sconfiggere i nemici del suo popolo, anzi i tiranni inclusi il perfido patrigno - già lui è figlio di Zeus e di una mortale - e l'ignobile fratellastro. Per le sue celeberrime 'fatiche' dovremmo aspettare le altre puntate, se ci saranno, perché dipende dal successo che avrà questa prima puntata.
"A quei tempi - afferma il regista -, per aiutare gli uomini a capire e ad affrontare il mondo e la vita, c'era una divinità per tutto, che si trattasse di una tempesta o di un tuono, di amore o di morte, c'era un dio per ogni cosa".
Quindi una fantavventura confezionata a gusto e piacere degli adolescenti del terzo millennio, abituati al digitale in tutte le sue variazioni, tanto che il cast in carne e ossa si confonde con la tecnologia HD (il film esce anche in versione 3D), troppo 'sfacciata' per chi ama almeno un tocco di 'umanità' anche nel cinema fantastico. A questo punto siamo disposti a perdonare gli 'orologi' al polso delle comparse, nei film anni Sessanta. Certo non mancano (e non bastano) gli amori contrastati e gli odi scatenati a far scattare le vere emozioni. Resta un discreto passatempo per appassionati e non di ieri e di oggi, anche perché la durata è quella standard di un'ora e mezza.
"E' l'eterna storia della lotta tra il fato e il libero arbitrio - dice lo sceneggiatore Daniel Giat -, tra la responsabilità verso gli uomini e i propri desideri personali. Il ruolo predestinato di Hercules come salvatore del suo popolo e della sua terra è una vocazione più forte del desiderio e del richiamo del suo grande amore? Possono i due impulsi essere entrambi soddisfatti nell'arco di una vita? Credo che queste domande costituiscano il grande teama di questo dramma".
A vestire i (pochi) panni del mitologico eroe (le sue tracce si trovano anche nei fumetti e nella letteratura) stavolta abbiamo uno dei belli (e muscolosi contemporanei) della saga di "Twilight", Kellan Lutz, già Emmett Cullen, assecondato da Scott Adkins (Re Anfitrione), Liam McIntyre (Sotero), già apprezzato protagonista del televisivo "Spartacus: Blood and Sand"; Liam Garrigan (il fratello Ificle), anche lui visto nella serie "I pilastri della terra"; Roxanne McKee (Regina Alcmena), Gaia Weiss (Ebe), tra gli interpreti di "Bianca come il latte, rossa come il sangue", e l'ormai attivissimo Rade Serbedzija.
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale dal 30 gennaio distribuito da M2
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