venerdì 26 giugno 2015

"Soundtrack - Ti spio ti guardo ti ascolto", opera prima di Francesca Marra, un thriller psico-erotico sul demone della gelosia

Un discreto thriller psico-erotico italiano, suggestivo e formalmente ben congegnato, ma riuscito a metà. "Soundtrack - Ti spio ti guardo ti ascolto", opera prima cinematografica di Francesca Marra - è già stata assistente o aiuto regia di Costa-Gavras, von Trotta, Antonioni e Wenders e, da più di dieci anni, è un attivissima regista di fiction televisiva -, sceneggiata con Enrico Oldoini, parte da uno spunto non originale quanto l'idea: una storia che sposa teatro e cinema, realtà e finzione.
Il tecnico del suono Paolo (Vincenzo Amato) e l'attrice emergente Linda (Andrea Osvart) si trasferiscono in una cittadina di provincia (il film è stato girato a Sulmona), dove lei comincia le prove di uno spettacolo teatrale sul rapporto, ambiguo e morboso, di una giovane coppia. Però pian piano col passar del teampo realtà e finzione si mescolano e si confondono, e Paolo diventa geloso fino ad una vera e propria (pericolosa) ossessione. Incapace di dar voce ai suoi fantasmi, finisce per oltrepassare i confine del lecito per arrivare, infine, ad un punto di non ritorno... "Questo film - scrive la regista nelle note - nasce dal desiderio di raccontare quanto sia difficile conoscere quello che succede nell'animo di coloro che ci vivono accanto. Quanto sembri a volte impossibile parlare, anche con la persona che ami. Quanto sia duro riconoscere le proprie fragilità. Volevo raccontare della distrazione che a volte mettiamo nei rapporti."
"E inoltre - prosegue -, volevo raccontare della poca attenzione che usiamo anche nei nostri confronti, di quanto riusciamo a sottovalutare e a non ascoltare le nostre paure, le nostre angosce, le nostre insicurezze. Le lasciamo lì a crescere, maturare e marcire, finché non si trasformano in qualche cosa che non controlliamo più, dei mostri che siamo incapaci di contenere". Purtroppo proprio da questo punto di vista la sceneggiatura un po' traballa, e il film - ben girato e meglio costruito - non riesce ad esprimere fino in fondo sentimenti ed emozioni estreme, perché gli attori non sembrano convinti di ruoli e situazioni, tanto da sembrare sottotono, quando dovevano essere 'posseduti' da una passione incontenibile ed essa prendere il sopravvento per rendere verosimili personaggi, rapporti e atteggiamenti.
Infatti, l'autrice aggiunge: "Volevo raccontare di come sia facile oltrepassare il limite della 'normalità' senza neanche accorgersene, e all'improvviso entrare nella follia; ma tornare indietro, a quel punto, non è più possibile". Una trappola in cui cadono spesso i protagonisti dei fatti di cronaca, siano essi vittime che carnefici, posseduti da lucida follia o raptus irrefrenabili. Nel cast anche Giorgio Lupano, Fabio Ghidoni, Iaonn Macalpin Gunn, Fabiana Ponzi e con Valentina Lodovini. L'efficace fotografia è firmata da Roberto De Nigris, le scenografie da Paola Riviello, i costumi da Monica Gaetani, il montaggio da Fabio Loufty e le musiche da Francesco Cerasi e Giacomo Vitullo. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 25 giugno presentato da Distribuzione Straordinaria

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