sabato 15 febbraio 2014

Ecco gli "Amori elementari", tra sport e magia nella preadolescenza, nell'opera prima di Sergio Basso con Cristiana Capotondi 'fata turchina'

Una commedia-favola su, con e per ragazzi scritta e diretta da Sergio Basso, in uscita il 20 febbraio distribuita dall'Academy Two. Un tipo di cinema che da noi non si fa spesso, anzi per niente, forse perché considerato 'minore' ma che contrariamente viene realizzato in quasi tutti i paesi del mondo, tanto che nel nostro paese ci sono addirittura due importanti festival dedicati a loro, come lo storico Giffoni e il giovane Alice nella Città.
La storia, ora diventata anche un romanzo omonimo del regista e delle sceneggiatrici (Salani Editore, 12 euro), narra la vicenda, ambientata ad Alleghe, di un gruppo di bambini dove i maschi fanno parte della squadra di hockey e le femmine di quella di pattinaggio artistico. Matilde è innamorata di Tobia, mentre Katerina e Aleksej - che vengono dalla Russia -, hanno un legame inossidabile. Ma la routine della polisportiva viene scombussolata dall'arrivo di Agata, trasferitasi lì per forza e di malavoglia, causa il lavoro del padre. Lei è diversa dalle altre bambine, è ammaliante, un po' dark e tanto insofferente... ma conquista Tobia. Poi c'è Ajit, figlio di immigrati indiani, ed il suo amico immaginario Kumar, entrambi sono innamorati di Matilde. Alla fine il simpatico gruppo di amici finirà a Mosca 'per amore' e per forza, ad una gara internazionale. "Con le sceneggiatrici (Marianna Cappi e Marina Polla de Luca, da una sua idea ndr.) abbiamo deciso di inserire la comparsa dell'amore - esordisce il regista alla presentazione stampa in un cinema romano -, prima della focosità degli amori adolescenziali, perché tutti abbiamo memoria dei primi amori, ma dovevamo fare in maniera che fossero cose che masticassero tutti i ragazzi, così come usare le loro battute, persino i dettagli, e non utilizzare la storia a favore degli adulti ma dei bambini stessi che ci hanno donato tanta energia e creatività". "Non so se preoccuparmi perché Sergio definisce il mio personaggio naif e infantile - ribatte Cristiana Capotondi -, o riappropiarmi dei miei 33 anni. Sara è una sorta di 'fata turchina', uno degli strumenti che i bambini cercavano per poter vincere una medaglia e conquistare i loro amori. Inoltre, lei cerca di risolvere questo suo disagio mantenendo l'equilibrio di una coppia, ma è resa più infantile da una certa spontaneità, perché è a contatto coi bambini, quasi senza pelle, ma ha un valore perché possiede gli strumenti per guardare da adulta alla vita, una modalità creativa di opera prima, in cui ci tutti gli elementi del caso, e una visione, un gusto molto originali".
"Parlo poco italiano, anzi per la prima volta - afferma il russo Andrey Chernyshov, che è l'allenatore della squadra di hockey, Ivan, e padre di Aleksej -, dovrebbero sedere qui i bambini (che invece erano in prima fila ndr.). E' tutto merito di Sergio perché è molto difficile lavorare coi bambini; ero sorpreso, lui è stato con loro così bravo. Non ho un grande ruolo nel film ma sono contento e onorato di aver lavorato a questo progetto, e se potevo dare qualcosa in più ero molto contento. E' un mondo a parte, veramente particolare, inoltre ero colpito dal mondo interiore di Sergio, così particolare, e che sia riuscito a portarlo sullo schermo. E sono molto felice di aver lavorato con Cristiana". "Abbiamo fatto dei privini a scuola a Milano, Torino, Roma, Mosca - prosegue Basso -, alcuni ragazzi sono alla prima esperienza nel cinema, e facevo provare loro tutti assieme, perché si allenassero a tutto l'arco narrativo e psicologico dei personaggi, a mettere su una squadra con dei superpoteri nascosti, così vedevo se qualcuno era capace di fare quello che volevo, capire come girare le scene, perché loro sono già una pila di energia, di grandissimo insegnamento, di concentrazione, abnegazione (disposti anche a fare tanti ciak). Per Rachele e Tobia era il primo bacio della loro vita, tanto che chiedevano spesso: 'Quand'è la scena del bacio', e facevano prove idrauliche di bacio. Poi ne abbiamo fatto 22 ciak perché Rachele non centrava la bocca".
"L'aver fatto dei documentari prima d'ora è stato importante perché ti restituisce energia, è stato un allenamento molto utile perché girando dal vero impari a saper ascoltare. Abbiamo messo un anno e mezzo per la sceneggiatura, studiando come loro esprimono i sentimenti, e li esplicano attraverso prove fisiche e, col tempo, ho ricordato gli anni della mia infanzia, quando leggevo Gianni Rodari, storie piene di fantasia che a volte dimentichiamo, persino le emozioni, i sentimenti. Loro sono freschi, e noi ripensiamo a forme di racconto, come l'animazione - tecnica che avevo già usato per i documentari". "Il radio cronista Sergio Matteucci, che già aveva prestato la sua voce al cartone animato 'Holly e Benji', insieme a Sandro Piccinini hanno fatto la parte di se stessi ma nella gara di hockey. Ma questo film è anche per adulti, perché parla anche dei sentimenti fra adulti, e della coppia che Sara riesce a riorientare, mentre Alexej (il loro figlio ndr.) sta andando avanti, sono cose che succedono ogni giorno, ma riguardarle con gli occhi dei bambini credo sia vantaggioso".
"Mi ha spinto la lettura di una sceneggiatura innovativa - riprende la protagonista - e di voler continuare a fare le opere prime, di sentire il film come un figlio, partorito dopo una lunga ricerca e attesa, poi l'operazione di Sergio è legata al Centro Sperimentale di Cinematografia (in veste di coproduttore ndr.). E il fatto che abbia un solo riferimento anche per gli adulti mi sembrava interessante, perché lo sport è un luogo di presa di coscienza della propria personalità, e che la forza sia fondamentale nella crescita; infatti, mi piaceva guardarlo anche da adulta, perché ti perdoni sulle cose che pensi in età adulta. Mi sembrava una cosa preziosa, sono fortunata di poter fare anche questo". "Il personaggio mi rispecchia in molte cose - dice il picolo Andrea Pittorino che è Tobia -, soprattutto quel che riguarda l'amore per lo sport, lui vuole essere leader della squadra di hockey, io invece del calcio. E' molto simpatico, ha molti amici, è simile a me. E poi mi piace baciare".
"Ti deve piacere - prosegue sul lavoro - sennò è molto pesante, devi amare il mestiere, per il film abbiamo lavorato per un mese e mezzo ma non è stato difficile, avevamo la maestra di sostegno, anche se la prendevamo in giro, allora facevo la quinta elementare, invece per Annja, Maxim e Rachele è stato più complicato". Poi chiude dicendo di tifare per la Juventus. "Non avevo mai fatto un film prima - dichiara Rachele Cremona che è Agata -, però grazie a Sergio, che ha fatto i provini a Milano, ci sono riuscita. Agata ha molte sofferenze, non ha un buon rapporto con i genitori né con la sorellina, ma si consola col pattinaggio. Io invece ho dei genitori bellissimi e un fratello, a parte la libertà e l'indipendenza che amo, non avrei avuto il coraggio di Agata che è riuscita a partire per cercare un amore che non è. Ma scopre Tobia e apre gli occhi". "Lavorando con loro - riprende l'autore - li vedi crescere, capisci che l'adolescenza bussa alla porta, si sente questo richiamo, ma è una una questione di testa, di sguardo, di sagacia".
"Matilde ha molte cose in comune con me - afferma Laura Gaia Piacentile -, è una sognatrice, le piace vedere le cose sempre in maniera positiva, è innamorata di Tobia anche se nella mia vita non mi è mai capitato. Faccio la prima media". "Un grande film che ho visto solo ora - afferma la russa Anna Potebnya che è Katerina -, lavorare con una squadra italiana, imparare il pattinaggio, la lingua, è stata una grande esperienza, la ricorderò per tutta la mia vita. Ho visto dei bellissimi posti da Mosca a Roma, grazie a Sergio che ha creduto in me. Ho girato anche una coproduzione in America, ma in Italia esce il mio primo film". "E' stato molto difficile combinare le riprese con la scuola - conclude sugli studi -, visto che sono stata un mese in Italia, però vado a scuola molto bene, in un liceo statale importante, ma ero tranquilla perché mi hanno fatto partire perché secondo loro sono brava. Facevo i compiti in Italia via internet e al ritorno ho fatto gli esami". "Il mio personaggio è molto simile a me - aggiunge - perché molto libero, molto forte dentro, e molto innamorata di Alexej che vede anche come amico. E' più intelligente di quanto dimostra, è emozionale, e lo fa anche con dolcezza". "Ho già fatto dei film in Russia - ribatte Maxim Bychkov che è Alexej -, ma è il primo internazionale. Ho incontrato Sergio a Mosca in una piccola sala prove, dovevo fare alcune scene strane, e mi ha detto che avrei dovuto poter giocare a hockey, ma io non sapevo nemmeno pattinare. Ero molto scioccato da quello che si aspettavano da me. Alexej è uno sportivo, innamorato di Katerina , il cui carattere cambia spesso, ora è innamorato, ora triste, e deve fare tante cose. Il suo miglior amico è Tobia. L'ultima scena in cui gli chiedono che ne pensa lui sull'amore mi è piaciuta tanto... stavo per dire un colpo di fulmine. Aspettavo altro, non sapevo cosa fare, ma cucino molto bene personalmente".
"Sergio aveva detto ai bambini di fare tutto quello che volevano fare - dichiara l'attore russo Aleksandr Kovtunez che fa il Pope -, e io dovevo attirare l'attenzione dei bambini su di me, e cercavo, in alcuni momenti, di suggerire loro di recitare dal punto di vista russo. Nel cinema si fanno pochi film sull'argomento, ma penso questo sia di buon esempio per bambini e adolescenti perché c'è qualcosa di buono per i loro. Mi è piaciuto fare il Pope che di solito viene rappresentato in modo stereotipato e banale, Sergio l'ha reso fresco naturale vivo. Avevo un cappello enorme, ma quando dovevo prendere i bambini faceva cadere tutti gli oggetti in cucina e i bambini cominciavano a ridere. Poi quando tornavo da loro con una faccia molto seria, tutti ridevano ancora. Alla fine è rimasta quella di una delle prove".
Nel cast anche Olga Pogodina (Vera), la partecipazione di Nicola Nocella ed Edoardo Pesce. José de Arcangelo

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