venerdì 4 aprile 2014

John Turturro inconsueto "Gigolò per caso" con la complicità della vecchia volpe Woody Allen in una gustosa commedia su amicizia e solitudine

"Gigolò per caso" è la nuova commedia dolce-amara scritta, diretta e interpretata da John Turturro, accanto a niente di meno che Woody Allen, e le meravigliose Sharon Stone, Sofia Vergara e Vanessa Paradis. Una storia che - non troppo - indirettamente parla e/o riflette sull'universo femminile, visto in raro equilibrio tra sguardo europeo e americano, anzi universale. Un film dedicato affettuosamente alle donne in cui Turturro, con la complicità del grande Woody, affronta il connubio età-solitudine-amicizia, sullo sfondo della crisi generale e universale, economica ma soprattutto dei sentimenti. E ancora una volta la musica è sinonimo di 'passione'
Per sbarcare il lunario, gli amici per la pelle Fioravante (Turturro) e Murray (allen) ritrovatisi in condizione economiche precarie dedidono di cimentarsi col mestiere più antico del mondo. Il primo nei panni di un inconsueto gigolò, l'altro nel ruolo del manager. Col nome d'arte Virgil, Fioravante si destreggia in un ménage a trois con due avvenenti signore (Stone e Vergara) alla ricerca di emozioni forti e gli incontri ben più casti con Avigal (Paradis), giovane vedova, con figli, di un rispettato Rabbino della comunità chassidica. Divisa tra ricordi di una vita vissuta in un mondo chiuso e il disperato bisogno di scoprire cose (e persone) nuove, la donna suscita degli inaspettati sentimenti in Virgil e scatena la gelosia di Dovi (Schreiber), poliziotto della comunità innamorato di lei fin da bambino. E Murray alias Bongo scopre che non è così facile fare il protettore. "Il barbiere è una persona importantissima - esordisce il regista alla presentazione romana, prima del passaggio (del film) al Biff - ci si confida, in effetti è andata così. Io ho raccontato al barbiere, che è lo stesso di Allen, il mio progetto e lui a Woody che disse 'digli di chiamarmi'. Il mio è un gigolò agente segreto, un po' alla James Bond, e riesce a fare sesso senza spogliarsi. L'idea di base era mettere nei suoi panni un uomo normalissimo, una scelta non consueta per un gigolò. Con Woody abbiamo lavorato insieme per passione e sono stato fortunato perché era quello che volevamo fare, un collegamento molto importante e la fortuna d'incontrare una persona così speciale con cui lavorare e magari poi ripetere l'operazione. Anche 'Passione' (quello sulla musica girato a Napoli ndr.) è stato un film fortunato".
"L'ho scritto in gran parte ascoltanto Dalida e le canzoni francesi - aggiunge sull'ampia presenza di musica e canzoni nella commedia -, e ho scritto molto con la musica, prima sulla fotografia e poi con Simona, perché lei è molto brava a montare la musica e immagini. Abbiamo lavorato moltissimo, ancor prima che il film prendesse forma definitiva". "Abbiamo ascoltato molta musica - ribatte la montatrice Simona Paggi -, al di là delle canzoni ebraiche, che hanno un carattere importante. John si presentava ogni giorno con delle musiche pazzesche, idee di cambiamenti, e le ha usato anche lontano dal film perché suggerivano delle cose diverse. Alcune venivamo da 'Passione' e con una forte influenza italiana, anche lì avevamo usato la musica araba, aggiungendo poi l'America".
"E' stato un buon esempio - riprende Turturro -, abbiamo lavorato con Woody a casa di Fioravante (il protagonista) e musiche più ebraiche, ma era un disastro, poi ho ascoltato Dean Martin in metro e così mi è venuta l'ispirazione. All'nizio per creare il personaggio ho usato dei cari amici perché volevo che Fioravante avesse un grande manualità, in questo caso mi sono ispirato a Marco Pontecorvo (il direttore della fotografia ndr.), perché le donne spesso sono attratte dagli uomi che sanno fare tante cose con le mani, pure Marco come un meccanico, un fioraio possono essere attraenti, e, forse, le persone in grado di avere una grande manualità sono molto a loro agio con le donne. Fioravante non ha una relazione stabile, perché ama le donne, mentre certi uomini amano il sesso ma non stare con le donne. Forse dipende dall'aver avuto un buon rapporto con la madre, lui non ha problemi nei rapporti con le donne, si trova bene con loro. E' una combinazione tra le due cose".
E sul cast confessa: "E' stato molto facile lavorare con loro, soprattutto con Woody. Tu dicevi action e lui partiva, è una persona molto semplice, abbiamo rivisto insieme in playback le scene, e qualche volta più andava più veloce e gli chiedevo di essere più delicato. E' bastata la prima ora per conoscersi un po' meglio, poi è andata benissimo. Credo sia qualcosa che succede con donne avanti negli anni (dice sul rivolgersi ai gigolò ndr.), però il fenomeno è ristretto. Nel film la prostituzione viene usata come metafora del desiderio di tante persone, della fame di contatti, perché gli esseri umani hanno bisogno di essere visti, toccati, ascoltati, apprezzati; e soprattutto le donne. In questa maniera viene usata nel film che parla di amicizia e di solitudine, perché uno può sentirsi solo anche quando ha una relazione stabile". "Sono dei ruoli belli per le donne - confessa -, oggi non è frequente trovare ruoli interessanti per loro, su un ruolo femminile ci sono venti maschili, è un'occasione rara. Sharon è quella giusta perché fa un qualcosa che non ha mai fatto nella sua vita, dover pagare per fare sesso".
"Il ruolo di Sofia è ispirato ad una mia amica a cui avevo chiesto com'è stato, e lei 'ho perso venti chili'. Dopo aver scelto Sharon abbiamo aggiunto la battuta del gala beneficienza per la lotta contro l'Aids (che l'attrice sostiene ndr.). La collaborazione è stata soprattutto mentre scrivevo perché mandavo le pagine a Woody e lui mi mandava delle critiche terribili, ma la sceneggiatura l'ho scritta io, solo sull'idea, sull'argomento più ampio, Woody mi ha aiutato a esplorarli, per farne una commedia più elegante e sofisticata". "Volevo una compagna di colore per il suo personaggio - prosegue -, tant'è che lui li ha insegnato ai ragazzi a giocare a baseball, ha stabilito un vero rapporto anche se dimenticava le battute. Non li conosceva ma poi è stato un rapporto bellissimo. Sul New York Times hannoscritto che 'Nanni Moretti è il nipote italiano di Allen', la mia esperienza con grandi registi e maestri di tale calibro che osservavo e guardavo mi ha aiutato a sviluppare un mio percorso, non imitare ma imparare, metterli in quello che è il mio lavoro. Spesso si ritiene che il film sia l'opera di una persona sola, ma il cinema è frutto di una collaborazione, si tratta di dare un contributo importantissimo. Marco Pontecorvo e Simona mi hanno dato un contributo enorme insieme a tutti gli altri. E' un lavoro di squadra di cui il regista è il leader. A volte capitava che arrivassi sul set molto teso, e Marco a dirmi 'rilassati, divertiti'. Contribuiscono al risultato finale. Lavorando s'impara. E con Moretti reciterò in italiano". "E faceva il doppio - ribatte Pontecorvo -, perché certe volte non era la scelta giusta, non raggiungevamo il tono giusto".
"Sicuramente questo fenomeno succede oggi nel mondo ed ha effetto su tutti quanti, queste librerie - dice sul personaggio di Allen, costretto a chiuderla -, i piccoli negozi stanno chiudendo, si andava lì, s'incontrava persone, si parlava tra persone di ogni età e cultura, questa perdita è un simbolo della metropoli che sta scomparendo. Non sono impegnato politicamente, questo fatto aggiunge note sulla società contemporanea, i giovani, non i sessantenni, si ritrovano a inventarsi un mestiere, è molto più difficile, sullo sfondo è anche una sfumatura. Un mio amico ha dovuto chiudere la libreria e mia è venuta l'idea, anche visivamente ci sono le immagini della vecchia New York che scompare. L'esperienza in Italia la ritengo molto interessante, la sceneggiatura è molto bella, ed è molto positivo poter lavorare con Moretti e Margherita Buy. Avevo visto tre film di Moretti che conosco da vent'anni, molti suoi film mi sono molto piaciuti molto". "Quella del film è la New York dove vivo - continua sul suo lavoro -, riflette la città che vedo quando faccio il giro in bicicletta. Mi piace recitare in italiano, esperienza che ho già fatto ne 'La tregua)', e lavorare con i Taviani, perché no?". "All'interno della comunità ortodossa ci sono diverse gruppi - aggiunge sul personaggio della Paradis -, volevo renderla un po' leggera, essere molto rispettoso, c'è chi vive felicemente in questo modo, chi ha abbandonato, c'è sempre un gruppo di donne per controllare le donne, ed è vero che le donne dopo i 18 anni devono abbandonare gli studi. Mi interessava il fatto che le prime donne a cui è stato concesso di leggere sono state le suore, allora c'era una grande paura della diffusione del fenomeno in Europa, che le donne potessero portare una prospettiva diversa. In questo caso la comunità religiosa ha vietato alle donne di leggere dopo 18 anni".
"Woody è mio amico, questa è fiction - dice a proposito delle ultime accuse dei figli adottivi in comune con Mia Farrow -, credo che sia una questione molto personale, ho lavorato con lui anche in passato e lavorerò in futuro, questo non ha niente a che fare con ciò". E poi sugli uomini considerati sexy dice: "Mick Jagger è considerato sexy, e quando avevo dieci anni c'è stata la sua prima apparizione in televisione con i Rolling Stones e cantava 'Satisfaction', a quel punto mio padre l'ha guardato e disse: 'Mai visto una bocca come quella, così grande'. Ora viene considerato un sex symbol, tutti quanti siamo le star della nostra vita. E spesso si dice 'come fa quello a stare con quella? La sessualità, l'appeal ha forme differenti. Ci sono persone bellissime e noiosissime, modelli e modelle incapaci di recitare, altri non sono in grado di attirare l'attenzione. Ho pensato che potesse funzionare. Lo stesso Woody da giovane era considerato molto sexy dalle donne. Interessante perché in tantissimi film era protagonista romantico dotato di sex appeal, tant'è che la mia fidanzata lo trovava sexy e io dicevo 'quando mai'. Ma quando ha cominciato a parlare in quel modo ho pensato 'può essere una persona molto sexy'. Io Woody Allen e Lars von Trier ("Nynphomaniac" ndr.) lavoriamo insieme", chiude scherzando.
"E' una cosa interessante che delle registe donne abbiano deciso di girare dei film pornografici - dice sulle 'Ragazze del porno', perché anche i film che parlano di sesso sono fatti da uomini; ma fare un paragone è un'altra cosa, e 15 storie raccontate ognuna secondo un punto vista, si presta a diverse interpretazioni. Fare teatro in Italia, dopo 'Questi fantasmi' di Eduardo, ci ho provato, ma per il momento no. Sorrentino? Ha vinto l'Oscar, sicuramente è un grande regista, Toni Servillo è eccellente, 'La grande bellezza' l'ho visto e mi è piaciuto visivamente; 'Le conseguenze dell'amore' mi è piaciuto moltissimo". E sulla gaffe di Obama al Colosseo, conclude, "Avrei pensato: Sarei stato romano o cristiano?" Nel cast di questa travolgente commedia romantico-brillante in cui ben si fondono temi e atmosfere di entrambi gli attori-autori, anche Liev Schreiber (Dovi), Bob Balaban (Sol), M'Barka Ben Taleb (Mimou), Tonya Pinkins (Othella), Aubrey Joseph (Cefus), Dante Hoagland (Coco), Jade Dixon (Cee Cee) e Diego Turturro (Shimshon). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 17 aprile distribuito da Lucky Red

Nessun commento: