venerdì 31 gennaio 2014
Per festeggiare i cent'anni di Charlot la Cineteca di Bologna riporta sul grande schermo la versione restaurata e digitalizzata di "The Gold Rush - La febbre dell'oro" e il suo primo corto
Un'altra imperdibile occasione, stavolta per festeggiare i cent'anni della nascita di Charlot, l'icona più celebre del mondo nata dal genio di Charles Chaplin, nella rassegna Il Cinema Ritrovato al Cinema, Classici restaurati in prima visione, con cui la Cineteca di Bologna - con l'Association Chaplin e Circuito Cinema -, ha deciso di riportare sul grande schermo "The Gold Rush - La febbre dell'oro" (1925), preceduta proprio da "Kid Auto Races at Venice" di Henry Lehrman, ovvero la prima comica con Charlot protagonista, presentata un secolo fa, il 7 febbraio 1914.
Ma la celebrazione non prevede soltanto la proiezione del classico dei classici di Charlot/Chaplin - che uscirà il 3 febbraio in ben 76 sale italiane (a Roma al Fiamma) -, ma anche con la pubblicazione (ora in inglese e poi, nell'autunno, nella versione italiana) dell'inedito "Footlights", il romanzo breve di Chaplin, che è stato lo spunto per il film "Limelight - Luci della ribalta". E, a giugno - dal 25 al 27 -, con un convegno internazionale a Bologna che precederà la XXVIII edizione del festival Il Cinema Ritrovato, e al quale parteciperanno specialisti, intellettuali, registi e artisti di tutto il mondo. Dal regista di "The Artist" a il mimo Dan Kamin, che insegnò al giovane Robert Downey Jr. come "diventare" Charlot nell'omonimo film di Richard Attenborough (1992).
"Ringraziamo la Cineteca di Bologna - ha dichiarato Kate Guyonvarch (dell'Associazione Chaplin) alla presentazione romana - perché senza di essa, sia la famiglia Chaplin sia il nostro ufficio, non avrebbero mai potuto farlo vedere, così come è accaduto per la digitalizzazione dell'intero archivio Chaplin, un lavoro che va avanti da oltre vent'anni. Infatti, abbiamo cominciato a lavorare insieme nell'89, in occasione del centenario della nascita di Chaplin e con il restauro de 'Il monello', ma alla fine abbiamo fatto uscire l'intera filmografia in cofanetto. La Cineteca di Bologna è unica al mondo".
E Gian Luca Farinelli, direttore della Fondazione Cineteca di Bologna, prosegue: "Abbiamo detto raccogliamo tutto e restauriamo tutto. Così è nato il cofanetto dedicato ai film della Eseney".
"Il romanzo inedito (di cento pagine) - aggiunge -, emerge invece dal suo archivio privato e vede per la prima volta la luce, dopo l'approvazione della famiglia. Il libro 'Footlights', Chaplin lo scrisse nel 1948, primo e unico caso in cui un suo film prende inizialmente la forma di un vero e proprio testo letterario, di respiro dickensiano, "Limelight" che vedrà la luce solo quattro anni dopo, nel 1952".
"Dopo quarant'anni di carriera Chaplin si guarda indietro, agli origini della sua famiglia, alle radici, è infatti si sente un clown che invecchia e che crede di aver perso il suo pubblico".
Il volume si arricchisce del nuovo saggio "The World of Limelight" del grande biografo chapliniano (critico del "Times") David Robinson, che è stato il primo a vedere l'archivio privato a Vevey (150mila unità), poi affidato alla Cineteca di Bologna che in questi anni ha compiuto il lavoro di catalogazione e digitalizzazione.
"La febbre dell'oro", per intenderci, è quello delle celebri scene della danza dei panini, di Charlot che si mangia una scarpa (doverosamente bollita), gustandosi i chiodi come fossero ossa di pollo e i laci come saporiti spaghetti; ma anche quello in cui diventa un pollo gigante agli occhi di un affamato cercatore, e della capanna in bilico sul baratro tra le montagne innevate.
Un capolavoro che, come tutti e più di altri lungometraggi dell'attore-autore, offre divertimento ed emozioni, gioie e dolori, vizi e virtù del genere umano, già perché quello che sempre traspare nel cinema di Chaplin è un'ineguagliabile umanità che, come nella vita, è divisa tra lacrime e sorrisi, anzi risate.
Quindi un'opportunità pressoché unica per (ri) vedere l'opera come non l'abbiamo mai vista... e ascoltata, perché come si sa anche per i suoi lungometraggi muti Chaplin p
retendeva e componeva una colonna sonora. Infatti, anche la partitura è stata restaurata da Timothy Brock che l'ha ora incisa con l'Orchestra Città Aperta. Inoltre al film è stata restituita la 'velocità' giusta delle immagini in movimento, quindi non vedremo più tutti andar di corsa, com'è nel nostro immaginario del cinema comico muto, costruito su errori di proiezione perpetuatisi nel tempo.
Il restauro della comica "Kid Auto Races at Venice - Charlot si distingue", oltre che dalla Cineteca di Bologna, è stato promosso dal British Film Institute e Lobster Films in collaborazione con Association Chaplin, presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata. Un corto in cui il 'nostro', allora alla prima apparizione 'pubblica', durante una corsa automobilistica (si vede addirittura una pubblicità Fiat su maglietta!), fa di tutto per restare davanti all'obiettivo di una cinepresa piazzata ai bordi del circuito e viene ogni volta buttato (letteralmente) fuori campo. Ma il suo 'stile e il suo look' sono già quelli, inimitabili, che lo renderanno universalmente famoso.
José de Arcangelo
(5 stelle su 5)
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