giovedì 4 giugno 2015

"Sei vie per Santiago" (di Compostela), il pluripremiato documentario dell'americana Lydia B. Smith ci trasporta e invoglia a intraprendere il mistico viaggio attraverso la Spagna

Non solo la fede muove montagne ma soprattutto spinge da secoli le persone da ogni angolo del Pianeta ad andare in pellegrinaggio a Santiago di Compostela, “el camino” mistico e leggendario che non ha ispirato spesso il cinema, ma se non altro un grande maestro del surrealismo come Luis Buñuel che ne fece un indimenticabile capolavoro ne “La via lattea” (1969), oppure un angosciato e tormentato Martin Sheen – diretto dal figlio Emilio Estevez - che in “The Way”(Il cammino per Santiago, 2010) lo ripercorre sulle tracce del figlio morto proprio durante il pellegrinaggio.
Ora approda nei cinema italiani il pluripremiato documentario pluripremiato “Sei vie per Santiago”, firmato dalla regista e produttrice americana Lydia B. Smith che ritorna sulle sue tracce e si affida, appunto, a sei pellegrini spinti per diverse ragione ad affrontare questa sfida per trovare un senso alla loro vita e, quindi, ritrovare se stessi. Infatti, la stessa Smith – che è arrivata in Italia per accompagnare il film in sala -, nel 2008 ha percorso il Cammino di Santiago che, secondo lei, ha cambiato totalmente la sua vita. E dopo questa esperienza unica e irripetibile, ha deciso di tornarci per girare il suo primo lungometraggio, e così condividerla con il maggior numero di persone
possibili. Il percorso di realizzazione del documentario non è stato meno arduo del ‘Camino’: la ricerca di finanziamenti è durata oltre cinque anni e, alla fine, “Sei vie per Santiago” ha raccolto quasi 500mila dollari da privati cittadini. Però ora si trova nella lista dei dieci maggiori incassi di documentari degli Stati Uniti nel 2014, grazie al solo aiuto di un piccolo staff e di decine di volontari.
Il mitico ‘Cammino di Santiago’, come accennavamo, non è solo un percorso che attraversa la Spagna settentrionale – splendidi paesaggi a contatto con un’inedita e varia natura – bensì un dedalo di sentieri che, da ogni parte d'Europa, conducono da secoli i pellegrini fino a Santiago di Compostela. Il più noto e frequentato è ‘il percorso francese’. Ma il famoso pellegrinaggio – il più lungo e antico rimasto in Europa -, ovviamente, è anche un’impresa difficile e faticosa lunga 500 miglia che ogni anno coinvolge centinaia di migliaia di persone. Solo nel 2010 più di 270mila pellegrini hanno tentato l’impresa. Il documentario, autobiografico e più che mai on the road, segue da vicino un gruppo di odierni pellegrini che affrontano il viaggio, ognuno con le proprie ragioni, motivazioni, illusioni e aspettative. Sei persone, appunto, a confronto, con vite, esperienze e storie diverse: Misa è una giovane sportiva danese che viaggia da sola per essere più in sintonia con se stessa, ma l’incontro con un ragazzo canadese di dieci anni più giovane cambia radicalmente la sua prospettiva.
Sam(antha) è una trentenne brasiliana che soffre di depressione perché ormai senza casa né lavoro. E’ alla disperata ricerca di quella forza interiore necessaria per cambiare la sua esistenza. Tatiana è, invece, una ragazza madre francese ventiseienne che affronta ‘el Camino’ per devozione a Dio. La accompagnano Alexis, suo fratello ateo e il biondissimo figlio di tre anni. Il suo tentativo di trovare un rapporto più alto e intimi con Dio è messo a dura prova dai frequenti litigi col fratello.
Tomàs, portoghese trentenne, affascinante ed atletico, è abituato ad ottenere sempre ciò che vuole. Ma deve imparare la perseveranza specialmente quando il dolore aumenta ad ogni singolo passo. La matura Annie viene da Los Angeles ed è mossa da ragioni spirituali. Jack e Wayne sono due pensionati canadesi. Wayne, 65 anni, cammina per onorare la memoria della propria moglie e Jack, 73, è il sacerdote che ha eseguito il funerale della donna.
Tutti affrontano il cammino dotati soltanto di uno zaino – il più leggero possibile, naturalmente -, un paio di robusti stivali e, soprattutto, una mente libera e aperta. Molti – assicurano i realizzatori -, dopo la visione del film, hanno deciso di intraprendere questo incredibile viaggio. E ironicamente il New York Times consiglia: “se andrete a vederlo, portate scarpe robuste!”
Comunque, si tratta veramente di un documentario suggestivo e coinvolgente che in meno di un’ora e mezza (85’) concentra luoghi – borghi da favola e paesaggi da sogno - e persone, rifugi e ostelli, e oltre i pellegrini offrono la loro opinione sull’argomento preti e ‘albergatori’, impiegati e addetti all’accoglienza. E veramente guardandolo vien voglia d’intraprendere questo mitico viaggio oltre i confini del mondo, anche perché nel Medioevo il mondo finiva proprio poco dopo Santiago, a Fisterra, sulla costa Atlantica. Tant’è che vedendolo ci ha ricordato una poesia di Antonio Machado che recita “Caminante no hay caminos, se hace camino al andar” ovvero “Camminante non ci sono cammini, si fa cammino andando”, messa in musica negli anni ’70 dal cantautore catalano Joan-Manuel Serrat.
“Non è stata solo un’impresa dal punto di vista produttivo – afferma la regista -, ma il Cammino è talmente magico e sacro che ho avuto paura a non potergli rendere giustizia. Quando la gente affronta a piedi il Cammino, si stacca dalle proprie convinzioni per abbandonarsi ad una visione che è unica al mondo. Non c'è lezione migliore e per questo il Cammino deve essere intrapreso. Il Cammino è una metafora della vita – non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo, tutto dipende dal modo in cui lo si affronta. Il viaggio è individuale – ognuno di noi deve trovare la sua strada. E’ tutta una questione di scoprire se stessi”.
Cineama per la distribuzione nelle sale del film sarà sostenuta dall’ACEC. “Sei vie per Santiago: Walking the Camino” è prodotto dalla stessa Lydia B. Smith con Sally Bentley e coprodotto da Annie O’Neil. Produttori associati Evan Gandy, Chad Westbrook, KC Englander. E’ stato premiato Newport Beach Film Festival, American Documentary Film Festival, Rainier Indipendent Film Festival, Hollywood Film Festival, Port Lauderdale International Film Festival. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 4 giugno distribuito da Cineama. A Roma al Cinema Barberini

Nessun commento: