mercoledì 1 luglio 2015

Ecco "Poltergeist" di Gil Kenan ricalca e aggiorna tecnologicamente la sceneggiatura di Spielberg e il film di Hooper ma non fa paura

Presentato in anteprima – a due giorni dall’uscita -, in chiusura del recente 35° Fantafestival romano, è in sala il remake del celebre “Poltergeist”, horror contemporaneo scritto e prodotto da Steven Spielberg (sceneggiato con Michael Grais e Mark Victor) e diretto dal mitico maestro del genere Tobe Hooper (suo il cult “Non aprite quella porta”, l’originale).
Infatti, il paragone va completamente a scapito del nuovo film diretto da Gil Kenan (“Monster House”, “Ember - Il mistero della città di luce”) che, percorrendo la stessa sceneggiatura, aggiornata e corretta ai nostri giorni (da David Lindsay Abaire), non fa altro che farci rivalutare di più il precedente (allora l’horror era appena diventato genere di serie A per via di “Shining” di Kubrick), perché priva di vera suspense e di forti emozioni. In sintesi non fa paura e nemmeno inquieta, almeno noi adulti e vacinati.
Anche stavolta la famiglia Bowen arriva nella nuova casa ignara, come i predecessori, che è stata costruita su un vecchio cimitero (si dice sia stato traferito) e infestata da spiriti offesi e maligni. Certo, in questo caso i genitori, Ewin (Sam Rockwell) e Emy (Rosemarie DeWitt), sono costretti a prenderla causa la crisi (lui è rimasto senza lavoro), lei dovrebbe riprendere il suo e tralasciare faccende domestiche e famiglia.
Ma i nuovi proprietari non si chiedono nemmeno perché si possono permettere una casa così a buon mercato, anche se in periferia, e i loro tre figli non gradiscono la nuova abitazione per svariate ragioni: l’adolescente Kendra (Saxon Sharbino) ha le solite pretese della sua età, il fratello minore Griffin (Kyle Catlett) ha paure nascoste che questo luogo esaspera, e la piccola Madison (Kennedi Clements) invece, abituata ad amici immaginari, viene trascinata dalle oscure presenze finché non verrà letteralmente ‘rapita’ da esse, sempre tramite lo schermo televisivo (ora strapiatto).
Allora, genitori e fratelli disperati per riavere figlioletta e sorellina si rivolgono ad una ‘esperta’, la dottoressa Brooke Powell (Jane Adams) e alla fine sono costretti a chiamare la star del reality show del paranormale, sorta di acchiappafantasmi di nuova generazione, Carrigan Burke (Jared Harris) – di cui Kendra e le sue amiche sono fan accanite - ma neanche loro reggono il confronto con la medium nana di Zelda Rubinstein, e nemmeno con la brava Beatrice Straight del famoso precedente.
Quindi, a parte le nuove tecnologie (cellulari, tablet e sofisticate attrezzature digitali, inclusi effetti speciali) sono rare le novità offerte da questo remake oltre trent’anni dopo in cui non primeggiano nemmeno i giovanissimi protagonisti, anzi forse la piccolina Clements è più brava dei ‘fratelli’ ma non scalfisce il ricordo della coetanea Heather O’Rourke, protagonista dei tre vecchi capitoli e purtroppo scomparsa precocemente dopo il terzo film. L’unica vera sorpresa è che questa volta le ‘demoniache presenze’ ad un certo punto si vedono, togliendo alla spettatore il diritto ad immaginarseli. Nella versione dell’82, soltanto alla fine riemergevano, ma gli scheletri.
Così come non lo prepara con un prologo adatto, degno e spensierato, mentre Spielberg-Hooper ci offrivano una sequenza all’insegna dell’armonia e della serenità – quasi di spensierata felicità -, in un’atmosfera luccicante in cui si insinuavano pian piano le oscure presenze.
Nel cast anche Susan Heyward (Sophie, l’assistente), Nicholas Braun (Boyd, il tecnico), Soma Bathia (Lauren), Patrick Garrow (signor Stoller) e Karen Ivany (signora Stoller). José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale dal 2 luglio distribuito da 20th Century Fox Italia

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