venerdì 16 gennaio 2015

"Exodus - Dei e re", la più popolare storia della Bibbia diventa un super kolossal fantasy diretto dall'irriconoscibile autore di "Blade Runner"

La biblica vicenda di Mosè diventa un vero e proprio fantasy destinato alle nuove generazioni di spettatori perché Ridley Scott (apprezzato autore da “Blade Runner” a “Black Hawk Down” e “Le crociate”) in “Exodus - Dei e Re” rivisita la più conosciuta storia biblica, già resa universalmente popolare da “I dieci comandamenti” di Cecil B. De Mille
(1956) con Charlton Heston e Yul Brynner, in un epico fantasy con un Mosé giovane guerriero (supereroe?) più che profeta, d’altronde un po’ scettico verso un Dio bambino dispettoso e vendicativo, quindi non soltanto una voce né tantomeno un anziano saggio come vuole l’iconografia classica. Ma nemmeno vicino al Mosè della versione televisiva (M., la legge del deserto), diretta da Gianfranco De Bosio e interpretata da Burt Lancaster nel 1974.
E’ sì un kolossal epico con effetti speciali digitali e addirittura in 3D che, come “Il gladiatore”, non disdegna le ricostruzioni approssimative, se volete antistoriche, e in certi casi incredibili (per i più storicamente informati sull’argomento) e/o inverosimili, però fatte mirando alle nuove platee di giovani spettatori che prediligono soprattutto l’azione spettacolare e nuove tecnologie in bella vista.
La celebre storia dell’uomo che ebbe il coraggio di sfidare il potente impero egizio, dominato dal faraone Ramses - che lo credeva suo fratellastro mentre era stato salvato dalle acque dalla zia nel celeberrimo cestello -, guidando quattrocentomila schiavi ebrei in uno straordinario viaggio in fuga dalle piaghe d'Egitto attraverso il Mar Rosso (qui l’apertura delle acque ha l’effetto della bassa marea pre e post tsunami) e verso la Terra Promessa.
Quindi lo spettacolo ‘grandioso’ c’è e si vede, però mancano le vere emozioni e sono trascurati i sentimenti, elementi che fanno del cinema quel momento di coinvolgimento totale dello spettatore. D’altra parte, ci sembrano fuori luogo le polemiche e la censura (soprattutto in Egitto e a proposito del cast), visto che l’elemento etnico-religioso è pressoché inesistente, anzi è sullo sfondo ‘esotico’ del caso tant’è che potrebbe avere la stessa reazione da parte di ebrei o cristiani credenti, visto che Mosè è interpretato dall’ex bambino prodigio britannico Christian Bale, che aveva esordito quasi trent’anni fa ne “L’impero del sole” di Steven Spielberg, mentre Ramses è l’australiano Joel Edgerton, però nemmeno Brynner – coprotagonista/antagonista del vecchio kolossal - era egiziano.
Inoltre, degli eventi catastrofici come le dieci piaghe gli autori cercano di dare una base scientifica anziché presentarli come una punizione divina, d’altra parte la sceneggiatura (di Adam Cooper, Bill Collage, Jeffrey Caine e Steven Zaillian) non approfondisce né arricchisce la storia, mentre la ricostruzione dell’impero egizio – come era stata per la Roma imperiale ne “Il gladiatore” – è ‘tecnicamente’ perfetta ma non sempre ‘storicamente’ fedele o verosimile. Tanto valeva ‘inventarsi’ un altro personaggio di sana pianta e di totale fantasia, appunto, però si sa le idee nuove al cinema mancano e, in fondo, Hollywood da più di un secolo ‘fa sempre lo stesso film’.
Il cast è comunque internazionale e conta con Sigourney Weaver (Tuya), lanciata giovanissima proprio da Ridley Scott nell’ormai mitico “Alien” (e confermatasi nei sequel successivi, ma non solo); l’italo-americano John Turturro (faraone Seti); la palestinese, israeliana di nascita, Hiam Abbass (Bithia); il premio Oscar anglo-indiano Ben Kingsley (Nun); l’iraniana Golshifteh Farahani (Nefertari), da “About Elly” a “Come pietra paziente”, oggi compagna dell’attore francese Louis Garrel; Aaron Paul (Giosuè); Ben Mendelsohn (Hegep), la spagnola Maria Valverde (Zipporah); l’inglese Tara Fitzgerald (Miriam), Dar Salim (comandante Khyan), l’americano Andrew Tarbet (Aaron), l’inglese di origini indiane Indira Varma (grande sacerdotessa) e tanti altri. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 15 gennaio distribuito da 20th Century Fox Italy

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