giovedì 27 marzo 2014

"Quando c'era Berlinguer" di Walter Veltroni, un personaggio unico e un pezzo di storia italiana recente troppo presto dimenticati

Al di là del pregiudizio e delle ideologie, Walter Veltroni è riuscito a fare un bellissimo documentario, non solo intelligente e lucido, ma anche commovente fino alle lacrime, almeno per chi ha conosciuto Enrico Berlinguer e/o è vissuto una parte di quegli anni, proprio “Quando c’era Berlinguer” e si sognava una società migliore, più giusta, tollerante e solidale. Un altro pezzo di memoria italiana, ma non solo, da non dimenticare, anzi da ricordare per capire l’evoluzione (o involuzione?) ideologica e politica, visto che finite le ideologie, l’indifferenza e l’ignoranza si sono diffuse a macchia d’olio nel Paese e nel mondo.
Non a caso, il neoregista inizia il film proprio con una serie di interviste flash ad un gruppo di giovani, inclusi studenti, per chiedere loro chi era Berlinguer e dalle loro risposte si può amaramente constatare che nemmeno uno su dieci sa lontanamente di chi si tratta. Chi azzarda un romanziere, oppure un cantautore; nessuno si avvicina a quel presidente del Partito Comunista più grande dell’Occidente, in quelli anni ‘60/’70 pieni zeppi di illusioni, contestazioni, lotte e conquiste operaie e sociali, che si conclusero con gli anni di piombo, seguiti dalla fine delle ideologie.
Un uomo mite, timido, riservato, competente, onesto, coraggioso; nato a Sassari il 26 maggio 1922, e morto a Padova l’11 giugno 1984. Vita e ascesa politica vengono ricordati da chi lo ha conosciuto in prima persona, privata o pubblicamente, dalla figlia Bianca ai compagni di partito, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Mons. Bettazzi, dall’operaio a Michael Gorbaciov, da Pietro Ingrao ad Arnaldo Forlani.
Il tutto illustrato e ricostruito, in poco meno di due ore, attraverso filmati, fotografie, registrazioni e interviste televisive, materiale d’archivio e di repertorio. Fino agli storici funerali – in un’afosa giornata di giugno quasi un milione di persone accorse a Piazza San Giovanni per salutarlo -, un documento che riesce ancora ad emozionare lo spettatore, coinvolgendo anche chi ignorava evento e personaggio.
“Il giorno dei funerali di Enrico Berlinguer – dice Veltroni – finisce una fase della storia italiana. Muore il Pci, che sarà chiamato da lì a poco a fare i conti con il crollo di quei regimi autoritari che proprio Berlinguer aveva messo a distanza dalla vicenda dei comunisti italiani. Muore, ma non nel modo inglorioso in cui sono finiti tutti i partiti comunisti occidentali. Muore cercando di far nascere altro, cercando di cosruire una sinistra riformista e di governo. Se ha potuto farlo, se non si è dissolto, è perché c’è stato Berlinguer”. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 27 marzo distribuito da Bim Prodotto da Sky, il documentario andrà in onda da giugno 2014 su Sky Cinema HD e History Channel HD A Maggio anche in libreria il saggio omonimo (pp. 250 – Euro 18.00) per RCS

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