lunedì 24 agosto 2015

Da un classico della letteratura per l'infanzia di Joan G. Robinson, un lungometraggio d'animazione dello studio Ghibli firmato Hirosama Yonebayashi: "Quando c'era Marnie"

Dal collaboratore di lunga data di Hayao Miyazaki, passato alla regia con “Arriety”, Hiromasa Yonebayashi, un lungometraggio di animazione in uscita evento solo per tre giorni nei cinema italiani, ed è il primo film del celebre Studio Ghibli in cui non sono stati coinvolti né Miyazaki,
che aveva già annunciato il suo ritiro dal mondo dell’animazione, né Isao Takahata. Infatti, “Quando c’era Marnie” è stato realizzato dal solo Yonebayashi che ha scritto la sceneggiatura (con Keiko Niwa e Masashi Ando) e disegnato gli storyboard del film durante diciotto lunghi mesi prima di iniziarne la produzione.
Però temi, atmosfere e ‘tocco’ sono quelli del famoso Studio, anche perché il romanzo omonimo da cui è tratto è un classico della letteratura per l’infanzia della scrittrice inglese Joan G. Robinson (“Where Marnie Was There”, 1957) ed era tra i libri consigliati dallo stesso maestro Miyazaki.
La dodicenne Anna vive con i genitori adottivi, ma da anni soffre di asma e quando la sua malattia peggiora, viene mandata dai parenti della madre in un salubre villaggio vicino al mare. Comincia così per lei un’estate ricca di avventure e di magia in compagnia di un’enigmatica ragazzina di nome Marnie…
Infatti, in questo suo mondo reale esiste un invisibile cerchio magico, dato che la Casa della Palude, dove la solitaria Anna incontra Marnie, è disabitata e la bionda ragazzina sembra intrappolata dietro una finestra blu. Nasce allora una profonda amicizia e un’esperienza tanto bizzarra quanto fantastica.
Da una festa di altri tempi alla confessione nel bosco, da una notte passata in un granaio sulla collina ai ricordi di entrambe le bambine che finiranno per (con)fondersi. Quindi, è il racconto di una profonda amicizia che durerà per sempre, tra segreti e misteri, lacrime e sorrisi.
Un lavoro non facile per Yonebayashi perché il libro parla soprattutto di sentimenti e sensazioni, di dolore e tristezza, amicizia e scoperta propri dell’adolescenza. E ci è riuscito pienamente perché il lungometraggio d’animazione coinvolge proprio gli spettatori adolescenti, in primis le ragazzine perché parla di loro, anche quando i sentimenti e i temi sono universali.
“Anna è una ragazzina di dodici anni – afferma il regista nelle note – che si porta dentro un grande dolore. Un giorno le appare una misteriosa ragazza di nome Marnie, a sua volta angustiata da una grande tristezza. In un’epoca in cui il mondo sembra preoccuparsi solo delle questioni degli adulti, sarebbe stato possibile per noi realizzare un film in grado di portare sollievo all’animo di queste due orfane?”
Il film offre questo e, come di consueto nelle produzioni Ghibli, un’accuratissima realizzazione che, tenendo sempre come riferimento la tradizione dello studio offre bellissime immagini, dalla variegata scelta cromatica, e personaggi di stampo occidentale, quindi universali – che però come attori in carne e ossa esprimono emozioni e sentimenti e l’inquietudine dell’età delle protagoniste -, nonostante la vicenda sia ambientata ad Hokkaido.
“Non penso di cambiare il mondo con un film nel modo in cui potrebbe fare Miyazaki – conclude -, l’autore ma dopo ‘Si alza il vento’ e ‘La storia della principessa splendente’ realizzati dai maestri dello Studio Ghibli, volevo tornare a fare un film per bambini. Per tutte le Anna e le Marnie che andranno al cinema a vedere questo film, spero di aver fatto qualcosa in cui possano riconoscersi, un’anima gemella che possa sedersi accanto a loro e stare della loro parte”. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane il 24, 25, 26 agosto distribuito da Lucky Red

Nessun commento: