giovedì 27 agosto 2015

"In un posto bellissimo" si può sognare una vita migliore, parola di Giorgia Cecere per Isabella Ragonese, Alessio Boni e Piera Degli Esposti

“In un posto bellissimo” si può sognare una vita migliore, anzi un vero cambiamento. Da questo spunto il film omonimo di Giorgia Cecere, a cinque anni dall’apprezzata opera prima “Il primo incarico”, con la stessa Isabella Ragonese protagonista, e presentato nel Controcampo Italiano alla 67a. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Un thriller dei sentimenti, anzi dell’anima, che la brava Ragonese riesce a trasmettere con gesti e sguardi intensi, ma che può risultare, forse, troppo enigmatico soprattutto per il pubblico che cerca solo azione possibilmente frenetica, a cui ci hanno abituato i blockbuster americani. Lucia (Ragonese) è una donna come tante. Sposata da anni con Andrea (Alessio Boni), ha sempre lasciato al marito la responsabilità di decidere cosa sia giusto fare ad ogni occasione, occupandosi del figlio e del negozio di fiori che gestisce con la socia.
Ma la scoperta del tradimento di Andrea e l’incontro con l’immigrato Feysal, un ragazzo che vende gli oggetti più disparati per strada, stravolgono la sua esistenza, e crollano tutte le sue certezze. Cambiando pian piano, Lucia rientra in contatto con se stessa, riuscendo alla fine a dare una svolta alla sua monotona vita, senza scatti, né gioia né dolori.
“Dagli anni Cinquanta ad oggi, è un po’ il rovescio de ‘Il primo incarico’ – esordisce la regista -, nell’atmosfera tranquilla di una città del nord. Una storia più intima nell’attualità che ci spaventa e inquieta. Ma volevo guardare da dentro perché ci siamo allontanati dai sentimenti originali. Ogni giorno ‘ci viene detto’ di avere paura e provare angoscia. E’ un percorso sempre più dentro l’anima”.
“Lavoriamo insieme da anni – afferma il co-sceneggiatore Pierpaolo Pirone -, ci viene abbastanza naturale, credo di conoscere bene lei quanto lei me. Raccontiamo un mondo interessante che appartiene a entrambi, e abbiamo scelto di evitare le scene madri, sottrarre e anche aggiungere perché è un mondo composto da tante cose che poi si concentrano sulla protagonista”. “Un’esperienza completamente diversa dal precedente – ribatte la Ragonese -, questo è un film molto coraggioso perché approfondisce certe cose; è controcorrente, diverso da quello che uno si aspetta. Lucia è una parte in cui un attore deve lavorare veramente, una prova, una sfida. Però ci sono commedie divertenti, anche se non è altrettanto divertente farle. Mi diverto di più quando mi metto in discussione, se mi trovo in difficoltà, ed è il lavoro è più onesto quando i personaggi piacciono prima a te. Sono felice di aver fatto questo perché c’è la vita dentro”.
“Sono stato colpito dalla sceneggiatura – chiosa Boni – perché racconta la vita più silenziosa, siamo disposti a sentire sempre l’eruzione, le discussioni, ma c’è un filo rosso sotterraneo nei rapporti. Se si rispetta sempre lo stesso spartito allora va, funziona. Ci si piace, si innamora, ci si sposa, si va dai suoceri finché qualcosa non turba la ‘normalità’. Tutto procede per convenzioni sia a nord che a sud, ma ci si chiede cosa c’è sotto; il fiume della vita vera lo si lascia passare, non ci si ascolta più”.
“Somiglia a un racconto di suspense – riprende la Cecere -, una suspense dei sentimenti e degli affetti. All’inizio guardiamo da fuori la vita di Lucia, la tenerezza con cui la abita, lo sguardo e i pensieri sempre rivolti a suo figlio e a suo marito. C’è solo un timore che affiora, ma viene subito ricacciato dentro, un timore tra i più banali ma non per questo meno doloroso: che lui, Andrea, abbia un’altra e possa lasciarla. Lucia è una donna semplice, debole e spaventata, che negli anni ha demandato al marito ogni responsabilità, cosa è normale e cosa non lo è. Ora si chiede cosa dovrebbe fare per riportarlo a lei, tenta goffamente di richiamarne l’attenzione, sembra sempre sul punto di affrontarlo e parlargli, ma alla fine si tira indietro. Poi cominciamo a intravedere che forse il vero pericolo è altrove, forse ha un altro volto, e allora potrebbe essere quello più straniero, quello di Feysal, il ragazzo che vende robaccia per strada e non si sa come faccia a vivere. Lucia sta in guardia, come tutti ha imparato che non dobbiamo fidarci, che queste persone non hanno niente da perdere e sono capaci di qualunque cosa. E’ da lì che arriverà il colpo? Eppure Lucia sente quel ragazzo incredibilmente vicino, più vicino dei suoi stessi genitori, di suo marito e di suo figlio, dei nuovi amici che ha conosciuto alla scuola guida, della sua socia con cui lavora da anni di tutte le persone che popolano il suo piccolo mondo tranquillo in una delle molte città del nord Italia ricche di storia e bellezza”.
Un ritratto femminile psicologico ed esistenziale che indaga nel cuore e nell’anima di una donna semplice che scopre di essere prigioniera di se stessa, vittima di una non esistenza. Nel cast anche Paolo Sassanelli (Angelo, maestro di guida), Michel Griffo (Michele), Feysal Abbaoui (Feysal), Tatiana Lepore (Carla), Teresa Acerbis (madre di Lucia), Massimo Maffei (padre di Lucia), Carlotta Galli (Sara), Costanza Carafa (Paola) e con la partecipazione di Piera Degli Esposti (Adriana). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dal 27 agosto distribuito da Teodora Film

Nessun commento: