venerdì 17 luglio 2015

La coppia Fazio-Littizzetto e Alberto Angela presentano il "doppiaggio" di "Minions", un film tutto per loro, a fine agosto nei cinema italiani

Nei cinema italiani approderà il 27 agosto per l’apertura della nuova stagione cinematografica, una settimana prima dell’inaugurazione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’attesissimo lungometraggio dei “Minions” però, intato, è stata lanciata la campagna promozionale, con l’incontro stampa – a Roma, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, diventata per un giorno regno degli esserini gialli - dei doppiatori d’eccezione Luciana Littizzetto e Fabio Fazio, coppia
del piccolo e ora sul grande schermo per dar voce ai cattivissimi Scarlett Overkill e al marito inventore Herb Sterminator che, in inglese, hanno rispettivamente le voci di Sandra Bullock e Jon Hamm, mentre il divulgatore scientifico, nonché antropologo, Alberto Angela è la voce narrante, che nell’originale è quella del premio Oscar Geoffrey Rush. Il lungo cartone animato è naturalmente un prequel dove i nostri amatissimi e piccolissimi eroi sono alla ricerca del cattivissimo da servire fin dagli albori del nostro Pianeta, e così passano dai dinosauri all’uomo delle caverne, dall’antico Egitto a Napoleone e addirittura il conte Dracula, per approdare, nel ’68, alla swinging London dove vengono abbagliati proprio dall’affascinante, dura e cattivissima Scarlett – esperta di arti marziali, quasi un Bruce Lee in gonnella -, ma anche lei è condannata alla sconfitta e, alla fine, i ‘nostri’ incroceranno il futuro, giovanissimo, boss Gru ovvero “Cattivissimo Me” 1 e 2.
“Sono contenta di averlo fatto – esordisce la Littizzetto all’incontro stampa – e mi sono pure divertita; è stato bravo anche lui (Fazio ndr.), infatti all’inizio faceva imitazioni ed è capace di usare la voce in modo straordinario tanto da non sembrare nemmeno lui. Io sono cattivissima, lui fesso, lei è crudele ma col marito diventa una melassa. Un po’ come quanto accade alle donne in carriera, dentro hanno una fragilità che svelano solo ai mariti. Noi sembriamo veramente marito e moglie. Lui è un po’ scimunito, non si capisce bene, comunque una versione femminile del cattivo è sempre rischiosa. Io ho cominciato come attrice lavorando proprio nel doppiaggio, a Torino, ma per le telenovelas. Di solito doppiavo bambini, ho avuto un unico ruolo tosto da ragazzino protagonista ma dopo un po’ perdeva la voce... Ho lavorato con Tonino Accolla, poi nei ‘Simpson’, al cinema ho doppiato ‘Galline in fuga’ e ‘Pirati’, ma quando mi mettono davanti al microfono sono subito in sincro. E pensare che al primo provino il direttore del doppiaggio mi disse che potevo fare solo ‘lo speaker a Porta Nuova’, invece ce l’ho fatta, eccomi qua. Sembra una cavolata ma non è così, in Italia certi film acquistano addirittura valore col doppiaggio, perché il lavoro viene fatto molto bene. Da piccola vedevo ‘Supergulp’ sulla televisione svizzera (prima ancora di quello sulla Rai ndr.) e il mio preferito era il Gatto Temistocle, i miei figli invece adorano ‘Shrek’che ho visto con loro milioni di volte”.
E dato che abbiamo incontrato la coppia separatamente, ma comunque Fabio lanciava domande da una stanza all’altra alla collega, Lucianina ha confessato “Dopo la benedizione di Don Matteo e Sanremo siamo ormai una coppia di fatto”. “Casomai disfatto” – ribatte Fazio da lontano – e poi ci dice: “Sono stato fortunato a lavorare con Fiamma Izzo, una donna che fa parlare anche le pietre, e brava anche Luciana che è arrivata e ta-ta-ta ha fatto tutto, ma ha un ruolo ‘autobiografico’. E’ la prima cosa che faccio al doppiaggio, però tantissimi anni fa facevo le imitazioni. Stavolta ho avuto due giorni per trovare la voce giusta. Il primo giorno ho fatto delle cose, il secondo ho finito e rifatto altre. Però ho fatto il fusto al cinema, una fantasia molto divertente, sono veramente contento perché il film fa molto ridere e l’ho fatto per per guadagnare dei punti con i miei figli piccoli. ‘Papà ha fatto un cartone’, dicono, e perciò non vedo l’ora di portarli a vederlo”.
Sul suo lavoro aggiunge: “Io ho ascoltato la voce originale e poi l’ho tolta, Luciana al contrario, dato che ‘è ispirato a lei’, ha lavorato con le cuffie; io senza per capire meglio l’intonazione, trovare una parola e adattarne le sillabe, un senso, e per poter dirle dovevo vedere le immagini. Il primo giorno abbiamo lavorato separatamente, ci siamo incontrati nel secondo giorno, però non abbiamo mai visto il film finito. Credo mi abbiano preso per il naso, è l’unica somiglianza con Herb, avranno anche pensato, ‘una coppia così in Italia chi la può fare?”. “Ultimamente ho apprezzato ‘Shaun, vita da pecora’, ma i nostri vecchi cartoni erano quelli di Walt Disney, di Hannah & Barbera – soprattutto ‘Gli Antenati’ -, Silvestro. Aspettavamo sempre di vederli, ma quando la Rai per motivi tecnici era costretta a mandarli in onda, di consueto trasmetteva un cartone tristissimo, ungherese, ‘Gustavo’. Oggi i film d’animazione sono una roba pazzesca, ormai i bambini in casa hanno una cineteca. Penso sempre che il presente sia meglio del passato, però oggi i ragazzi non hanno più il piacere dell’attesa che avevamo noi, non è un fatto nostalgico ma a chi non l’ha vissuto di certo non gli mancherà. Credo che i bambini oggi siano più sgamati di noi. Mi piace molto giocare con la voce – conclude -, ma quelli che una volta imitavo o sono passati a miglior vita o non me li ricordo proprio”.
“I Minion sono tra immaginazione e credibilità – afferma Alberto Angela – perché in qualche modo rispecchiano la nostra evoluzione, l’essere un gruppo e andare avanti in gruppo è l’unica similitudine e la prova è che siamo ancora qui, magari in modo più efficiente mentre loro sono una sorta di Armata Brancaleone. Ma nel film d’animazione, quando comincia, l’immagine è umoristica, la voce deve essere esagerata, vicino al paradosso perché, involontariamente, poi distruggono, anzi provocano l’estinzione del T-Rex. Mi sono divertito rivedendo più volte le scene umoristiche, perché ridevo di continuo, soprattutto all’inizio dove tutto è raccontato in termini comici. Quando me l’hanno proposto al telefono ho detto subito sì, anche perché dietro di me c’erano i miei figli che suggerivano ‘assolutamente sì’. Dopo tanti anni di televisione passati a descrivere le cose, sai che quando sei fuori campo la voce diventa un’orchestra. E’ l’accompagnamento a qualcosa di visivo, e pur non essendo un doppiatore so che la voce diventa la cornice alle risate in sala. Bisogna usare la voce come fa un vignettista, stare al gioco, essere serio col sorriso, lanciare la battuta arrivando insieme all’inglese che è più ‘breve’ dell’italiano, mentre di solito ho più spazio e sono più tranquillo lavorando esclusivamente sulle immagini. Non ho esperienza di doppiaggio, ma ho lasciato le cuffie perché dovevo mettere le parole sulle immagini, e la parola fa da piedistallo all’immagine.”
“Prima erano i genitori a portare i figli al cinema, oggi sono i figli, ma forse i genitori ridono di più di una volta. A me piace l’ironia dei Minions, le parole inventate sono esilaranti, le azioni si trasformano in disfatta ma non per loro, e i cattivi nella realtà non fanno sempre una brutta fine, anzi. In ‘Fantasia’ c’erano delle sinfonie più la voce narrante, però vedere le immagini per i bambini è importante perché lasciano sempre qualcosa, non sono solo animazione. Noi da piccoli prendevamo l’immagine, oggi l’immagine prende te. Io mi baso molto sulle immagine; un altro caso è la voce nel museo, certe mie immagini ( su “Ulisse” ndr.) possono essere senza voce, ma nel caso in cui non ti si vede, lì devi dare un’immagine al suono, riuscire a dare pathos anche se si tratta di una statua o di una colonna. A me piace l’idea di poter raccontare, l’uomo fin da quando inventa il fuoco va a letto tardi, comincia a parlare, a raccontare. E se c’è qualcuno che sa raccontare bene è fatta, perché è importante la capacità narrativa e anche la parte emotiva. I
Minions come racconto è importante perché in un certo senso narra l’evoluzione in tutto il mondo”. Poi parlano fugacemente dei loro progetti e lavori in corso. Fazio ha confermato, oltre la nuova stagione di ‘Che tempo che fa’, anche ‘Rischiatutto’: “stiamo lavorando e girato lo spot che andrà in onda il 21/07. Con questo penso abbiamo recuperato tre generazioni tra chi l’ha fatto, chi l’ha visto e chi non. Sono passati 45 anni e non credo ci sia il rischio nostalgia. Si va in onda quando siamo pronti, una trasmissione che fa parte dell’immaginario collettivo dell’Italia e l’abbiamo fatto con la famiglia Bongiorno che ha ereditato questa possibilità. E dobbiamo essere tranquilli”. Luciana Littizzetto ha appena girato in Puglia “Io che amo solo te” di Marco Ponti, e confessa di essere stata fermata dai bambini, di aver capito di aver presa su un pubblico molto piccolo, “torno all’infanzia – dice – finirò per fare Cristina D’Avena”. Nel film ha il ruolo “della zia Dora con quello che è ormai mio marito, Dino Abbrescia. E’ una potente storia molto attuale, reale e credibile. E’ stato divertente, ho mangiato e bevuto, quasi una vacanza perché a me piace recitare, anche se faccio molta televisione”.
Alberto Angela, dopo aver considerato che noi abbiamo la possibilità, i mezzi e i reperti per ‘raccontare’ e ricostruire la storia, ma di solito lasciamo il compito agli altri (a proposito della mostra e il documentario del British Museum su Pompei), ma comunque anche se il racconto non è preciso nei minimi particolari, è sempre valido perché spinge lo spettatore a informarsi, studiare e ricercare nel nostro passato e ripercorrere la strada dell’evoluzione fisica, sociale e culturale.
E a questo proposito, ha anticipato che è in preparazione una puntata di speciale di ‘Ulisse’ dedicata ad Annibale. Infatti, ci dice: “La battaglia sul lago Trasimeno ha causato 60mila morti ma non si sa nulla o quasi. Viviamo in un posto dove arrivavano i barbari però ne sappiamo ben poco e dobbiamo ancora andare avanti con un’archeologia sperimentale. Bisogna trovare il modo di spiegare la Storia e un modo molto bello e importante è farlo attraverso la parte emotiva. E’ lì che risiede il successo di certo cinema storico, vedi ‘Il gladiatore’ che – al di là di errori e inesattezze – riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore”.
Nel pomeriggio la coppia Littizzetto-Fazio ha tenuto una masterclass di doppiaggio guidata dalla direttrice Fiamma Izzo, sempre alla Casa del Cinema di Roma, organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma in collaborazione con Alice nella città. I due, riproponendo la ‘scenetta’ da ‘Che tempo che fa’, hanno raccontato la loro esperienza nel doppiaggio, offrendo clip sullo schermo e dal vivo, a cui hanno partecipato anche i giovani presenti.
“Ho subito pensato a loro – ha dichiarato la Izzo – e dall’America mi hanno dato l’Ok. Sono stati bravissimi e hanno dato dei suggerimenti geniali per rendere migliore la traduzione in italiano. E’ stato Fabio a trovare il termine ‘guapo’ e Luciana ha aggiunto colore con le sue espressioni”. José de Arcangelo

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