venerdì 7 febbraio 2014
"Robocop" ritorna sul grande schermo, ma il remake del brasiliano José Padilha delude i fan
E' approdato nei cinema italiani uno dei mitici eroi cinematografici degli anni Ottanta, ma è stavolta è stata davvero una "Robocop Delusion", almeno è questa la prima impressione davanto al remake dell'ormai cult-movie firmato Paul Verhoeven con Peter Weller, nel ruolo ora sostenuto dal giovane e quasi anonimo Joel Kinnaman - costretto a recitare solo con la faccia, non molto espressiva -, visto nel serial "The Killing", dove la protagonista era però Mireille Enos. Dispiace veramente perché alla regia c'è il brasiliano José Padilha, quello di "Truppa d'élite", al suo debutto nel cinema hollywoodiano.
Inoltre perché la nuova sceneggiatura di Joshua Zetumer, sì aggiorna e corregge (si fa per dire) quella originale di Edward Neumeier & Michael Miner (1987), rendendola più superficiale e convenzionale, tanto che il nostro eroico poliziotto Alex Murphy non viene ucciso in una sparatoria/agguato, ma è vittima di un attentato ed è addirittura padre di famiglia.
E l'inquietante violenza del capostipite qui viene ridotta ai soliti scontri, più digitali che mai - quindi freddi -, tanto da smorzare tensione e suspense, rendendo il duello finale addirittura noioso quasi ci trovassimo davanti ad un videogame, naturalmente senza esserci un appassionato.
Preceduto da un prologo (e si chiude con un simile epilogo) in cui l'anchorman Pat Novak (Samuel L. Jackson, dall'inedita capigliatura) afferma che negli Stati Uniti si vive ormai una sorta di 'robofobia' (siamo sempre in un futuro molto prossimo, precisamente nel 2028) che impedisce alla gente di acconsentire all'affidamento della propria sicurezza e protezione a sofisticate macchine (all'estero robot e droni hanno sostituito i marines riducendo la perdita di vite umane), di cui la Multinazionale OmniCorp ha il monopolio; il film passa poi alla vicenda del bravo e onesto Murphy impegnato nel dar la caccia ad un pericoloso criminale che ha corrotto persino i suoi colleghi.
Però, vittima di un'esplosione/attentato, Alex finisce cavia del boss Raymond Sellars (Michael Keaton, ex primo "Batman") e del dottor Dennett Norton (Gary Oldman) della spregiudicata azienda, decisi a creare un androide, settanta per cento macchina e trenta umano (testa, quindi cervello, polmoni e la mano rimasta intatta) e riportare così legge e ordine nella corrotta Detroit. E così riuscire a conquistare prima la fiducia dei cittadini perché il 'Robocop' ha qualcosa di umano, poi per convincere il governo.
Ma nessuno ha fatto i conti con con l'incorruttibile Robocop, dato che comunque sente e pensa come un essere umano e come tale non è disposto a compremessi di nessun genere, tanto meno a rinunciare ai suoi cari, la moglie Clara (Abbie Cornish) e il figlioletto.
Probabilmente piacerà agli adolescenti della 'digital generation' che amano più la tecnologica dell'artigianato cinematografico. A chi ama azione, fantasy ma condite da vere emozioni e suspense, sicuramente no.
Nel cast, tra caratteristi e non, anche Jackie Earle Haley (Rick Mattox), Michael K. Williams (Jack Lewis), Jennifer Ehle (Liz Kline), Jay Baruchel (Tom Pope) e Marianne Jean-Baptiste (Karen Dean), non dimenticata interprete di "Segreti e bugie" di Mike Leigh, poi passata alla televisione. La fotografia è firmata dal brasiliano Lula Carvalho.
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale dal 6 febbraio distribuito da Warner Bros. Pictures Italia
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