martedì 28 gennaio 2014
Matthew McConaughey a Roma per parlare di "Dallas Buyers Club" conquista stampa e pubblico in un affollato incontro
Approdato a Roma per l'anteprima e la presentazione ufficiale di "Dallas Buyers Club" di Jean-Marc Vallée, film d'apertura del recente Festival Internazonale e ora candidato all'Oscar, Matthew McConaughey ha conquistato l'affollata conferenza stampa (siamo rimasti in piedi fuori dalla porta, nonostante la puntualità) con una disarmante disponibilità e una rara simpatia per oltre un'ora.
E, ovviamente, ha parlato delle difficoltà per trovare un produttore per l'intenso film, tanto che c'è stata un attesa di quattro anni e ben 137 rifiuti! Sembra, infatti, che l'argomento non fosse adatto alle dinemiche del mercato hollywoodiano perché si tratta di un dramma in costume (ambientato negli anni '80), che parla di Aids e che non rientra nei generi più gettonati del cinema americano d'oggi, quindi niente action, né commedia né tantomeno fantasy.
Questo fatto, però, non ha intimidito né scoraggiato regista, sceneggiatore e men che meno Conaughey che si è sentito dire che bisognava rimandare l'inizio riprese per l'ennesima volta, quando era ormai dimagrato di quasi venti chili. E così tutti hanno accettato la sfida partendo ugualmente senza avere ancora la sicurezza di un vero budget. Pubblico e critica hanno premiato in anticipo questa intensa e toccante opera che ora 'rischia' persino di vincere qualche Oscar, soprattutto il protagonista che, avendo rifiutato anni fa i soliti film di genere, è ritornato in grande forma dando una svolta alla sua carriera proprio dopo i quarant'anni.
"Il mio lavoro negli ultimi anni è un cambiamento continuo - afferma -, fin dal ruolo drammatico in 'The Lincoln Lawyer' di Brad Furman, accolto positivamente da pubblico e critica, che ci riporta indietro a un film che ho fatto anni fa, 'A time to Kill - Il momento di uccidere' di Joel Schumacher (1996). Più che destino, il futuro è parte di ciò che faccio: amo mettermi a lavorare a testa in giù. Amo tutte le fasi di realizzazione del film, più che guardare un film. E, soprattutto, mi piace l’idea di concentrarmi, quasi ossessivamente, sul mio uomo/personaggio. Finché qualcuno non mi dice 'Ok hai finito, puoi andare' a casa”.
In questi giorni lo possiamo vedere anche in "The Wolf of Wall Street" in un ruolo che lui definisce 'flash' ma di grande impatto, e su cui ricorda che quando era alla scuola di cinema, più di vent'anni fa, studiava proprio i film di Martin Scorsese; e quando è stato convocato per questo ruolo dal regista stesso, non poteva crederci, nemmeno mentre la macchina lo portava da Scorsese, e proprio allora ha avuto proprio un 'flash-back'.
E sull'imminente Oscar? "Non sono ansioso né particolari aspettative - dice -, mi godo il momento. Ma intanto sto parlando di questo film qui, ora, poi andrò in Inghilterra e in Germania a parlarne ancora dell’esperienza e della realizzazione di 'Dallas Buyers Club'. Ma questo film mi precede, è lui che va avanti, comunque. Io sono qui proprio per parlare di esso ma è arrivato prima di me, parla da sé, resta attaccato alla pelle delle perone e io ne sono estremamente orgoglioso: per come è stato girato, per i costi (5milioni per un film americano è niente, ndr.), ha già vinto dei premi ed è candidato all'Oscar come miglior film. Non mi stancherò mai di parlarne".
José de Arcangelo
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