venerdì 23 gennaio 2015
Keanu Reeves è tornato in un efficace thriller d'azione all'insegna di una spietata vendetta in chiave contemporanea "John Wick"
Dopo tanti successi (da “Point Break” Kathryn Bigelow e “Belli e dannati” di Gus Van Sant alla trilogia di “Matrix”) e alcuni flop degli ultimi anni), Keanu Reeves torna protagonista assoluto in un solido film d’azione che però ha una storia iperrealistica, anche quando l’atmosfera, rarefatta e cupa, dà al tutto un sapore di futuro prossimo venturo. Lo spunto non è nuovo ma è correttamente aggiornato (ai gusti del giovane pubblico e alla società contemporanea) perché si tratta in fin dei conti di terribile vendetta, della resa dei conti di un ex killer professionista ritiratosi a vita privata e, probabilmente, in cerca di redenzione.
Sceneggiato da Derek Kolstad – con un occhio a Hong Kong e l’altro alla Hollywoode del nuovo millennio – e prodotto da Basil Iwanyk e David Leitch (anche co-regista con Chad Stahelsi, ed entrambi provenienti dal mondo degli stuntmen, quindi realizzatori e coreografi delle scene d’azione di tanti blockbusters), l’attrice Eva Longoria e Michael Witherill, “John Wick” è consigliato a chi ama i thriller d’azione contemporaneo, tant’è che è ambientato in una New York pressoché irriconoscibile, dominata da criminalità e violenza gratuita.
Dopo l’improvvisa morte dell’amata moglie, John Wick (Reeves, ovviamente) riceve dalla donna un ultimo regalo: un dolcissimo cucciolo di Beagle, accompagnato da un biglietto che lo esorta a non dimenticare mai come si fa ad amare. Ma il profondo lutto dell’uomo viene presto interrotto, quando la sua mitica Boss Mustang del 1969 attira l’attenzione del sadico e giovane malvivente Josef Tarasof, figlio di un potente capo mafioso di origine russa.
Dato che John non intende separarsi dall’automobile neanche a pagamento, Josef e i suoi scagnozzi fanno irruzione nella sua casa, lo picchiano fino a fargli perdere i sensi, uccidono senza pietà il cucciolo, prima di rubare la macchina. Però il gruppo criminale non sa di aver risvegliato uno dei più crudeli assassini che la malavita abbia mai conosciuto, non a caso diventato una vera una leggenda.
La ricerca della macchina rubata a questo punto è solo un pretesto per scatenare la sua spietata vendetta, in una metropoli davvero sconosciuta ai più, una città nella città abitata da una ricca e feroce comunità che si muove nell’ombra – c’è addirittura un albergo che ospita solo killer professionisti – e per la quale John Wick è stato a lungo il sicario più letale.
Scoperto che il suo aggressore non è altri che il figlio del boss Viggo Tasarov (l’attore svedese Michael Nyqvist, lanciato internazionalmente dalla trilogia “Uomini che odiano le donne”), un tempo il suo ‘datore di lavoro’, John dà inizio alla sua rivincita, però Viggo offre una ghiotta ricompensa a chiunque riesca a fermarlo, attirando in città un vero e proprio esercito di mercenari pronti a tutto pur di scovarlo e farlo fuori. E John sarà costretto a ridiventare quella macchina di morte che una volta tutti temevano.
Un teso e coinvolgente thriller d’azione che non deluderà gli appassionati ma nemmeno chi ama i film di genere che non trascurano ambienti e personaggi, e offrono anche forti emozioni. Non è un caso se Leitch – come il collega -, negli anni ’90, ha lavorato con Brad Pitt (da “Fight Club” a “Troy”) e con lo stesso Reeves per “Matrix”. Il loro action movie è in bilico – ma non cade – fra i prodotti orientali e americani, e con le dovute distanze, tra John Woo e l’ultimo David Cronemberg, soprattutto nell’atmosfera e in una narrazione quasi marziale.
Nel cast anche il grande Willem Dafoe (Marcus, ex collega e amico), Alfie Allen (Josef Tarasov), Adrianne Palicki (Ms. Perkins), Dean Winters (Avi), Omer Barnea (Gregori), Bridget Moynahan (Helen), Ian McShane (Winston) e John Leguizamo (Aurelio).
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale italiane dal 22 gennaio distribuito da M2 Pictures
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