mercoledì 1 gennaio 2014

"The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca", un'ottima fattura per un biopic storico tradizionale con un cast stellare

Oltre sessant'anni di storia americana attraverso l'esistenza del maggiordomo della Casa Bianca, in un tradizionale e, se vogliamo, convenzionale biopic firmato dal pluripremiato autore di "Precious", Lee Daniels, candidato all'Oscar (lo vinse il film per la Miglior attrice non potragonista e per la Miglior sceneggiatura non originale).
Ambientato nel turbolento scenario politico degli Stati Uniti d'America del XX secolo e ispirato alla storia vera di Eugene Allen (nel film Cecil Gaines, interpretato dal sempre ottimo Forest Whitaker), immortalato dall'articolo di Wil Haygood "A Butler Well Served by This Election", uscito nel 2008 sul Washington Post, "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca", tratteggia sullo sfondo la lotta per i diritti civili nei primi anni Sessanta fino all'elezione di Barack Obama nel 2008, il primo afroamericano a ricoprire la più alta carica di governo.
Tutto ebbe inizio nel 1926, quando il giovanissimo Cecil lavorava (ancora come schiavo) con la sua famiglia nei campi di cotone di Macon in Georgia. Dopo la morte del padre per mano del suo padrone, Cecil viene preso a lavorare in casa dalla più 'comprensiva' e anziana Annabeth Westfall (Vanessa Redgrave), ma ben presto deciderà di abbandonare la piantagione per cercare libertà e lavoro altrove, visto che ormai ha un 'mestiere più degno'.
Approdato a Washington DC, grazie all'aiuto di una nuova figura paterna, Cecil trova lavoro, in un hotel di lusso dove viene notato da un funzionario della Casa Bianca che gli offre un'occasione unica: maggiordomo al 1600 di Pennsylvania Avenue, assicurandosi cosìper lui e la famglia - la moglie Gloria (Oprah Winfrey) e ai figli Louis (David Oyelowo) e Charlie (Elijah Kelly) -, l'agio e la serenità di una vita borghese lontano dalla disgregazione e dall'odio razziale. Sullo sfondo, la guerra del Vietnam (dove andrà volontario il figlio Charlie) e la protesta e le lotte per i diritti civili (di cui diverrà militante, l'altro figlio ribelle, Louis), da Luther King ai Black Panthers.
Da qui la conoscenza e la fiducia di oltre cinque presidenti interpretati da altrettanti nomi famosi: Dwight Eisenhower (Robin Williams), John F. Kennedy (James Marsden), Lyndon B. Johnson (Liev Schreiber), Richard Nixon (John Cusack), Ronald Reagan (Alan Rickman). E le first ladies Jackie Kennedy (Minka Kelly), Nancy Reagan (Jane Fonda). Un buon (melo) dramma storico con tutti i pregi e difetti, a tratti didascalico, a tratti quasi retorico e sicuramente 'politically correct'. Ma da un regista come Daniels ci aspettavamo molto di più di un'ottima 'fattura'.
Ottimo, ovviamente, il cast afrocamericano che vanta il premio Oscar Cuba Gooding Jr. (Carter Wilson), Terrence Howard (Howard), il musicista Lenny Kravitz (James Holloway), passato al cinema in un ruolo secondario in "Precious" e poi nella parte di Cinna nella saga "Hunger Games"; Yaya Alafia (Carol Hammie), Colman Domingo (Freddie Fallows), Nelsan Ellis (Martin Luther King Jr.), Alex Pettyfer (Thomas Westfall), Clarence Williams III (Maynard), Jesse Williams (Rev. James Lawson) la cantante Mariah Carey (la madre) e AML Ameen (Cecil Gaines ragazzo). Prodotta dallo stesso Lee Daniels con Pamela Oas Williams, Laura Ziskin, Buddy Patrick e Cassian Elwes; e sceneggiato da Danny Strong (dal serial "Buffy l'ammazzavampiri" a "The Hunger Games"), la pellicola vanta un direttore della fotografia come Andrew Dunn (da "La pazzia di re George" a "Stage Beauty"), il compositore portoghese Rodrigo Leao, il montaggio di Joe Klotz, le scenografie di Tim Galvin, la costumista Ruth Carter (da "Amistad" a "Malcolm X" e "Oldboy" di Spike Lee) e il supervisore alle musiche Lynn Fainchtein. José de Arcangelo
(2 1/2 stelle su 5) Nelle sale dal 1° gennaio distribuito da Videa

Nessun commento: