martedì 14 luglio 2015

"Backstreet Boys - Show 'Em What You're Made Of" di Stephen Kijak, un documentario e un concerto per riflettere su vent'anni di carriera, un declino, una crescita e una rinascita

Un piacevole documentario che ricostruisce la vita pubblica e privata della celeberrima band anni Ottanta/Novanta solo per due giorni – come è riservato di consueto a questi film-evento dedicato a gruppi musicali e cantanti. Infatti, “Backstreet Boys - Show ‘em What Your’re Made Of” firmato da Stephen Kijak, chiude in bellezza con il concerto dal Dominion Theatre di Londra che ha visto la
band riunita dopo quasi vent’anni, di fronte ad una affollata platea di ben duemila fan entusiasti – naturalmente anche loro diventati adulti come i loro beniamini – e dove hanno eseguito dal vivo alcuni dei lori hit più amati: da “I Want It That Way” a “Shape of My Heart”, da “As Long As You Love Me” a “Show ‘Em What You’re Made Of” (titolo del film) e “In a World Like This”. Tant’è che in molte capitali il documentario è stato visto quello stesso giorno prima dell’attesissimo concerto trasmesso in diretta in tutto il mondo (non in Italia).
Infatti, alla fine degli anni i cinque cantanti musicisti (dai 14 ai 20 anni) erano nella boy band più famosa al mondo (130 milioni di dischi venduti): poi il declino – in parte provocato dall’arresto del loro manager che aveva truffato loro e altri gruppi per milioni di collari -, e un lungo periodo di black out. Oggi i Backstreet Boys, tornati al successo dopo la reunion del 2012, raccontano la loro storia in un documentario: vent’anni di folgorante carriera tra alti e bassi, vendite record, qualcuno con problemi di droga o in famiglia, altri con sofferenti e tormenti, o semplicemente perché diventati adulti.
"Tornare indietro e rivedere il nostro passato è stato terapeutico", raccontano i membri della band, che ormai sono uomini sulla quarantina. Quindi, cosa significa essere un uomo adulto in una boy band? Possono ancora crescere ed evolversi? A queste domande tenta di rispondere un docu-film che mette in luce l’ironia e l’emozione, gioie e dolori, e ci offre una visione dal di dentro di un fenomeno pop che, allora, non aveva rivali e, in un certo senso, lanciò la moda delle band adolescenti che si susseguirono sui palcoscenico di tutto il mondo fino ad oggi. Inutile ricordare che i milioni di fan di allora, e soprattutto le (ex) ragazze, non perderanno questa occasione, ma il film - attraverso il racconto degli stessi protagonisti e andando avanti e indietro nel tempo - ricostruisce la loro storia in un modo diverso, lontano dalle solite statiche interviste, ma inseguendo gli ex nei loro spostamenti quotidiani e non, viaggi e incontri pubblici e privati. Un piacevole spettacolo che indaga e riflette sulla crescita, il successo, l’amicizia e i conflitti. L’avventura è iniziata quando i fantastici cinque – Nick Carter, Howie Dorough, Brian Littrell, A.J. McLean, Kevin Scott Richardson - hanno deciso di recarsi a Londra senza famiglie né ragazze, per registrare il primo album dopo oltre otto anni. E allora hanno deciso che era arrivato il momento di raccontare la loro storia in un film su di loro.
La produttrice Mia Bays e il regista hanno deciso di iniziare le riprese proprio durante il ritorno negli Stati Uniti d’America dei ragazzi diventati uomini: “Il viaggio di ritorno a casa – dice Kijak – era un’ottima idea e ho pensato che il modo migliore di realizzare il film era di renderlo molto personale. Il viaggio in questo modo è il cuore della storia, è stata occasione per me di conoscerli al meglio, e ha offerto una struttura chiara e semplice, un percorso che il pubblico compie insieme a noi. E’ avvenuto proprio di fronte ai nostri occhi, spontaneo. Non ci è voluto molto prima che raccontassero le loro vite, noi dovevamo soltanto lasciare che affrontassero il passato. E’ stato divertente, ci ha fornito tanto materiale su cui lavorare e talvolta è stato molto emozionante”.
Non a caso, lo spettatore riesce a divertirsi e addirittura a commuoversi insieme a loro, e questo al cinema conta più di ogni altra cosa, inclusi gli effetti speciali. Inoltre c’è sempre la musica, non ingombrante, e le loro canzoni – risentirli ci porta indietro nel tempo - sono concentrate nei brani del concerto, proprio in chiusura del documentario. E da lì è partito il tour dei Backstreet Boys "In A World Like This" in giro per il mondo. Ora è attesa l'uscita del loro nuovo album. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane il 14 e il 15 luglio distribuito da Microcinema

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