giovedì 11 dicembre 2014

"Pride" una commedia agro-dolce che fonde impegno e divertimento, sulla scia delle ormai dimenticate amicizia e solidarietà che ci accomunano tutti nelle battaglie sociali quotidiane, ma non solo

Ispirata ad una storia vera, una commedia coinvolgente che unisce impegno e divertimento, spettacolo e sentimenti, con una sceneggiatura di ferro di Stephen Beresford che ha dovuto aspettare vent’anni per diventare un film, diretto da un illustre regista teatrale come Matthew Warchus che aveva debuttato sul grande schermo con Inganni pericolosi” (1999), e da maggio 2014 successore di Kevin Spacey come direttore dell’Old Vic Theatre di Londra.
Una commedia agro-dolce dicevamo che evita macchiette e stereotipi per parlare di solidarietà e amicizia, valori che proprio in un’epoca come la nostra sembrano essere stati dimenticati o concentrati solo sulla rete, come se ormai non possano più esprimersi che virtualmente.
Nessuna retorica né (furbetti) ammiccamenti (come noi invece abbiamo visto e constatato nel sopravalutato “The Millionaire” o nel recente “Trash”), come qualche collega ha visto, in “Pride” anche perché ha il merito di recuperare una storia straordinaria accaduta trent’anni fa e presto dimenticata, persino nella stessa Inghilterra. Un messaggio destinato soprattutto alle nuove generazioni che probabilmente non ne avranno nemmeno sentito parlare, visto che - almeno a parole – sembra che in questi ultimi decenni l’intolleranza e il pregiudizio siano stati superati. Perciò per molti, il film si presenterà pieno di sorprese e curiosità, situazioni drammatiche e scene commoventi, battaglie sociali e sane risate, e un filo di ironia che non guasta mai.
Ambientato in piena era Thatcher, durante lo storico sciopero dei minatori inglesi del 1984, narra le vicende degli attivisti del movimento gay londinesi che, spinti dalla ‘solidarietà’ verso chi, come loro, lotta contro il sistema, decidono di raccogliere fondi per gli scioperanti del Galles. Ovviamente, il minatori accolgono con diffidenza l’iniziativa, considerando il sostegno del neonato movimento LGSM (Lesbiche e Gay a Sostegno dei Minatori). Ma l’incontro fra i due mondi – alcuni membri del movimento si recano proprio in un villaggio del Galles – si rivelerà più difficile del previsto per trasformarsi pian piano in un’entusiasmante amicizia. Uno scontro di culture e uno scontro generazionale che finiranno per diventare un prolifico e gioioso incontro e che avrà un risultato positivo oltre ogni previsione. E con un gran finale, anch’esso verissimo nel Gay Pride 1985, quando i minatori si presentano a loro volta per ‘sostenere’ i loro amici guidando il ‘corteo’, anche contro chi dice è solo una ‘parata’.
“Entrambi i gruppi protagonisti del film – dice il regista – hanno di certo una visione politica, ma è la loro umanità ad essere così coinvolgente. ‘Pride’ trascina il pubblico verso concetti più ampi di generosità e comprensione reciproca. Mentre montavo il film ho capito che, nel descrivere lo sviluppo di una relazione tra due opposti che in qualche modo oltrepassano gli ostacoli che li dividono, si stava rivelando una classica commedia romantica. Solo che non si trattava di una relazione tra due persone, bensì tra due gruppi, tra due comunità, guidate non dall’amore romantico ma dalla solidarietà”. Un cast più che giusto di cui fanno parti illustri e grandissimi attori come Bill Nighy (Cliff), Imelda Staunton (Hefina), Paddy Considine (Dai), Dominic West (Jonathan), i più giovani Andrew Scott (Gethin), Ben Schnetzer (Mark), George Mackay (Joe) e inoltre Joseph Gilgun (Mike), Chris Overton (Reggie), Faye Marsay (Steph), Freddie Fox (Jeff), Jessica Gunning (Sian), Joshua Hill (Ray), Lisa Palfrey (Maureen), Liz White (Margaret), Monica Dolan (Marion), Rhodri Meilir (Martin), Nia Gwynne (Gail), Kyle Rees (Carl), Karina Fernandez (Stella), Jessie Cave (Zoe), Matthew Flynn (Tony), Menna Trussler (Gwen) e Jack Baggs (Gary). José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dall’11 dicembre distribuito da Teodora Film

Nessun commento: